Vita nello Spirito

Domenica, 01 Gennaio 2012 23:00

L'adorazione dei magi (Anselm Grün)

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Anselm Grün, il popolare benedettino, autore di successo, esamina e spiega a modo suo il racconto di Natale e lo semina nel terreno dei nostri giorni, cercando di radicare in modo vivo la spiritualità nella vita odierna.

Nel vangelo di Matteo non sono i pastori ad adorare il bambino, bensì i magi, gli astrologi, gli interpreti dei sogni, gli uomini provenienti dall'Oriente, da lontano, rappresentanti dei pagani. La tradizione ha visto in essi dei re. Essi sono tre re, perché rappresentano i tre campi dell'uomo, il corpo, l'anima e lo spirito, l'intelletto, il sentimento e la volontà. Si tratta di uomini regali, che sono consapevoli della loro dignità. Eppure si prostrano davanti al bambino divino, perché riconoscono in lui qualcosa che a loro manca. In questo bambino irradia Dio stesso. E quando Dio risplende in un uomo, allora l'uomo diventa quel che propriamente deve essere, un'immagine non falsata, unica e irripetibile di Dio, l'espressione singolare di Dio nel mondo. Il vero re è colui in cui regna Dio. Quando Dio regna in noi, noi siamo liberi dal dominio dei nostri malumori e delle nostre passioni, nessun uomo ha più potere su di noi, non dipendiamo più da alcuno e siamo veramente uomini regali. I magi trovano il bambino e si prostrano davanti a lui per adorarlo. Gli offrono i loro tesori: oro, incenso e mirra. I loro doni manifestano chi è il figlio di Maria. Egli è un figlio regale, cui spetta l'oro. L'oro ricorda lo splendore che circonda il re. Dio stesso è diventato uomo in questo bambino. Al Figlio di Dio spetta l'incenso, che sale al cielo e apre il cielo sulle nostre vite. Inoltre questo bambino è il salvatore. Egli guarirà gli uomini, e li guarirà soprattutto dalla ferita che più li tormenta, dalla ferita della morte. Ciò è indicato dalla mirra, il rimedio proveniente dal paradiso terrestre e capace di sanare tutte le nostre ferite.
I tre doni dei magi mostrano anche chi noi propriamente siamo, quale sogno Dio ha fatto nei nostri riguardi. Siamo uomini regali, figli e figlie di re. Il re è colui che vive anziché essere vissuto dall'esterno, è colui che domina anziché essere dominato da altri. Il re è l'uomo integrale, che sta in sé e risponde di sé. E attraverso l'incarnazione di Dio in Gesù Cristo anche noi siamo diventati uomini regali. Dio ha trasformato la nostra natura mortale. Nel nostro profondo siamo una cosa sola con lui. Qui sta la nostra vera essenza. Poiché Dio con la nascita del proprio Figlio ci ha divinizzati, non abbiamo più bisogno di atteggiarci a dèi che si pongono al di sopra degli uomini. Non abbiamo più bisogno di correre dietro a qualche idolo. La vita divina è in noi. Nel profondo della nostra anima siamo già arrivati al traguardo. Là sale al cielo l'incenso della nostra nostalgia, a quel cielo in cui saremo veramente a casa. E pure la nostra vocazione consiste nel sanare ferite. Non possiamo guarire uomini feriti con le nostre forze. Ma Dio ci ha donato lo Spirito sanante di Cristo, affinché possiamo assolvere il compito affidatoci: «Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni» (Mt 10,8).

Anselm Grün

(tratto da Anselm Grün, Vivere il Natale, Queriniana, Brescia 2000, pp. 38-39)

 

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Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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