Mondo Oggi

Lunedì, 15 Gennaio 2007 12:11

COPPIE DI FATTO E PACS: PROCLAMI E DISSENSI NEL MONDO CATTOLICO

Vota questo articolo
(0 Voti)

COPPIE DI FATTO E PACS: PROCLAMI E DISSENSI NEL MONDO CATTOLICO



ROMA. Le coppie di fatto: sono loro e i loro diritti ancora da riconoscere al centro dell'ennesima crisi all'interno della coalizione di centrosinistra e l'occasione per un nuovo, violentissimo intervento del Vaticano, dalle colonne dell'Osservatore Romano, nel dibattito politico italiano.

Il tema era tornato di attualità prima con un emendamento previsto in Finanziaria che avrebbe allargato alle coppie conviventi, anche se dello stesso sesso, gli sgravi in materia di successione previsti per le coppie sposate - successivamente ritirato grazie all'intervento della teodem della Margherita Paola Binetti, ex-presidente di "Scienza e Vita"; poi con l'iniziativa del Consiglio comunale di Padova di istituire un registro delle coppie di fatto, registro che esiste da molti anni in numerose città italiane come Firenze e Bologna.

Per disinnescare un dibattito potenzialmente esplosivo alla vigilia del voto di fiducia sulla Finanziaria al Senato, Romano Prodi ha fatto approvare dal Consiglio dei Ministri un ordine del giorno che rimanda il dibattito sul riconoscimento civile delle unioni di fatto ad un disegno di legge elaborato dalle ministre Barbara Pollastrini e Rosy Bindi, insieme a Giuliano Amato, da presentare a fine gennaio. Lo stralcio dell'emendamento sulle successioni e le rassicurazioni di Prodi che il governo "farà una cosa seria e saggia, perché siamo persone serie" non sono però bastati a placare le ire del Vaticano, prontamente spalleggiato dal centrodestra che sulle unioni civili promette di fare una battaglia campale.

La bordata più forte la spara il quotidiano pontificio, che il 9/12 apre con un titolo calcolato per creare il massimo scalpore possibile: "Natale 2006: sradicare la famiglia è la priorità della politica italiana". All'interno, l'articolo descrive quella sulle unioni civili come "una battaglia senza senso" e definisce di "carattere ipocrita" le iniziative "che mirano ad accreditare una forma alternativa di famiglia". Già in occasione del caso di Padova, l'Osservatore - in data 6/12 - non si era risparmiato, parlando del registro per le unioni di fatto come dell'ennesima trovata per accreditare culturalmente un modello alternativo di famiglia, specie omosessuale". È "stucchevole", aggiungeva il quotidiano, che "si presentino queste iniziative come risposta ad una società caratterizzata da convivenze eterosessuali quando i promotori di queste iniziative sono quasi sempre i rappresentanti piuttosto delle coppie omosessuali". L'intento è, chiaramente, quello di fare terra bruciata per bloccare sul nascere ogni tentativo di defezione o di dialogo all'interno del mondo cattolico.



Prove di dissenso

Poche, ma chiare, le voci di dissenso da un'impostazione che ricorda quella già adottata dalla Chiesa italiana in occasione del referendum sulla legge 40. Le Comunità cristiane di base, riunite per il loro incontro annuale a Frascati (vedi notizia precedente), ricordano "il valore evangelico dell'amore umano in sé con tutta la sua ricchezza e il suo carico di responsabilità e solidarietà". E questo particolarmente "nel momento in cui si fa straordinariamente aspro il dibattito sul riconoscimento istituzionale dei patti di convivenza e solidarietà fino a divenire o meglio apparire come una contrapposizione frontale fra cattolici sostenuti e spinti da un'impietosa intransigenza papale, e laici semplicemente ispirati dal relativismo". Invece, "lo scontro reale non è fra cristiani e difensori del matrimonio e fautori del relativismo: è piuttosto fra chi ha paura dell'amore, ne diffida e vuole ingabbiarlo, e chi ha fiducia nell'amore e nella capacità creativa dello stesso di affrontare e superare i rischi di derive egoistiche e irresponsabili".

Neppure don Fabio Corazzina, coordinatore nazionale di Pax Christi, condivide l'approccio dell'Osservatore Romano: "È giusto che la Chiesa difenda l'istituzione del matrimonio. Ma non condividiamo l'approccio scelto (ad esempio dal quotidiano della Santa Sede) in questo caso: lanciare accuse, scagliarsi contro qualcuno che fa una scelta diversa dalla nostra di cristiani. Non è la nostra via, non è lo stile di testimonianza evangelica". Inoltre, "in uno Stato laico è opportuno che il legislatore tenga conto di tutti i cittadini, che tuteli la dignità di tutti gli esseri umani, prendendo atto di alcune situazioni di fatto, come quella delle coppie conviventi". Ed è comunque opportuno evitare "i giudizi sommari violenti". Don Giovanni Nicolini, invece, ex-direttore della Caritas di Bologna, si definisce polemicamente anche lui un "convivente" (riferendosi ai 5 monaci con cui vive) e sull'Unità del 14/12 se la prende con l'impostazione "ideologica" data al dibattito da certi politici cattolici: "I temi del Vangelo devono essere tradotti per essere accettati: non ci si può limitare a dire che si agisce 'in nome di', appellandosi ai valori religiosi... mi sento umiliato quando il richiamo alla fede si ferma a rivendicazioni immediate come a quella del crocifisso". Quella delle coppie di fatto è una questione che non bisogna "sacralizzare", scongiurando il rischio di uno Stato "etico", soprattutto dei credenti. Quanto alla legge in sé, lo Stato tutelerebbe "ogni forma di convivenza stabile", anche omosessuale, perché "in uno Stato pluralista e laico non ci possono essere persone ignorate e svantaggiate a priori".



... e prove di allineamento...

L'Azione Cattolica preferisce invece, almeno in questa fase, con un articolo a firma di Giampaolo Dianin, registrare semplicemente la ripresa del dibattito. Quelle dell'Osserrvatore Romano vengono definite "parole forti" per sottolineare quanto sia debole il confine tra il "riconoscere nuove forme di famiglia" e l'"ampliare i diritti delle persone conviventi". Pur affermando che "come cittadini e come credenti ci stanno a cuore le persone", e "siamo consapevoli dell'importanza dei legami affettivi", l'autore ritiene "un passaggio indebito" il "chiamare 'famiglia' tutto e il contrario di tutto svuotando il senso stesso di famiglia fondata su una relazione stabile, scelta e pubblicamente riconosciuta come la intende la Costituzione". Stessa linea anche dal Movimento Cristiano dei Lavoratori che, per bocca del presidente Carlo Costalli, condanna l'iniziativa del governo: "Vogliono legalizzare i Pacs e le unioni gay, intanto continuano a mortificare le famiglie vere".



... anche tra i politici

L'offensiva del Vaticano sembra aver lasciato il segno e i centristi del centrosinistra, cattolici e non, cercano subito di smorzare i toni: lo fa il presidente del Senato Franco Marini dalla conferenza organizzativa e programmatica delle Acli, lo fa Francesco Rutelli che preferirebbe un'iniziativa parlamentare piuttosto che governativa sul tema.

Lo stesso Rutelli, già nel settembre 2005, aveva proposto per le coppie di fatto una soluzione "privatistica" con contratti firmati davanti al notaio. Ipotesi già bocciata dall'Unione ma che adesso torna a circolare. Al centro del dibattito si profila infatti la questione se dare diritti direttamente alla "coppia" riconosciuta dallo Stato oppure alle persone singole inserite al suo interno. "Sono pronta a votare una legge che riconosca i diritti individuali dei soggetti coinvolti in un rapporto di convivenza", ha dichiarato la Binetti: l'importante è non entrare nella sfera del diritto pubblico, ad esempio con misure come la reversibilità della pensione e l'obbligo di assegni familiari in caso di separazione.

Una linea che ricalca quella dettata dal card. Carlo Caffarra in un'intervista al Corriere del 14/12: "Credo ci si debba chiedere se è possibile tutelare i diritti delle coppie di fatto con semplici modifiche del codice civile", senza che ciò implichi "un riconoscimento sociale, una sanzione pubblica": "Se sono per definizione unioni di fatto, allora lo Stato le ignori". E il Paese? Un sondaggio di Repubblica mostra che la maggior parte degli italiani (59%) è a favore di una legge sul tema. Assolutamente contrario invece il 35% dei cittadini. (alessandro speciale)

Letto 1922 volte Ultima modifica il Lunedì, 26 Marzo 2007 16:57
Fabrizio Foti

Architetto
Area Mondo Oggi - Rubrica Ecclesiale

Search