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Domenica, 25 Giugno 2017 08:57

XII Domenica del Tempo Ordinario

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– Domenica 25 Giugno 2017 –

Anno A

Omelia di Paolo Scquizzato

Prima lettura: Gr 20,10-13


Sentivo la calunnia di molti:

«Terrore all'intorno!

Denunciatelo! Sì, lo denunceremo».

Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta:

«Forse si lascerà trarre in inganno,

così noi prevarremo su di lui,

ci prenderemo la nostra vendetta».

Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso,

per questo i miei persecutori vacilleranno

e non potranno prevalere;

arrossiranno perché non avranno successo,

sarà una vergogna eterna e incancellabile.

Signore degli eserciti, che provi il giusto,

che vedi il cuore e la mente,

possa io vedere la tua vendetta su di loro,

poiché a te ho affidato la mia causa!

Cantate inni al Signore,

lodate il Signore,

perché ha liberato la vita del povero

dalle mani dei malfattori.

 

Parola di Dio



Salmo: 68

Rit.: Nella tua grande bontà rispondimi, o Dio.

Alleluia, Alleluia, Alleluia.


Per te io sopporto l'insulto

e la vergogna mi copre la faccia;

sono diventato un estraneo ai miei fratelli,

uno straniero per i figli di mia madre.

Perché mi divora lo zelo per la tua casa,

gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me. Rit.


Ma io rivolgo a te la mia preghiera,

Signore, nel tempo della benevolenza.

O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,

nella fedeltà della tua salvezza.

Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;

volgiti a me nella tua grande tenerezza . Rit.


Vedano i poveri e si rallegrino;

voi che cercate Dio, fatevi coraggio,

perché il Signore ascolta i miseri

non disprezza i suoi che sono prigionieri.

A lui cantino lode i cieli e la terra,

i mari e quanto brùlica in essi. Rit.



Seconda lettura: Rm 5,12-15

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.

Fino alla Legge infatti c'era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.

Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti.

Parola di Dio



Canto al Vangelo (Gv 15,26.27)

Alleluia, alleluia.

Lo Spirito della verità darà testimonianza di me,

dice il Signore,

e anche voi date testimonianza.

Alleluia.



Vangelo: Mt 10,26-33


In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:

«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.

E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo.

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Parola del Signore



OMELIA

Gesù ci racconta, ancora un volta, il vero volto di Dio. Non un Dio della paura, ma passione amorosa di cui dobbiamo e possiamo fidarci. Troppo spesso – ieri come oggi – è stato dipinto e predicato il Dio tremendo nella sua maestà, giudice inflessibile e castigatore.

Il Vangelo di oggi, attraverso l'immagine dei passeri, ci rassicura: possiamo non avere paura di Dio, perché lui, che si prende cura anche del più piccolo passero, a maggior ragione si prende cura di ciascuno di noi, suoi figli.

«Eppure nemmeno uno di essi [passeri] cadrà a terra senza il volere del Padre vostro» (v. 29b). Letto così, questo versetto sembra però dire che è volere di Dio che un passero muoia. Fuori di metafora, stando al testo, saremmo autorizzati a pensare che è volere di Dio la morte di qualcosa o di qualcuno, che è lui a volere ad esempio la morte di un bambino o a provocare – o semplicemente permettere –  una malattia in grado di stroncare una vita nella sua pienezza, insomma, il vecchio adagio: «Non cade foglia che Dio non voglia». Ma allora, stando così le cose, non è ancora questo il Dio della paura, dell'angoscia da cui difendersi e in ultima analisi da negare?

Infatti il Vangelo non dice assolutamente questo. E il proverbio riportato rimane un'autentica idiozia. La traduzione – purtroppo ancora quella recentissima del 2008 – è errata. Il testo originale, tradotto letteralmente, suona così: «Uno [dei passeri] da essi non cadrà, senza il Padre di voi». Qui non parla di 'volontà' del Padre, ma semplicemente che un passero non cadrà a terra senza Dio, ossia lontano da lui, senza che lui ne sia coinvolto, partecipe.

Il nostro Dio, ci insegna Gesù, non può farci nulla contro la morte, la sofferenza, la violenza, la malattia. Il mondo, con tutto ciò che gli è proprio, va per la sua strada. Dobbiamo riconciliarci con un Dio debole e impotente nei riguardi delle cose del mondo. Semplicemente perché lui è l'amore ed è onnipotente solo nell'amore. E l'amore non si sostituisce mai all'uomo, non lo scavalca. L'amore non preserva dal male, ma sta dalla parte dell'amato in quel male. Dio non ci salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza; non ci toglie dalla croce ma vi sale con noi per starci accanto. Il nostro Dio è il Dio-con-noi.

Tutto accade, tutto si svolge nel mondo secondo un copione che non è dato comprendere e modificare, ma noi sappiamo altresì che alla fine 'nulla andrà perduto', tutto sarà recuperato perché tutto è contenuto nelle sue mani, perché pregno di lui.

«Dio non si colloca tra salute e malattia, ma tra disperazione e fiducia. Dio sta riflesso più profondo delle lacrime, per moltiplicarne il coraggio. Non placa le tempeste, dona energia per continuare a remare dentro qualsiasi tempesta. E noi proseguiamo nella vita per il miracolo di una speranza che non si arrende, di cuore che non disarmano» (E. Ronchi).

Solo di un Dio così possiamo non avere più paura.

"Tutto è dove deve essere e va dove deve andare: al luogo assegnato da una sapienza che (il cielo sia lodato!) non è la nostra" (Oscar Milosz).

 

 

CAMMINO DELLA SETTIMANA

Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:

chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli

un passero non cadrà a terra senza Dio, ossia lontano da lui, senza che lui ne sia coinvolto, partecipe

Buon cammino!



Se hai bisogno di una scheda per guidare la "Liturgia della Parola" sulle letture di questa domenica la troverai qui:

"Una guida sintetica per condurre la Liturgia della Parola"

 

Clicca qui per andare all'INDICE di questo TEMA: "Commento ai Vangeli della domenica"

 

Letto 1679 volte Ultima modifica il Domenica, 25 Giugno 2017 09:18

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