Una concezione dualistica ha portato a considerare, solitamente, lo spirituale come contrapposto e distaccato dal materiale. Come se si trattassero di due mondi antitetici, irriconciliabili fra loro. Concezione gnostica che si è perpetuata nel tempo e che ha contaminato buona parte della storia cristiana. La mistica c’insegna a vedere in modo unitario, complessivo. Non si distingue, ma si è alla ricerca dell’essenziale, dell’Assoluto. E questa ricerca accompagna ogni dimensione dell’esistenza. Si è profondamente spirituali anche quando si puliscono le latrine o s’imbiancano le stanze. Quando si va per strada o quando ci si corica per dormire. Non perché questi atti debbano essere elevati tramite un pensiero – una preghiera costante – che li purifichi e li renda degni nel nostro essere in relazione con Dio. Ma quegli stessi atti, compiuti nella consapevolezza del proprio agire – quella medesima coscienza che ci fa gustare il pane come pane e ci fa rispondere nella semplicità del sì e del no – sono essi stessi parte integrante della nostra esistenza spirituale. Il nostro essere nel mondo e per Dio.
Questo percorso spirituale è ben più difficile ed impegnativo dell’altro che si dibatte tra il sacro ed il profano e che ha bisogno di tenere misurati i minuti dell’impegno e delle devozioni. Teso a conquistare maggiore spazio per il sacro, ma destinato – irrimediabilmente – a fallire, non conciliando l’esistenza e addomesticando le coscienze nella convinzione della sufficienza di doveri eseguiti.
La prospettiva mistica, unitaria ed in costante ricerca dell’Uno, non va confusa come se fosse una moda new age o un miscuglio di filosofie orientaleggianti. Nasce dal mistero stesso della rivelazione divina in Cristo. Si fonda sulla divino-umanità del Figlio che ha preso su di sé la carne umana. Caro cardo salutis: la carne è il cardine della salvezza.
La mistica è ciò che ci permette di accogliere lo Spirito nella nostra dimensione umana. È lo sguardo nuovo dell’esistenza. Ove tutto viene ad assumere un nuovo sapore: si entra in un nuovo mondo, nella dimensione della trasfigurazione. Anche le azioni più profane si caricano non solo di significato, non solo diventano il luogo del perenne essere prossimo a Dio dell’uomo, ma conoscenza del distendersi dell’amore avvolgente di Dio.
Battista Campo