Di questo ha parlato il teologo Cataldo Zuccaro indagando tra coscienza indigente, pellegrina, in dialogo e… impolverata, in un'epoca caratterizzata dall'eclissi della verità.
A fare della superbia "la regina dei vizi" è stato san Gregorio Magno. A suo dire, dalla superbia insorge tutta la moltitudine dei vìzi. Principio della superbia è il peccato: il peccato degli angeli ribelli, il peccato dei progenitori.
Non bisogna confondere morale ed etica, che per Paolo è inabitazione dell'amore di Cristo e dello Spirito. Il dato ineludibile è la giustificazione per la fede, senza dimenticare che si sarà giudicati per le nostre opere.
Tra le opere di misericordia il "dar da mangiare agli affamati". Nella Scrittura li si dice beati non perché hanno fame ma perché saranno saziati. L'accesso al cibo non è solo un bisogno elementare, ma un diritto fondamentale di ogni persona umana.
Della coppia “prudenza-temperanza” c’è un gran bisogno, oggi. La prudenza come saggia dosatura di parole, di azioni, di atteggiamenti, e la temperanza come capacità di armonizzare, conciliare… che è proprio l’arte del leader.
Questo nostro tempo potrebbe ben essere chiamato tempo dell’ira. Come non adirarsi di fronte a tutto ciò che deturpa nell’uomo l’immagine di Dio? Ma l’ira è sempre un male? Gregorio Magno distingue l’ira per zelo dall’ira per vizio.
E’ un vizio di cui oggi quasi non si parla più. Gran parte dell’anatema che inchioda la lussuria appartiene al passato. Il lussurioso è una persona incapace di opporsi al desiderio smodato del proprio corpo.
La gola, nella sua connotazione "viziosa" tocca il rapporto disordinato e aberrante con il cibo. Il goloso è colui che «non mangia per vivere, ma vive per mangiare».
Cosa capiterebbe se i genitori, puniti per le violenze dei loro figli, chiamassero in correità alcuni nostri politici? O se ai candidati alle prossime elezioni regionali si richiedesse una preparazione morale e professionale, con esame finale?