Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input
Insiste. Tra pochi giorni la fine del mondo distruggerà ogni cosa. Me lo dice al mattino, appena c’incontriamo. Nostradamus l’ha previsto. Non ci resta che rassegnarci ed aspettare. Mi chiede anche che tipo di morte preferirei. Per quanto lo riguarda, preferirebbe la morte nel sonno. Ma siccome sa bene che non sarebbe una morte da fine del mondo, se si potrà scegliere lui opterebbe per la morte per acqua.
Il tempo è il luogo della rivelazione di Dio. Il Dio biblico è un Dio nomade e resta tale nonostante l'edificazione del tempio salomonico.
Ogni esperienza religiosa, per essere autentica, è un’esperienza che ci mette in relazione con gli altri nostri simili e ci porta ad accogliere in noi la loro diversità.
In tutti e tre i testi citati recuperiamo in filigrana la tacita consapevolezza che oltre alla Parola, l’uomo deve confrontarsi con ciò che non può essere detto, pronunciato, scritto. Vale a dire, col silenzio.
Nel film Il fantasma della libertà il regista Luis Buñuel metteva in scena, concatenandole attraverso la presenza dei personaggi, una serie di situazioni paradossali nelle quali il concetto di libertà veniva rappresentato nel suo opposto.
Uno dei temi oggi maggiormente dibattuti è quello relativo alla sicurezza. Si ha l’impressione di vivere in una situazione di assedio, circondati da violenza e morte. Ad una attenta analisi, però, la realtà risulta un po’ diversa. Cifre alla mano, scopriamo di vivere in una delle nazioni più sicure a livello mondiale.
Il mio popolo abiterà un Nevè Shalom (Oasi di pace) Is 32, 18.
Domenicano, padre Bruno Hussar è morto nel 1996 a 85 anni e la sua vita, fin dall’origine, l’ha portato ad essere uomo di frontiera. Nato al Cairo da famiglia israelita non praticante, poliglotta, laureato a Parigi in ingegneria, riceve il battesimo a 24 anni (1935)e nel 1950 è ordinato sacerdote. Quarantenne, approda in Israele per aprire, in accordo col Padre Provinciale dei Domenicani, un centro di studi sull’Ebraismo, poi denominato Casa di Sant’Isaia.
Fino al 1969 il rito romano aveva una sola preghiera eucaristica, con il nome di "canone" della messa, dove il termine significa "norma, regola, misura" dell'azione liturgica. Possiamo affermare che questa preghiera costituisce la "forma" del sacramento dell'eucaristica. Altri riti liturgici hanno preghiere eucaristiche diverse. I bizantini, per es., ne hanno due e le chiamano "anafora", ossia elevazione.
Relazione di Carlo Molari
Il compito affidatomi è di presentare la prospettiva teologica cristiana sulla speranza. Non intendo fare una panoramica della cultura della speranza nelle chiese cristiane, ma vorrei chiarire come un credente viva la propria speranza e come ne possa dare testimonianza, secondo l'invito della prima lettera di Pietro: "Pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi" (1Pt 3,14). Rendere ragione non è però possibile se non si vive in modo personale il rapporto con Dio e il riferimento a Cristo in modo che costituisca ragione di speranza. Questa si chiama speranza teologale ed è stata una delle prime caratteristiche della esperienza cristiana. La speranza teologale non è un semplice desiderio buono portato avanti con costanza.
Bernardo Olivera
abate generale dei trappisti
Ho davanti a me un piccolo libro che si intitola Crocifissi: martirologio 1946-1996. Più sotto si legge: "Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20).