Vita nello Spirito

Sabato, 26 Giugno 2004 10:55

Studiare spiritualità (Jesus Castellano Cervera ocd)

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Non è facile oggi parlare di spiritualità, nè offrire una sintesi autorevole ed aggiornata delle relative tendenze in questa fine del secolo e del millennio.

STUDIARE SPIRITUALITA'

di Jesus Castellano Cervera ocd

Non è facile oggi parlare di spiritualità, nè offrire una sintesi autorevole ed aggiornata delle relative tendenze in questa fine del secolo e del millennio. Vi sono tuttavia opere di vasto respiro, alle quali rimando - come lo studio di Stefano De Fiores, La nuova spiritualità, Studium/Roma 1995 o la mia sintesi ancora in fase di elaborazione definitiva: Spiritualità contemporanea, Teresianum/Roma 1997 - limitandomi qui a parlare della teologia spirituale come trattato teologico. Il nostro secolo è stato particolarmente fecondo per la spiritualità. Basti pensare che è partita alla fine degli anni trenta la svolta che ha segnato la fine di un'epoca, quella della spiritualità moderna, la fine della spiritualità cattolica dell'epoca post-tridentina e il progressivo ritorno alle fonti nonché all'apertura al mondo e alla società. Di queste due tendenze, il ritorno alle fonti ha suscitato una vera "rivoluzione copernicana" nella spiritualità, con la riscoperta della spiritualità biblica, patristica, monastica, liturgica e le integrazioni provenienti dal dialogo ecumenico ed interreligioso; con la seconda, l'apertura al mondo, è fiorita una spiritualità apostolica, la presenza dei cristiani nella società, l'incarnazionismo come opposto alla fuga dal mondo e all'escatologismo, una santità come immersione nel mondo, nel lavoro, nella famiglia, nel temporale...

Questo molteplice e poliedrico rinnovamento è confluito nel Vaticano II, che può e deve essere letto come sintesi di dottrina ed esperienze dei decenni precedenti ma anche come programma pastorale per il futuro.

IL RINNOVAMENTO CONCILIARE

Il Vaticano II ha consolidato una spiritualità e quindi una teologia spirituale più attenta alle fonti, specialmente alla Bibbia e alla liturgia, maggiormente ancorata alle grandi tematiche del dogma, più decisamente ecclesiale e comunitaria, aperta al mondo e all'azione, non di élites religiose ma di vasta base laicale e battesimale, aperta alla concreta esperienza della gente e quindi alla storia.

La teologia spirituale deve la sua fortuna non tanto ai teologi di mestiere quanto all'entusiasmo del popolo di Dio, in un tempo di forte ricerca di esperienza viva del mistero e del Vangelo. Occorre perciò ricordare, accanto alle citate correnti rinnovatrici, i molti movimenti laicali, ecclesiali o spirituali, che hanno fecondato la riflessione, incoraggiato le ricerche, arricchito l'esperienza della Chiesa con inedite grazie spirituali.

Non si può ignorare questo contributo della storia contemporanea, l'ultimo tratto della vicenda ecclesiale, in un'epoca che può vantare i propri teologi e maestri, i testimoni e i santi, i gruppi e le comunità nuove, che la fanno non meno significativa, per la spiritualità, di quanto possa essere stata l'epoca moderna o quella medioevale.

In questo senso la teologia spirituale, nella ricca sintesi dell'esperienza secolare e dell'esperienza qualificata che è alla base della sua elaborazione, insieme alla sorgenti perenni della fede e della vita, deve contenere il contributo dei movimenti comunitari, l'evangelismo di certi gruppi, il realismo e l'impegno della spiritualità di liberazione di area latinoamericana ma anche asiatica e africana, la sfida del dialogo interreligioso, il ritorno dello Spirito con i movimenti carismatici.

Come non può ignorare nella sua sintesi vitale e dottrinale il contributo delle donne del nostro tempo, l'apertura alla mistica, la crescente richiesta di una spiritualità inculturata, il desiderio di una crescita della spiritualità di comunione aperta e di un concreto senso della chiesa locale e di dialogo con la cultura e le culture, né d'altra parte può dimenticare le insidie delle sètte o l'ambiguità della postmodernità.

Se non tutte queste proposte possono essere tematizzate, è chiaro che il teologo spirituale si trova nella necessità di offrire una teologia spirituale aggiornata e di coltivare una sensibilità verso una spiritualità non puramente deduttiva ma declinata sia con le istanze dell'esperienza contemporanea del vissuto cristiano, entusiasmante e complesso, sia con le insidie che possono provenire da deviazioni, misticismi e spiritualismi che anche oggi mettono in pericolo l'autentica spiritualità cristiana.

Il rigore scientifico e la sensibilità spirituale obbligano ad illustrare i principi fondamentali della vita spirituale, ma non sottraggono il teologo all'ampiezza dell'informazione, all'attualizzazione delle problematiche, alla ricchezza delle prospettive teologiche.

Anzi, nella misura in cui il teologo spirituale sa dialogare con i principi, l'attualità e i grandi classici della spiritualità, è capace di offrire delle prospettive che facciano sentire la spiritualità come qualcosa di vivo, di attuale, di significativo. Viceversa, un'insensibilità verso il clima spirituale del nostro tempo, o verso i problemi esistenziali concreti può relegare la teologia spirituale nel cestino delle materie sorpassate, può generare delusioni in coloro che hanno fiducia di trovarvi risposte che parlino alla mente e al cuore più che grandi tematiche scientificamente svolte.

TEMI DI UN TRATTATO DI SPIRITUALITA

I temi fondamentali di un trattato di teologia spirituale sono quelli relativi a un'appropriazione del mistero cristiano vissuto; la santità, la grazia come comunione in Dio e Cristo e nello Spirito; la Chiesa e la sua dimensione sacramentale e liturgica come fonte e culmine della vita cristiana; il cammino delle virtù teologali; il dinamismo della preghiera cristiana, il cammino della perfezione nella carità, la necessaria ascesi, l'apertura alla mistica e al suo discernimento; la chiamata universale alla santità e le accentuazioni delle varie vocazioni ecclesiali; la carità apostolica e politica, l'unità di vita..

Tutte queste tematiche vanno anche misurate con le problematiche e le accentuazioni che vengono percepite oggi nell'insegnamento nella misura in cui la spiritualità respira l'aria del nostro tempo, vive le vicende della nostra epoca, partecipa alla cultura spirituale odierna.

Oggi gli studenti di teologia non cercano nella teologia spirituale una specie di ricettario né solo un trattazione sistematica dei terni riguardanti la preghiera o la devozione. Molti probabilmente, forse inconsapevolmente, cercano in questa scienza, oltre che una risposta a bisogni urgenti di verità e di concretezze del rapporto personale col mistero di Cristo, la possibilità di rendere vive e vitali le tematiche studiate in altri ambiti delle scienze teologiche, dalla dogmatica alla morale, dalla liturgia alla pastorale.

La teologia spirituale dovrebbe contenere il segreto della sapienza della sintesi e specialmente della possibilità di appropriarsi vitalmente delle realtà teologiche fondamentali: il mistero trinitario, la vita e i misteri di Cristo, il vissuto dei sacramenti, la concretezza della vita di grazia e delle virtù teologali. Perché c'è anche chi cerca le vie di personalizzazione della fede, della preghiera e della maturazione verso una santità concreta, non illusoria, l'unità fra contemplazione e apostolato, tra vocazione personale ed esperienza comunitaria. Altri cercano il contatto con i grandi maestri di spirito della storia, o risposte chiarificatrici e criteri di discernimento e orientamento su forme straordinarie della manifestazione di Dio. Cercano insomma una scienza viva, capace di misurarsi con le inquietudini dello spirito, spesso ben più radicali e sottili di quelle della mente.

Letto 2725 volte Ultima modifica il Giovedì, 24 Giugno 2010 21:53
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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