Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input
di Enzo Bianchi
Per lungo tempo, quando si voleva sbrigativamente indicare uno dei punti di maggior dissonanza tra cattolici e «protestanti», si faceva riferimento alla Vergine Maria, quasi che colei che aveva generato Gesù, l'unico Signore di tutti i cristiani, avesse anche dato origine a divisioni insanabili tra i suoi discepoli. In realtà, anche nel vivo delle discussioni sul ruolo di Maria nel piano della salvezza operata da Cristo, particolarmente accese nel movimentato XVI secolo, mai gli esponenti più autorevoli della Riforma rifiutarono a Maria uno spazio nel mistero di Cristo e nella vita del credente.
Jürgen Moltmann
Come... il gatto? Perché non prendere un poco più sul serio i "versetti della gioia" contenuti nella bibbia?
Intervista con Joannis Zizioulas,
metropolita ortodosso di Pergamo
di Gianni Valente
Joannis Zizioulas, metropolita di Pergamo, rimane uno dei teologi ortodossi più apprezzati soprattutto in Occidente. "E’ uno dei più originali e profondi teologi della nostra epoca", scriveva di lui già all'inizio degli anni Ottanta padre Yves Congar. Nel corso degli anni, questo uomo di Chiesa dai modi cortesi e aristocratici ha continuato la sua lettura acuta e penetrante della tradizione dei Padri greci, approfondendo la sua percezione che fonda tutta la realtà e la vita della Chiesa sul sacramento dell’eucaristia.
di Enzo Bianchi
La festa centrale della fede cristiana che dà senso a ogni altra festa, la celebrazione attorno alla quale ruota l’intero anno liturgico, è la Pasqua, giorno della risurrezione del signore, giorno di gioia in cui la luce del risorto irrompe a infrangere le tenebre che non hanno sopraffatto la Vita.
di Geoffroy de Turcheim
Nel momento in cui i cattolici russi denunciano la sempre più crescente ingerenza dello Stato negli affari interni della loro Chiesa,il patriarca ortodosso russo Alessio II, in occasione del tradizionale messaggio natalizio, in maniera molto esplicita, ha lanciato un invito al papa Giovanni Paolo II, nel quale propone la ripresa del dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa: "Riprendiamo i nostri contatti fraterni nella gioia del fanciullo divino che nasce". Conoscendo il tono molto moderato usato di solito nei messaggi da Chiesa a Chiesa, ci si sarebbe potuto attendere che questa offerta fosse espressa in termini più diplomatici! Si è avuta l’impressione che la proposta non fosse un passo personale di Alessio II, ma che fosse proprio il Patriarcato di Mosca a manifestare il suo desiderio di riprendere i contatti.
Tecle Vetrali ofm
Una delle domande più frequenti che vengono rivolte ai cosiddetti "addetti all’ecumenismo" è proprio questa: "A che punto è l’ecumenismo"?
di Olivier Clement(1)
Tutti sanno quanto Giovanni Paolo II abbia a cuore il riavvicinamento tra Cattolicesimo e Ordossia. Grazie al suo straordinario intuito, il papa ha capito che un ecumenismo fondato sulla giustapposizione paritaria di tutte le confessioni cristiane condurrebbe a un vicolo cieco, come quello in cui si trova oggi il Consiglio Ecumenico. Secondo lui l’unità non si potrebbe fare che a partire dall’integrazione delle due grandi Chiese tradizionali, la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa, nate entrambe dalla scissione della Chiesa indivisa del primo millennio. Ambedue, infatti, si situano nella continuità dell’annuncio apostolico, hanno una struttura episcopale e sacramentale ininterrotta. Ambedue nutrono la stessa venerazione per la Madre di Dio e per i santi. Certo, per Roma, il primato petrino è indispensabile per garantire la giusta continuità della Tradizione. Ma l’Ortodossia, come ha sottolineato il cardinal Ratzinger, ha preservato tale giusta continuità grazie al monachesimo e alla liturgia.I problemi teologici che le separano hanno una portata limitata. I più gravi sono di natura ecclesiologica.
di Giuseppe Caffulli
L’ecumenismo in Italia riparte dalle beatitudini. E riscopre il dovere della profezia. È accaduto in un convegno organizzato a Viterbo dalla Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo, insieme alla Federazione delle Chiese evangeliche d'Italia e l'arcidiocesi ortodossa d'Italia sul tema delle beatitudini evangeliche, "un messaggio inquietante e sovversivo agli occhi del mondo", come ha avuto modo di osservare mons. Giuseppe Chiaretti, vescovo di Perugia-Città della Pieve e responsabile della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo. Dopo l'esperienza di Perugia, quando nel 1999 le Chiese si trovarono a riflettere e a meditare sul Padre nostro, dal 6 all'8 febbraio i rappresentanti delle Chiese hanno indicato la pratica delle beatitudini evangeliche come via maestra per vivere oggi la dimensione ecumenica. Ai lavori di Viterbo era presente padre Traian Valdman, teologo ortodosso della Chiesa rumena, da anni impegnato nel dialogo tra le confessioni cristiane. Interpellato da Mondo e Missione, Padre Valdman spiega il senso dell’evento "per la Chiesa di Dio che è in Italia".
di Enzo Bianchi
Nel dialogo ecumenico che la Chiesa cattolica cerca di costantemente di rinnovare, soprattutto dai giorni del beato Giovanni XXIII, vi è un indubbio primato di attenzione e di interesse per le Chiese dell'ortodossia. Sono infatti Chiese che hanno conservato intatta la fede apostolica espressa nei sette concili ecumenici e che si nutrono e vivono ancora della teologia e della spiritualità dei grandi padri della Chiesa indivisa. Quando si riprende una felice espressione di Giovanni Paolo II e si ripete che la Chiesa deve "respirare con i due polmoni d'Oriente e d'occidente", si attesta la necessità della presenza delle Chiese ortodosse per una comunione ecclesiale veramente "cattolica".
di Giuseppe Caffulli
L'inverno delle relazioni ecumeniche tra Chiesa ortodossa russa e Chiesa cattolica non accenna a dissolversi. E rischia di mettere in ombra anche il cammino positivo che sin qui le Chiese hanno compiuto sia a livello istituzionale negli organismi ecumenici sia a livello di collaborazione concreta (basti pensare, ad esempio, al sostegno offerto dall'"Aiuto alla Chiesa che soffre" per il sostentamento e la formazione dei sacerdoti ortodossi: 26 milioni di euro nel decennio 1992-2001).