Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input
Se un islam moderato risultasse impossibile, anche la convivenza pacifica nel nostro villaggio globale sarebbe in grave rischio. Chi sono quindi, se ci sono, questi musulmani moderati? Come distinguerli dagli irenisti ipocriti?
di Gerolamo Fazzini
«Dialogare con i musulmani? Sì, ma a condizione di ottenere risultati concreti. Se noi apriamo all'islam in Europa e poi loro continuano a impedirci di costruire chiese in Medio Oriente, cosa ci guadagniamo?». Il giornalista che, qualche mese fa, prese parte con chi scrive a una trasmissione tivù sul nuovo Papa, non me ne vorrà se prendo spunto dalle sue parole per introdurre un paio di riflessioni su Charles de Foucauld. La beatificazione di colui che amò definirsi «fratello universale» (...) rappresenta infatti un'occasione significativa per riflettere sul senso della missione cristiana, oggi. Specie in un contesto, come l'attuale, in cui il rapporto con l'islam è cruciale.
Si può comandare d'amare? La domanda va piuttosto ribaltata: che senso avrebbe comandare qualcosa d'altro?
di Marcelo Barros
Molte persone, cristiane e non cristiane, si sono spaventate per i recenti interventi del Vaticano, come il motu proprio del papa a favore dell’antico rito romano in latino. Molti si chiedono cosa possa significare per il mondo nel secolo XXI e, soprattutto, per la stessa Chiesa. Percepiscono che, con questa misura, è in gioco ben più di un problema di rito e di lingua.
Nella tradizione della chiesa incontriamo come secondo sacramento la confermazione. Il nome deriva dal latino confirmatio, da intendere qui nel senso di un rafforzamento. Nei teologi medievali troviamo anche il nome di “Imposizione delle mani”. L’Oriente parla di santo Myron (unzione con il crisma) e la caratterizza come “consolidamento” (bebàiosis) e “compimento” (teléiosis).
di Maria Domenica Ferrari
Parola dalle molteplici implicazioni politiche e religiose, una delle più fraintese in Occidente.
Alla voce imâm nel mio dizionario leggo: capofila, imam, esempio, califfo, comandante (dell'esercito), guida (per i viaggiatori), cammello che marcia in testa agli altri, regola, strumento di precisione, squadra, filo a piombo, regolatore, compito, posizione di colui che prega Dio nella direzione della Mecca, decreto di Dio.
Il significato principale della radice ’mm è: stare davanti a, dirigere, assumere la direzione della preghiera.
Imâm è perciò la parola che designa colui presiede la preghiera, compito che può svolgere qualsiasi musulmano pubere, anche schiavo.
Nei primi tempi era Muhammad a presiedere la preghiera. Alla sua morte i suoi successori vennero chiamati imâm, nel senso di guide della Comunità, khalîfa o ‘amîr al-mu‘minîn amministratore dei credenti, espressione molto usata nei primi secoli.
Khalîfa deriva dalla radice kh l f che indica il venire dopo nel tempo, il succedere.
Si hanno perciò due diversi ambiti: imâm si riferisce alla distribuzione spaziale dei fedeli, mentre khaliîfa indica una successione temporale.
Con il passare del tempo, in Occidente soprattutto, con califfo si tende ad indicare il potere temporale, mentre imâm viene sentito più vicino ad aspetti religiosi.
All'origine vi è in ogni caso un'unicità tra le funzioni di guida religiosa e di guida politica-amministrativa sia a livello di Comunità universale, sia a livello di moschea locale.
Nei primi secoli, in effetti, gli amministratori delle province erano nominati dal califfo con anche il mandato per la preghiera.
Con il passare del tempo la direzione della preghiera fu affidata ad un incaricato funzionario della moschea, pagato o dall'erario e dalle fondazioni pie.
In seguito a ciò ogni moschea ebbe un proprio imâm, anzi si potevano avere più imâm a rotazione, uno per ogni scuola giuridica.
A imâm venivano nominati esperti di scienze religiose (‘ulamâ) che potevano essere giudici, muftî.
La prerogativa religiosa deriva dall'essere un esperto di scienze religiose non dall'essere imâm.
Alla morte di Muhammad, che non aveva lasciato indicazioni, una parte della Comunità considerava che ‘Ali, il cugino genero del profeta, avesse diritto alla successione per vincoli di sangue.
Questi musulmani erano detti il partito di ‘Ali Shî‘at al-‘Alî,, gli sciiti.
L'imâm sciita ha una conoscenza superiore, il suo insegnamento ha valore decisivo ed ha prerogative quali l'infallibilità e la conoscenza delle cose invisibili, e si differenzia dal profeta perché rispetto a lui non trasmette una scrittura divina.
Catechesi di papa Giovanni Paolo II del 28 aprile 1999
Meditando sul mistero di Israele e sulla sua "vocazione irrevocabile" i cristiani esplorano anche il mistero delle loro radici.
di André Chouraqui
“Buddha è l’ultimo genio religioso dell’umanità con il quale il cristianesimo dovrà confrontarsi”, affermava poco più di mezzo secolo fa il teologo cattolico Romano Guardini.
di Sr. Maria Teresa Ragusa o. cist.
La lettura del trattato di San Bernardo di Chiaravalle, «Lodi alla Vergine Madre», sembra prestarsi particolarmente ad accompagnare la meditazione durante questo tempo di Avvento.