A lungo andarono le Donne, così parlando del Bambino, nel desiderio di adorarlo, ciascuna a suo modo. Ed essendo giunte al Bambino posto nel presepio, la Giustizia e la Misericordia, collocatesi alla porta, non permisero alle altre di portarsi più vicino, fin quando non avessero spiegato la loro intenzione di adorare e contemplare il Bambino, ciascuna a suo modo, e di ricevere da lui la grazia di poter portare molto frutto nel mondo.
1. La Lode
Per prima la Lode disse: «E degno e giusto che il Bimbo sia lodato, in quanto è buono e grande, poiché in lui sono unite l’azione umana e quella divina. Né io né qualsiasi creatura siamo capaci di dire le sue lodi.
«Ma voglio dire, per quel che me lo concede la mia capacità e natura, che questo Bambino è il Figlio di Dio, somma bontà sostanziale, somma grandezza, somma verità e tutti gli altri attributi divini, ed è uomo, bontà e grandezza creata. Da queste deriva la realtà personale più alta nella natura universale, per mezzo della quale tutte le cose sono state fatte e dalla quale tutte sono mantenute nell’essere. Questo stesso Bambino è Dio e uomo, e in lui l’umanità si riferisce alla Divinità e viceversa. Egli contiene in sé tre nature, cioè del corpo, dell’anima razionale, e la natura divina, che impersona le altre due.
«In questo Bambino tutto l’universo è esaltato, poiché l’uomo partecipa con tutte le creature, e Dio diviene uomo. Dio Padre mandò il Figlio a redimere il genere umano con la sua morte, e ad agire con ogni forma di potenza, che questo benedetto Bambino ebbe in sommo grado».
2. La Preghiera
«Adoro, disse la Preghiera, il benedetto Bambino, Dio e uomo, la divinità e le molte altre sue qualità secondo l’umanità. Lui solo è adorato in tutte le cose, poiché ogni forma di adorazione deve rivolgersi a lui come a suo fine obiettivo.
«Adoro in lui la somma bontà, la grandezza e tutte le altre sue qualità increate; adoro la sua somma intelligenza e ogni altra sua azione, in quanto è uomo che contiene queste stesse qualità come create, e l’adoro perché per mezzo di lui tutte le cose sono state fatte; e a lui offro tutte le mie capacità e le mie azioni. E se posso dire ancora di più a sua gloria ed onore, adoro il Bambino, che dopo la passione e la morte risorse il terzo giorno, e con lui do gloria alla beata Vergine madre di lui».
3. La Carità
Disse la Carità: «Un Bimbo ci è nato, un Figlio ci è stato dato. Il Figlio di Dio è carità; ed io sono la Carità, la sua ancella, ed intendo operare secondo le mie forze affinché i popoli lo amino e amino tutto il resto in vista di lui. Questo carico mi è lieve di per se stesso, ma pesante quanto agli uomini, che trascurano e ignorano me e il Bambino.
«Egli nacque dalla beata Vergine, accesa di infinita carità. Ella concepì per affiato divino e senza dolore generò e nutrì il Bimbo. Gli Angeli, gli Arcangeli, i Patriarchi, gli Apostoli e tutti quanti i Santi lodano nella gloria in perpetuo il Bimbo pieni d’amore per lui, lo adorano e lo glorificano, e amando lo contemplano; e la loro carità inenarrabile trascende ogni sentire umano.
«In quanto è uomo, il Bimbo non è per sua natura carità; ma partecipa di quella, secondo che la si può trovare creata, con cui ama se stesso, Dio ed uomo, e tutte le cose create, e ama se stesso con quella carità infinita che egli stesso è. Queste due carità sono così grandi nel Bambino, che tutte le lingue e tutti gli intelletti di uomini e di angeli non sono in grado di esprimere l’unione, la grandezza e la forza che hanno nel Bambino».
4. La Contrizione
«Quando rammemoro, disse la Contrizione, quanto il Bambino sia degno d’esser conosciuto, amato, lodato e servito, ed esser mantenuto in perpetuo nella memoria, non so che dire, piena di timore per la colpa che ho di quel che ho commesso. E temo la divina giustizia perché non ho sensibilità o movimento se non per misericordia di Dio, nella quale spero quando considero l’altezza del Bimbo e perché si è fatto uomo. Sono stata molto negligente e ingrata nel suo servizio. Sono triste e mi addoloro, se considero le somme ricchezze e onori e ragioni increate, e le somme ragioni create del Bimbo, che sono unite insieme in lui, e dall’altro lato le bestemmie, le ingiurie, il disprezzo, i vituperi, e le molte altre malvagità contro di lui. E molto mi rattristo in egual modo, poiché avevo l’impegno di far sì che gli uomini con cuore contrito si dolessero dei loro peccati e chiedessero misericordia al Bimbo».
5. La Confessione
Disse la Confessione: «Confesso, che il Figlio di Dio ha esaltato l’universo a cui è stato donato. Infatti senza di lui il mondo non sarebbe stato fatto dal nulla. Egli poi, in quanto è uomo, è parte dell’universo, che ascende all’ordine sommo esistente nell’eterna realtà divina, congiungendo la fine al principio, l’uomo e Dio».
Ed ancora disse la Confessione: «Confesso che l’universo ha in sé ordine e proporzione in vista del proprio fine, che è questo Bimbo, e il fatto che il cielo è così grande e mobile, stellato, luminoso, sferico e denso. E così il Bimbo può dirsi fine degli angeli e degli uomini, degli elementi e di tutte le cose.
«E confesso inoltre, che il mondo sarebbe privo della sua forma, se il Figlio di Dio non fosse uomo. E la ragione ne è che le ragioni divine, essendo infinite nella perfezione e nella forza operativa, potrebbero rendere l’universo sempre migliore, e di ciò non vi sarebbe mai fine; il che contrasta con l’ordine universale. Ma poiché in questo Bimbo tutte le cose inferiori sono presenti in quanto è uomo (poiché egli è tale) Dio non avrebbe potuto esaltare maggiormente l’universo, che unendo la creatura al suo principio creatore.
«Confesso ancora, che se tutte le realtà somme e infime potessero parlare, non sarebbero capaci di esprimere la lode che si conviene al Bimbo. Tutte le cose sono finite; la bontà del Bimbo invece è infinita, e tra di esse non vi è alcuna proporzione o misura comune».
La Confessione così concluse: «Ahimè, il Bambino non è tenuto in tanto onore e reverenza quanto dovrebbero. Anzi gli uomini ingrati di questo mondo lo hanno in obbrobrio, e non vado oltre. La Giustizia divina e la Misericordia vedano quel che sia da fare a questo proposito; e che cosa a proposito dei prelati e dei principi a cui il mondo è affidato, i quali così poco si curano dell’amore che devono al Bimbo».
6. La Soddisfazione
Disse la Soddisfazione: «Dio è eterno, infinito, e in tutte le sue ragioni perfetto. Ne consegue che egli era degno di venir conosciuto, amato, lodato e benedetto dalla sua creatura. Sapendo ciò Iddio, e volendo dar soddisfazione a se stesso, ordinò il mondo secondo questa sua intenzione, ma un tal fine non si sarebbe potuto raggiungere, se il Bimbo non avesse dato soddisfazione. La proporzione dell’universo non è infatti di per sé sufficiente a raggiungere un fine così alto e supremo, essendo l’universo infimo e finito. Ma il Bimbo, essendo Dio, è eterno e infinito; così l’ordine divino diede soddisfazione all’universo per mezzo del Bimbo, disponendo l’universo secondo l’ordine del Bimbo, in modo che l’uno e l’altro ordine in lui risplenda».
E ancora disse la Soddisfazione: «In quanto uomo, il Bimbo volle dare soddisfazione a Dio Padre, poiché non volle possedere alcun bene terreno in questo mondo, fu giusto e umile, virtuoso, obbediente, benigno e servo di Dio Padre, appeso al patibolo della croce, percosso e ferito; e per amore del Padre volle sopportare molte altre offese.
(...)
Dopo che le Donne predette ebbero terminato il loro discorso, la Giustizia e la Misericordia permisero loro di entrare e di adorare il Bimbo, poiché gli erano piaciute la loro intenzione e le cose che esse gli avevano detto.
E vedendo il Bimbo, le sei Donne inginocchiate cantarono diversi canti.
La Lode per prima disse: «Siano gloria e lode a te, o Signore, e in terra pace agli uomini di buona volontà».
Disse la Preghiera: «Ti adoro, Cristo Gesù, poiché sei l’unigenito di Dio Padre».
La Carità disse il cantico: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore».
E la Contrizione: «Abbi misericordia di me, Signore, secondo la tua infinita misericordia».
La Confessione disse: «Confesso a te, Padre, re del cielo e della terra».
E infine la Soddisfazione: «Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito; non come io desidero, ma come tu desideri».
Raimondo Lullo
(tratto da Raimondo Lullo, Il libro del Natale del Bambino Gesù)