di Eugenio Scalfari
da Fondazione Roberto Franceschi onlus
Venticinquemila persone hanno formato una lunghissima fila a Milano per poter stringere la mano al neo sindaco Giuliano Pisapia nel giorno del suo insediamento a Palazzo Marino. Un fatto simile non era mai accaduto né a Milano né altrove anche perché una fila lunga chilometri non somiglia ad una piazza affollata e urlante di passione e di insiemità. La fila invece è silenziosa e ciascuno sta con se stesso e con i propri pensieri tra i quali domina la decisione di testimoniare che un cambiamento è avvenuto e che il testimone l'ha vissuto con civica partecipazione.
di Don Walter Fiocchi
da Adista
Se tutti i quesiti referendari proposti ai cittadini il 12 e 13 giugno sono importanti e gravidi di conseguenze sulla nostra vita e sulla vita del popolo italiano nel futuro prossimo e remoto, mi pare che quello più carico di immediate e dirette conseguenze politiche sia quello che riguarda il cosiddetto “legittimo impedimento”.
di Domenico Rosati
da Rivista Settimana n. 8 anno 2011
Il giudizio sulla condotta del premier può causare un certo spostamento elettorale; ma può servire a rimodulare nella comunità cristiana il rapporto tra coerenza privata ed etica pubblica.
di Giovanna Ricoveri
da Fondazione Roberto Franceschi onlus
Meno nota e non sempre sotto i riflettori, la (non) politica ambientale dei vari governi Berlusconi ha provocato effetti disastrosi da molti punti di vista: la salute, la fertilità dei suoli, la sicurezza alimentare, il riscaldamento climatico, le frane e le alluvioni.
di Marco Arturi
da Carta
Nei cantieri navali esplode la rabbia operaia. La vicenda Fincantieri – originata dalla presentazione di quello che più che a un piano industriale somiglia a un bagno di sangue: 2551 esuberi, chiusura dei cantieri di Castellammare di Stabia e Sestri Ponente, ridimensionamento di Riva Trigoso – ha innescato una serie di proteste che in alcuni casi hanno assunto i connotati della rivolta. Perché questa storia ha almeno due caratteristiche anomale: a licenziare è lo Stato e a essere licenziate sono intere collettività.
Dopo il secolo dei totalitarismi, un nuovo mostro tirannico l’individualismo senza freni che distrugge la società
di Giampolo Petrucci
da Adista
Non ha tregua la mobilitazione del mondo cattolico per la campagna referendaria promossa in occasione del voto del 12 e 13 giugno prossimi. E con sempre più veemenza, nonostante i recenti tentativi del governo di affossare i quesiti referendari sul nucleare – lo stesso Silvio Berlusconi ha ammesso di voler evitare il parere vincolante dell’elettorato, sempre più avverso al progetto nuclearista – e sulla privatizzazione della gestione delle risorse idriche.
di Riccardo Iacona
da Carta
Sono ancora enormi e irrisolte le questioni che Chernobyl lascia a queste e alle future generazioni: a cominciare dagli enormi depositi dove sono stati sotterrati decine di migliaia di metri cubi di materiale radioattivo, praticamente tutto quello che c’era nel raggio di trenta chilometri dalla centrale: dai trattori dei contadini, ai mobili delle case, ai carri armati e agli elicotteri dell’esercito arrivati sul posto, tutto preso e infilato sottoterra.
di Luca Manes
da Carta
Appena due anni fa l’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti ha rilasciato un’intervista al Sole 24 Ore in cui diceva: «Ci sono circa cinquecento impianti nucleari nel mondo, alcuni in zone altamente sismiche come il Giappone, ma si tratta di impianti pronti a resistere anche a terremoti di intensità pari a nove gradi sulla scala Richter».