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Sabato, 12 Gennaio 2019 12:12

Battesimo del Signore – Domenica 13 Gennaio 2019 -

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Anno C

 

Don Paolo Squizzato

 

 

Prima lettura: (Is 40,1-5.9-11)

 

«Consolate, consolate il mio popolo –
dice il vostro Dio.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida:
«Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte,
tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto
e conduce dolcemente le pecore madri».


Parola di Dio

 

 

Salmo responsoriale (Sal 103)

 

Rit. Benedici il Signore, anima mia.

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda. Rit.

Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri. Rit.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi. Rit.

Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni. Rit.

Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. Rit.



Seconda lettura (Tt 2,11-14;3,4-7)

 

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.


Parola di Dio

 

 

 

Canto al Vangelo (Lc 3,16)

 

Alleluia, Alleluia

 

Viene colui che è più forte di me, disse Giovanni;
egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

 

Alleluia.

 

 

 

Vangelo (Lc 3,15-16.21-22)


In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

 

Parola di Dio

 

 

Omelia

 

 «Il popolo era in attesa» (v. 15). La vita è ‘attenzione’ che accada qualcosa o si riveli qualcuno in grado di compiere le esigenze profonde del cuore, rivelando così il senso profondo dell’essere. Il grande pericolo è identificare questo compimento del cuore (salvezza) con una persona.
«si domandavano in cuore loro se non fosse lui il Cristo» (v. 15). Il Battista è il salvatore?
La storia, quella di ieri e di oggi, continua a partorire uomini ‘della provvidenza’, sedicenti salvatori, rivelatisi tutti, alla prova della storia stessa, sinistri figuri: rivoluzionari, dittatori, tiranni, politici improbabili.
Giovanni è un uomo leale. Non s’arroga poteri che non ha, e smorza sul nascere, ogni possibile aspettativa. In un altro passo dirà di sé: «Io non sono il Cristo» (Gv 1, 20). Egli si definisce attraverso ‘il suo non essere’. Egli è ‘ciò che non è’. Egli è semplicemente ‘indice puntato sull’essenziale’ (cfr. Gv 1, 29.36), è colui che indica il luogo dove il cuore finalmente può trovare riposo: Gesù di Nazaret, la ‘spiegazione’ di Dio. Giovanni mi dice: «Vuoi sapere che volto e che cuore ha il tuo Dio? Allora ascolta la parola di Gesù e contempla la sua azione a tuo favore».
Ma in che modo Gesù dice Dio? Mettendosi in fila coi peccatori, facendosi battezzare con loro, ovvero scendendo nell’abisso del male di ciascuno, per stare accanto ad ogni uomo e ricondurlo al di là del potere dell’ombra. Gesù narra di un Dio che va a fondo con l’uomo; un Dio che per scovare anche l’ultimo uomo e poterlo rassicurare, sale su una croce ritrovando così l’amato perduto, il malfattore (cfr. Lc 23, 39s.).
Gesù rivela in questo modo il vero nome di Dio: misericordia, l’essenza stessa di Dio, che fa sì che il mio peccato, il mio male, il mio limite, le mie ferite, le mie debolezze non siano più motivo di separazione da lui, bensì luogo dove finalmente può raggiungermi e inabitare; non più luogo di condanna, ma spazio esistenziale necessario per rivelarmi la sua vera identità: medico, amore, salvatore.
Il mio limite diventerà così possibilità e condizione perché il cielo di Dio si possa letteralmente squarciare (v. 21) sopra di me, in modo d’essere raggiunto dalla sua stessa vita che è Amore, lo Spirito Santo (v. 22). Allora comincerà per me una vera e propria ri-creazione, simboleggiata qui dalla colomba, immagine di quella che sorvolò la terra dopo il diluvio delle origini (cfr. Gn 8, 12), segno della pace ristabilita per sempre. E in ultimo, la mia povertà sarà l’occasione perché la misericordia possa pronunciare le parole più belle che l’Amore possa dire al suo amato: «Tu sei il Figlio mio, l’amato» (v. 22b): ti amo per quello che sei, come sei, a prescindere. Amo te per quanto sia grande il tuo peccato, la tua debolezza, semplicemente perché sei mio figlio.
Contemplare il brano del battesimo di Gesù è far memoria della nostra stessa verità, acquisita col nostro battesimo. Non viviamo più sotto un cielo chiuso e muto, e neppure terribilmente soli e disperati. Siamo – senza alcun merito – figli amati,‘concittadini dei santi e familiari di Dio’ (Ef 2, 19).



CAMMINO DELLA SETTIMANA

 

Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:

 

  • Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”

  • non sono degno di slegare i lacci dei sandali”

 

 

Buon cammino!


 

"Una guida sintetica per condurre la Liturgia della Parola"

 

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Letto 30001 volte Ultima modifica il Domenica, 13 Gennaio 2019 16:11

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