Australia: la spiritualità ecclettica della Generation Y preoccupa la Chiesa
di Stefano Girola
da Jesus – dicembre 2007
Meno della metà dei membri della "generazione Y" (nati fra il 1976 e il 1990) si identificano in una religione tradizionale e sono convinti della propria fede in Dio. È questo uno dei dati principali contenuti in un importante studio presentato a Melboume nel mese di ottobre. Il libro The Spirit of Generation Y: Young people's Spirituality in a changing Australia è il risultato di un progetto durato tre anni e condotto da un team di studiosi dell'Australian Catholic University, la Monash University e la Christian Research Association. Circa 1.300 membri della generazione Y sono stati intervistati e i dati così ottenuti sono stati confrontati con quelli fomiti da un campione di giovani della generazione X ( 1961-1975) e della generazione del "baby boom" (1946-1960). Si tratta indubbiamente dello studio più sistematico mai condotto sulla visione del mondo, i valori, la fede e l'appartenenza religiosa degli adolescenti e dei ventenni australiani. Una ricerca che ha suscitato ampio interesse, anche in vista della prossima Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a Sidney nel luglio del 2008.
Per quanto riguarda la fede, il 48% degli intervistati crede in Dio, contro il 20% di non credenti e il 32% di insicuri. Fra i cristiani, solo il 19% frequenta la parrocchia almeno una volta al mese. Fra i giovani che non credono in Dio, circa il 17% segue una spiritualità «eclettica», aderendo a più culti New Age, esoterici o orientali (incluse credenze nella reincarnazione, negli spiriti, nell'astrologia e nei tarocchi). Più del 30% degli intervistati sono stati invece classificati come «umanisti»: sostituiscono la fede in Dio con la fiducia nell'esperienza umana, nella ragione e nelle spiegazioni scientifiche.
Se alcuni dei dati raccolti hanno confermato tendenze ormai evidenti nella vita delle chiese australiane, come il costante calo dei credenti e dei praticanti, altri risultati sono più sorprendenti. È stata smentita per esempio l'opinione comune che il declino nell'adesione al cristianesimo sia legato a una crescente popolarità delle spiritualità alternative. Lo studio non ha evidenziato una particolare "sete di spiritualità" nei teenagers australiani. Secondo Andrew Singleton, della Monash University, «forze sociali come la secolarizzazione, il consumismo capitalista e l'individualismo hanno un notevole impatto nel modellare la religiosità e la spiritualità della generazione Y. Per questi giovani le credenze religiose e spirituali riflettono delle scelte di vita del tutto personali e non sono affatto necessarie».
Ha sorpreso anche la scoperta che non vi sono differenze significative fra le ragazze e i ragazzi. Un dato che preoccupa il cardinale di Sidney George Pell, che ha ricordato come «generazioni di bambini in Australia hanno ricevuto la fede grazie all'esempio delle proprie madri. È difficile immaginare che molte ragazze della generazione Y svolgeranno ancora quel ruolo cruciale quando diventeranno madri a loro volta».