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Giovedì, 29 Settembre 2011 10:01

Difesa nonviolenta (Bernhard Häring)

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La nonviolenza come noi l'intendiamo è la più grande e sistematica offensiva, la lotta infaticabile contro le ideologie superstiziose che hanno canonizzato la guerra come strumento di giustizia e di pace.

Una proposta di Bernhard Häring

La nonviolenza come difesa sociale e civile non ha più a che fare con il passivismo o con un pacifismo inerte.
Al contrario, la nonviolenza come noi l'intendiamo è la più grande e sistematica offensiva, la lotta infaticabile contro le ideologie superstiziose che hanno canonizzato la guerra come strumento di giustizia e di pace.
Con le armi della nonviolenza lottiamo aggressivamente e pazientemente contro il libertinaggio di coloro che si arrogano il diritto di dichiarare guerra e di obbligare cittadini ubbidienti a partecipare ai più grandi massacri.
"Mai più guerre", diciamo con Paolo VI e Giovanni Paolo II e soprattutto con Giovanni XXIII. Lo possiamo realisticamente dire solo nella misura in cui ci armiamo con le armi della pace, di cui la principale è la nonviolenza aggressiva, che mai attacca persone per ucciderle o per ferirle, ma attacca la superstizione, le ideologie bellicose, l'odio, la falsità, l'ingiustizia.

Senza fede in Dio non oserei aver speranza nell'avvenire del genere umano; dire che noi possiamo liberarci da ideologie che hanno sostenuto il sistema delle guerre tra Stati detti sovrani. Nessuno Stato ha diritto sovrano di dichiarare guerre. Nessuno Stato ha diritto di ammassare tante armi per poter distruggere l'intero genere umano. Nessun Stato sovrano e nessuna alleanza di nazioni ha diritto di minacciare altre nazioni con uno sterminio nucleare. Nessun presidente o segretario generale di un Partito può arrogarsi il diritto di decidere sovranamente - isolatamente o con un gruppetto di generali - il primo o il secondo colpo con armi nucleari e nemmeno con armi "tradizionali", E' moralmente impossibile sostenere il sistema attuale di “mutually assured destruction” (M.A.D.) di "distruzione reciproca garantita”, nemmeno come mezzo di autodifesa; perché in tal modo si distrugge la propria dignità morale, si distrugge la propria credibilità, la propria umanità, la reciproca fiducia di cui almeno un minimo è necessario per evitare il grande disastro nucleare, la grande "escalation" fino al la distruzione di tutta la vita sul nostro pianeta.

NONVIOLENZA RITROVATO DELLA SAPIENZA UMANA E CRISTIANA

Nello stesso tempo in cui i "grandi" scienziati dell'occidente hanno scoperto l'arma nucleare, un grande sapiente, il Mahatma Gandhi, nell'Oriente, ha riscoperto e vissuto con quasi immacolata purezza l'arma potente della Satyagraha, della verità liberante, della nonviolenza che smaschera la falsità, le ideologie superstiziose, inventate dalla violenza, dalla ingiustizia, dalla falsità.

Sento ogni tanto l'obiezione: "L'innocente ha il diritto di difendersi; s'intende con violenza, con armi devastanti"...

Chiedo in primo luogo "chi è l'innocente?" Gesù dice agli uomini "giusti" (ai propri occhi) che accusarono la donna detta adultera per lapidarla: "Chiunque e senza colpa, butti la prima pietra", pronto a smascherare la pseudo-innocenza.

In tutte le guerre nazionalistiche, gli uni e gli altri hanno demonizzato l'avversario per mettere in rilievo la propria innocenza - sempre pseudo-innocenza. Dietro le guerre, giustificate anche dai teologi - cortigiani, c’erano sempre motivi di prestigio stupido, di cupidigia, di sete di ricchezze e di predominio da parte del più potente.

In un passato abbastanza remoto si poteva ancora pensare al la difesa armata da parte di minoranze, di popoli piccoli. Ma oggi siamo davanti a nazioni potentissime e ricchissime dall'una parte e dall'altra. Queste nazioni potenti portano la grande responsabilità, negli ultimi quaranta anni, di tante guerre fra nazioni meno potenti, soprattutto del terzo mondo. Anche la Germania e l'Italia non si dicano "innocenti", perché hanno guadagnato e stanno guadagnando ancora grosse somme con la vendita di armi omicide alle nazioni alla quali poi danno per lo "sviluppo”, una parte del guadagno che proviene dal commercio di armi, ben sapendo che, largamente, aiutano soprattutto lo sviluppo militare.

Durante la nostra vita abbiamo visto e vediamo ancora che i militari sono la vera minaccia alla libertà delle popolazioni. I generali e i colonnelli si arricchiscono, sfruttando il complesso di sicurezza nazionale. Grande parte dei debiti di nazioni intere sono dovuti al commercio di armi omicide, con le quali si soffoca il grido per la libertà e per la giustizia.

Dietro l'innocenza bugiarda - la pseudoinnocenza - sta oggi un complesso industriale-militare potentissimo con profitti privati enormi che falsifica tutti i rapporti e I processi socio-economici, culturali e politici. Ci dicono - considerandoci stupidi tutti quanti - "per poter fabbricare armi potenti per difenderci e difendere i popoli innocenti abbiamo bisogno di una esportazione molto grande di armi; altrimenti sarebbe troppo costosa la produzione delle armi di cui abbiamo bisogno, per difendere la nostra indipendenza e libertà".

Siamo noi veramente indipendenti e liberi se tolleriamo la logica del complesso industriale-militare?

Con la nonviolenza strategica, tattica e spiritualmente sana, difendiamo le vite della popolazione civile dell'Una parte e del l'altra. Facile dimostrarlo: Nella seconda guerra mondiale 48% dei 52 milioni di "caduti" erano civili nella guerra di Corea erano già l'84% dei 9,2 milioni di caduti di guerra.

Ripetiamo: con un sistema di difesa civile, sociale, nonviolenta ci difendiamo contro ogni usurpazione dall'interno e dall'esterno, difendiamo i diritti democratici, i più fondamentali, difendi amo il genere umano contro la minaccia nucleare, difendiamo uno sviluppo autenticamente umano del la vita socio-economica, del la cui tura e del la civiltà umana. Difendiamo i nostri diritti di solidarietà di tutti i gruppi sociali e de genere umano intero. Difendiamo la nostra dignità umana, la vera libertà contro un libertinaggio di sfruttatori, contro la competizione economica spietata, a danno dei deboli e dei popoli sprovvisti.

In verità nel caso di pericolo immediato di guerra non ci difenderanno i militari, i Tornado, i missili; perché affidarci a tale difesa sarebbe suicidio morale. Ci difenderemo solo se siamo convertiti a un sistema di difesa sociale, civile, nonviolenta.

UNA MIA PROPOSTA DI GRANDISSIMA PORTATA STORICA

Malgrado il mio stato di salute precario e malgrado la mia voce precaria, voce solo dell'esofago, sono venuto per questa marcia di pace, convinto di poter fare una proposta realizzabile, ma di grandissima portata. Qual è?

Punto di partenza per la più grande svolta politica, culturale e socioeconomica sarà un nuovo ordinamento sul l'obiezione di coscienza contro il servizio militare. O per essere più preciso abbandoniamo l'espressione "obiezione di coscienza contro..." e facciamo un nuovo ordinamento sulla scelta libera di coscienza dei giovani o per il servizio di difesa nonviolenta o per il servizio militare tradizionale. Chi sceglie lo spirito, la strategia e la tattica della difesa nonviolenta non è un obiettore, ma un pioniere, un protagonista.

Il primo passo sarebbe quindi uguaglianza fra due forme di servizio a livello giuridico-politico. A livello etico non parlerei di uguaglianza, perché vedo nella scelta per un servizio generoso a favore di una cultura nonviolenta e di una difesa sociale nonviolenta un servizio molto più elevato, per il bene comune ed anche per la difesa dei nostri diritti più fondamentali Nel caso serio di aggressione, sia da parte di usurpatori potenti sia da parte di tiranni che vengono dall'estero, armati di armi le più sofisticate e con la minaccia nucleare, non possiamo essere difesi senza annichilazione.

Abbiamo bisogno al più presto di una difesa possibile. E questa ci sarebbe garantita lasciando ai giovani la libera scelta per il servizio di d fesa nonviolenta. La Caritas Italiana, Pax Christi, La Commissione Episcopale Giustizia e Pace e tanti Movimenti per la pace e la nonviolenza hanno già molto contribuito per creare necessarie sottostrutture per la formazione alta difesa nonviolenta. Ma un ordinamento giuridico-politico nel senso sopra espresso poterebbe a una strutturazione anche a livelli più alti, fino ad una Accademia statale per lo studio ed il coordinamento in vista del la difesa sociale, civile nonviolenta.

DIFENDEREMO LA NOSTRA LIBERTA', SOLIDARIETA' E DIGNITA' CON UN RINNOVAMENTO CONTINUO.

Se la mia proposta fosse accettata dal legislatore italiano, si verificherebbe una svolta culturale e politica meravigliosa con frutti abbordanti in tutti i campi di pace, giustizia e conservazione del mondo creato, e affidato all'umanità.

Dirò poche parole sulla svolta politica. Se l'Italia e poi seguendo la sua iniziativa, anche altre nazioni del Patto Nato volessero garantire a difensori dell'ordine sociale e della patria la piena libertà di scegliere il cammino della nonviolenza, aprirebbero la via al passo più grande per creare una nuova atmosfera di fiducia anche con le nazioni del Patto di Varsavia. La Nato ha sempre asserito che il suo scopo non poteva essere altro che la difesa; un passo verso un sistema di difesa nonviolenta sarebbe la risposta, più convincente, al le iniziative che ci vengono da Gorbaciov, con il Patto di Varsavia, ed un invito pressante a nuovi passi ancora molto più creativi.

Si tratta del futuro del genere umano, e soprattutto del futuro dei nostri giovani. Io ho grande fiducia che un ordinamento che lascia e garantisce ai giovani la piena libertà di scelta fra un nuovo approccio nonviolento o il vecchio sistema di difesa militare con armi terribili, metterà in evidenza la lucidità dei nostri giovani. Il primo passo sarà espressione di un pluralismo riconciliato, con mutuo rispetto. In un tale clima anche le forze armate tradizionali sarebbero gradualmente disposte a lasciarsi iniziare e preparare alla difesa nonviolenta. Abbiamo bisogno di loro, soprattutto nel campo dei mezzi di comunicazione che giuocano un ruolo enorme nella strategia e tattica nonviolenta.

E' facile prevedere che un primo passo decisivo verso un sistema di ben preparata difesa sociale nonviolenta aprirà nuovi orizzonti, nuove prospettive e nuove possibilità di un rinnovamento della nostra vita politica, culturale e socioeconomica .

Io vedo in un tale passo una sfida meravigliosa per una conversione personale, per poter vivere rapporti sani nonviolenti nelle nostre famiglie, in tutte le nostre comunità a tutti i livelli. Sarà anche per le donne e gli uomini della Chiesa un invito a realizzare la pace all'interno della Chiesa stessa e fra le diverse parti della cristianità, secondo il modello del pluralismo riconciliato che apre grandi speranze per un dialogo fecondo ed un superamento di polarizzazioni inutili e pericolose.

Un primo passo, come ho proposto, verso una scelta secondo la propria coscienza in un problema così scottante, unito ad uno sforzo per la pace, in un pluralismo riconciliato e sempre aperto verso una nonviolenza evangelica, ci potrebbe liberare in vista dell'abisso di violenza in ci si trova il genere umano ed il nostro pianeta terra, da litigi violenti all'interno della chiesa su cose piccole, litigi che si permettono rigoristi intransigenti su questioni secondarie, dimenticando la grande legge della giustizia sanante, dell'amore rispettoso senza il quale la fede è svuotata della sua forza terapeutica e salvante.

Se tutti i credenti in Dio e nel Salvatore del mondo si mettessero generosamente in cammino a servizio del Vangelo della pace e della nonviolenza terapeutica, saremmo facilmente guariti da molte forme di cecità spirituale. Non dobbiamo perdere le nostre energie e la nostra credibilità in litigi violenti su cose secondarie. Il mondo e noi stessi abbiamo bisogno di tutte le forze del vangelo della pace. Ed al centro sta la nonviolenza del Servo-di-Jahvé, del Salvatore del mondo Gesù Cristo.

Bernhard Häring

(da Bollettino - speciale Pax Christi, 1, gennaio 1989, pp. 20-22).

 

Letto 4947 volte Ultima modifica il Lunedì, 10 Ottobre 2011 17:18
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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