Vita nello Spirito

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Spiritualità della Vita Religiosa (189)

Mercoledì, 16 Marzo 2005 18:01

Vocazione e personalità (Thomas Merton)

Per amare il nostro fratello dobbiamo prima rispettarlo nella sua autentica realtà personale, e non possiamo farlo se non abbiamo noi stessi raggiunto il rispetto per la nostra persona, una personalità matura.
Spiritualità Marista di Padre Franco Gioannetti Ventinovesima partePer Colin la nostra congregazione si riaggancia idealmente e spiritualmente alla Chiesa nascente, alla comunità apostolica di Gerusalemme, radunata con Maria, inviata dalla Spirito Santo verso i confini della terra. In “Parole di un fondatore” (42/3), dice: “Noi non prendiamo come modello alcun corpo; non abbiamo che altro modello che la Chiesa nascente, la società di Maria ha cominciato come la Chiesa; bisogna essere come gli apostoli e come quelli che si unirono a loro: cor unum et anima una”. Ancora interessate è quanto dice in “Parole di un fondatore” (159): “Quelli che…
Il settimo grado dell'umiltà consiste non solo nel qualificarsi come il più miserabile di tutti, ma nell'esserne convinto dal profondo del cuore.
Il sesto gradino dell'umiltà si ha se il monaco si accontenta di tutto ciò che è più vile e spregevole e in tutto quello che gli viene comandato si considera come  un operaio inetto e indegno (RB 7, 49).
Spiritualità Marista di Padre Franco Gioannetti  Ventottesima parteIn primo luogo faccio ora riferimento ad alcuni brani del volume "Parole di un Fondatore", che riporta discorsi, riflessioni, esortazioni del P. Colin, citandoli sinteticamente.Nei paragrafi 42, 3; 117, 3; 119, 9 il P. Colin ci dice che:"la Chiesa nascente è il modello della società di Maria che non ha altri modelli che quella".Nel paragrafo 115, 5: "la Società di Maria ne deve rappresentare i primi tempi".Nel 120, 1 afferma che la Società deve irrigare una nuova Chiesa.Nel 150 che deve imitare la Chiesa nascente.Vorrei ora puntualizzare in modo più approfondito, secondo la Tradizione…
Il quinto grado dell'umiltà consiste nel manifestare con un'umile confessione al proprio abate tutti i cattivi pensieri che sorgono nell'animo o le colpe commesse in segreto (RB 7, 44).
Spiritualità Marista di Padre Franco Gioannetti  Ventisettesima partePer poter scrivere del Carisma Marista è necessario iniziare facendo riferimento al Concilio Ecumenico Vaticano II.Infatti questo ha riconosciuto alla vita religiosa nella Chiesa il ruolo di segno profetico (vd. Perfectae Caritatis 1a, 12a, 13a); quindi allo stato di vita religiosa spetta un carattere particolare di segno (vd. Lumen Gentium IV 31b (ed esso è un carisma conferito da Dio alla Chiesa (vd. Lumen Gentium II 12,13).Questo Carisma fondamentale si specifica poi nella grande famiglia delle Congregazioni religiose secondo accenti diversi ed esperienze diverse.Ma in base a cosa avviene questa specificazione?In base al legame…
di Padre Franco Gioannetti   Ventiseiesima parte L’umiltà di Gesù costituisce il fulcro del mistero di Nazareth. La "kénosis" dell'Unigenito figlio di Dio, del Verbo del Padre, si realizza storicamente nella nascita da una madre obbediente ed umile in un ambiente dl grande povertà materiale. Ed alle umili e povere persone che ha attorno a sé, come suoi primi adoratori, Egli "era sottomesso".
San Benedetto lo ricorda ai suoi monaci, ma noi sappiamo che il precetto del Signore non è solo per i monaci; che è per tutti i cristiani; sappiamo che ogni battezzato è chiamato alla perfezione, è chiamato a vivere il precetto della carità nella sua totalità.
Venerdì, 17 Settembre 2004 22:58

Introduzione alla spiritualità marista

di Padre Franco Gioannetti  Venticinquesima parte I membri della Società dovranno inoltre abbandonare tutto così come gli apostoli abbandonarono tutto per seguire Cristo. L'obbedienza per loro era inseparabile dalla povertà; abbandonare tutto, rinunciare a se stessi per mezzo dell'abnegazione, seguire Cristo nell'obbedienza.
Il terzo gradino dell’umiltà consiste nel sottomettersi in tutta obbedienza, per amore di Dio, al superiore, a imitazione del Signore, del quale l’Apostolo dice: "Fatto obbediente fino alla morte" (RB 7,34).
Ci sono delle obbedienza necessarie a ogni uomo, che non è possibile eludere in alcun modo e che punteggiano tutta la vita di ciascuno, proprio perché sono caratteristiche della condizione di ogni creatura.

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