Vita nello Spirito

Sabato, 24 Novembre 2007 23:19

Intelligenza ed emotività (Felice Di Giandomenico)

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Esiste una relazione tra intelligenza ed emozioni? Sembra proprio di sì. È quanto emerge da autorevoli studi che hanno messo in evidenza il concetto di intelligenza emotiva, ossia della capacità di controllare le proprie ed altrui emozioni, di differenziarle e di usare tali informazioni per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni.

L’intelligenza emotiva rende l’individuo capace di gestire meglio sia le proprie reazioni interiori sia i rapporti con gli altri, enfatizzando in modo particolare le differenze individuali degli aspetti psicologici e funzionali delle emozioni e la relazione tra mente emozionale e mente relazionale.

Daniel Goleman, uno dei massimi esperti nel campo dell’intelligenza emotiva, è convinto che le nuove scoperte scientifiche sono incoraggianti. Ci assicurano che, se cercheremo di aumentare l’auto-consapevolezza, di controllare più efficacemente i nostri sentimenti negati vi, di conservare il nostro ottimismo, di essere perseveranti nonostante le frustrazioni, di aumentare la nostra capacità di essere empatici e di curarci degli altri, di cooperare e di stabilire legami sociali. In altre parole, se presteremo attenzione , in modo più sistematico, all’intelligenza emotiva, potremo sperare in un futuro più sereno». Ma come funziona, in concreto, questa relazione tra intelligenza ed emotività?

Di solito vengono indicate cinque caratteristiche (o abilità) che compongono l’intelligenza emotiva insieme alle capacità più specifiche che ne derivano. Queste caratteristiche rappresentano dei veri e propri indicatori con cui esse si manifestano e consentono di comprendere il contributo fornito alla salute mentale o, viceversa, i costi che possono derivare a quest’ultima quando queste capacità risultano deficitarie o insufficienti.

La prima caratteristica riguarda la consapevolezza emotiva, ossia la capacità di distinguere le denominare le proprie emozioni in determinate situazioni, riconoscendo i segnali fisiologici che ne indicano il sopraggiungere con relativa capacità di comprendere le cause che scatenano determinate emozioni. La seconda caratteristica, che contraddistingue il rapporto tra intelligenza ed emozioni, riguarda il controllo emotivo, vale a dire la capacità di tenere a bada gli impulsi e l’aggressività che possono scaturire da eventi o situazioni particolari. Terza caratteristica è la capacità di sapersi motivare, ossia la capacità di convogliare ed armonizzare le proprie emozioni al fine di raggiungere un obiettivo, reagendo in modo adeguato agli insuccessi ed alle frustrazioni. Aspetti specifici di questa terza caratteristica sono l’ottimismo e lo spirito di iniziativa. La quarta caratteristica riguarda l’empatia, che consiste nel saper riconoscere “gli indizi emozionali” altrui dimostrando sensibilità nell’accogliere gli stati d’animo dell’altro. Quinta ed ultima caratteristica è un’efficace gestione delle relazioni interpersonali, che implica la capacità di comunicare in modo funzionale con gli altri e di far fronte ai conflitti che possono determinarsi in qualsiasi tipo di rapporto.

Le capacità individuali nelle cinque aree che compongono l’intelligenza emotiva producono, ovviamente, degli effetti nella vita quotidiana.

Di conseguenza il benessere psicologico e le capacità di successo possono dipendere in gran parte del buon funzionamento di queste abilità emotive così come, un’alterazione delle stesse può determinare malesseri emozionali con relative difficoltà nei rapporti interpersonali.

Le emozioni, coinvolgendo i fattori fisici, psichici e sociali, svolgono di conseguenza un ruolo importantissimo per la salute mentale e rappresentano fenomeni complessi che si manifestano su tre piani ben distinti che coinvolgono la sfera psichica, la sfera biologica e la sfera sociale. Oltre alla consapevolezza e all’apprezzamento che un individuo può provare verso i propri sentimenti, l’intelligenza emotiva comprende anche la percezione e la considerazione dei comportamenti non-verbali, incluse le sensazioni corporee evocate dall’attivazione emozionale, le espressioni facciali, il tono della voce e la gestualità esibita dagli altri. Vi sono però differenze individuali nella capacità delle persone di elaborare ed usare l’informazione. Individui con elevati livelli di intelligenza emotiva riescono facilmente ad identificare e descrivere i sentimenti “vissuti” in se stessi e negli altri, usando generalmente le emozioni in modo adattivo.

In altre parole, intelligenza ed emozioni sono unite: le idee nascono dagli affetti e dalle emozioni. L’intelligenza è il frutto dell’affettività e non soltanto delle capacità cognitive. […] La vera intelligenza è dotata di ampiezza oltre che di profondità e si espleta in una vasta gamma di attività e di interessi».


Intelligenza e capacità di auto-controllarsi

Le persone che riescono a controllare adeguatamente i propri vissuti emotivi sono in grado di non lasciarsi travolgere dalle loro esperienze affettive, evitando il cosiddetto “sequestro emotivo”. Questa capacità di gestire i vissuti emotivi agisce sulla salute mentale impedendo che delle emozioni negative, quali l’ansia e la tristezza, divengano dei sentimenti stabili e possano trasformarsi in patologie ansiose o depressive. Tale abilità inoltre, consentendo di distinguere le emozioni dalla azioni, è alla base della capacità di concentrarsi nello svolgimento di un compito, di riflettere e di pianificare azioni, tutte doti importanti per il successo nello studio, nel lavoro, nello sport, ecc. Ad alcuni professionisti, quali ad esempio chirurgi, avvocati, psicologi clinici e dirigenti, questa capacità di gestione del vissuto emotivo risulta di notevole aiuto.

Esso risulta altresì fondamentale per affrontare al meglio le sfide agonistiche sportive e quelle che spesso la vita impone a tutti noi. Buone capacità di controllo delle manifestazioni emotive rappresentano il fulcro dell’adattamento sociale e quindi sono fondamentali per il successo in tutte quelle attività mediate dalle relazioni interpersonali. La carenza nel controllo delle manifestazioni emotive può generare conseguenze più o meno gravi a seconda del livello di difficoltà presentato. In casi di lievi difficoltà in tale abilità si possono avere problemi relazionali che possono incidere anche sulle prestazioni (esami, rapporti professionali) che implicano rapporti sociali.

Felice Di Giandomenico

(da L’ancora, n.5, 2005)

 

Letto 6400 volte Ultima modifica il Lunedì, 24 Febbraio 2014 23:27
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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