Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input
Il problema della creazione e come concepirla in questi ultimi anni è ritornata più volte nelle pagine dei giornali e delle riviste anche scientifiche per le ostilità mosse negli Stati Uniti contro il darwinismo, dapprima dai cosiddetti creazionisti e poi dai sostenitori del «Progetto Intelligente».
Tutto ciò che esiste è creatura, e Dio l’ha chiamata all’essere per farla partecipe della sua perfezione e del suo amore. Le prime pagine della Bibbia evocano in un linguaggio semplice e immaginoso, ma profondo, le origini dell’universo e dell’uomo da parte di Dio solo.
Per affrontare questo tema bisogna mettersi nell'unica prospettiva che, credo, sia possibile percorrere come cristiani: vale a dire quella dell'ascolto della parola di Dio. Tutto il resto può essere ridotto a vuoto chiacchiericcio, ad opinione personale.
In un tempo come il nostro, in cui la religione viene sempre più strumentalizzata a fini politici, l’unica strada per evitare l’equazione che identifica fede e violenza è l’impegno per il dialogo interreligioso.
In base alla dottrina mariologica conciliare, le relazioni tra Maria e la Chiesa si possono compendiare dicendo che Maria è l’immagine della Chiesa. Ma l’idea di “immagine” o figura (lat. typus), riferita alla beata Vergine in rapporto alla Chiesa, si sviluppa e si attua secondo due linee essenziali.
Ciò che chiamiamo anno liturgico (dall’uso linguistico latino) è il memoriale solenne delle azioni salvifiche di Dio in Gesù Cristo, nel corso di un anno. L’anno liturgico non può essere inteso erroneamente come alternativa ecclesiastica all’anno civile.
Siamo bene informati sulla vita di Oetinger. Dobbiamo questa conoscenza soprattutto alla sua autobiografia, composta da lui sessantenne con il titolo significativo di Genealogia dei pensieri veri di un erudito nelle cose di Dio.
Durante il periodo del modernismo la discussione sulla continuità tra la predicazione di Gesù e la nascita della Chiesa poneva in crisi l’origine divina della Chiesa stessa. Oggi, in un contesto di dialogo tra le scienze, polemiche e accuse sono fuori luogo.
Se la giustizia è dare a ciascuno il suo, l’avarizia è non dare niente a nessuno. Essa è smoderato desiderio dell’avere, puntigliosa smania d’accumulo e spasmodica voglia di conservarlo. Per l’avaro conta l’avere più che il fruire.
Pubblichiamo il testo integrale del Rabbino capo della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, in occasione della visita di papa Benedetto XIV alla Sinagoga di Roma.