Formazione Religiosa

Sabato, 05 Dicembre 2009 21:49

Natale nel Rito Ambrosiano

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 Natale nel Rito Ambrosiano

di Alberto Fusi

Nel libro I del Nuovo lezionario ambrosiano dal titolo Il Mistero dell’Incarnazione del Signore si può notare la sensibilità liturgica della Chiesa milanese verso il mistero del Verbo fatto carne.

Le lezioni bibliche destinate alle celebrazioni festive e feriali del tempo natalizio-epifanico sono contenute nel Libro I del Nuovo lezionario ambrosiano dal titolo il Mistero dell’incarnazione del Signore e, più precisamente, nella seconda sezione1. La liturgia ambrosiana, mentre si uniforma a quella romana nella durata del tempo natalizio, organizza, con qualche vistosa diversità, la distribuzione delle solennità in esso ricorrenti e che, di seguito, indichiamo avendo presente il calendario del corrente anno liturgico:

  • 28 dicembre: domenica nell’Ottava di Natale (liturgia ambrosiana, LA) — domenica fra l’Ottava di Natale (liturgia romana, LR); festa dei Santi Innocenti (LA) — Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (LR) –
  • 1 gennaio: Ottava del Natale del Signore (LA) — nell’Ottava del Natale (LR); Circoncisione del Signore (LA) — Maria SS. Madre di Dio (LR).

Atteso il carattere solo informativo del presente contributo, si rimanda, per una più completa e puntuale conoscenza, alle Premesse del NLA2 e alle preziose, sintetiche note di introduzione del tempo di Natale offerte dal Lezionario stesso. Qui ci si limiterà a far risaltare alcune delle peculiarità proprie dell’ordinamento ambrosiano delle letture con le quali è possibile reperire la speciale sensibilità con cui, nella condivisione dell’unica fede, la Chiesa milanese legge, interpreta e celebra il mistero del Verbo “fatto carne”. In concreto si darà uno sguardo dapprima al Lezionario festivo per poi passare a quello feriale, due distinti volumi appartenenti al citato Libro I del NLA.

 Il Lezionario festivo

Esso contiene le letture per le solennità e le rispettive vigilie, per le feste, le eventuali domeniche occorrenti nel tempo di Natale (“nell’Ottava” e “dopo l’Ottava”)3 e le pericopi della risurrezione per le messe del sabato sera. Qui si dirà qualcosa soltanto sulle tre solennità natalizie.

 Il Natale del Signore. Il NLA ha restituito alla messa vespertina della vigilia del Natale e a quella dell’Epifania, come vedremo, la fisionomia propriamente ambrosiana di vera e propria celebrazione vigiliare vespertina che prevede, per la liturgia della Parola, quattro letture veterotestamentarie (Gn 15,1-7; 1Sam 1,7c-17; Is 7,10-16; Gdc 13,2-9a) con i rispettivi salmelli a cui fa seguito l’epistola (Eb 10,37-39) e il vangelo (Mt 1,18-25) della messa nella Vigilia del Natale4. L’antica consuetudine ambrosiana di inaugurare alcune grandi solennità quali il Natale, l’Epifania e la Pentecoste con una celebrazione vespertina vigiliare caratterizzata, sul modello della Veglia pasquale, da un prolungato ascolto delle Scritture, risente dell’influsso di usi liturgici propri alla Chiesa bizantina con la quale sono ben documentati i rapporti fin dall‘epoca santambrosiana5.

Circa gli schemi di lezioni bibliche per le tre messe di Natale (nella notte, all’aurora, nel giorno) va almeno segnalato l’utilizzo del prologo di Giovanni che il NLA fa leggere nella messa “nella notte” dal v. 9 al v. 14, a differenza del LR che lo legge interamente (vv. 1-18) ma nella “messa del giorno”, rimandando così la lettura di Lc 2,1-14 alla messa “nel giorno”. Con ciò la tradizione liturgica ambrosiana situa da subito, nella sfera divina, il “mistero” della natività “storica” del Verbo fatto carne.

 Ottava del Natale del Signore. La solennità del 1° gennaio celebra il “mistero” della Circoncisione del Signore a differenza dell’attuale calendario romano che vi ha collocato la Maternità divina di Maria anticipata, nella liturgia ambrosiana, alla domenica VI di Avvento. Lo schema delle letture è ad anno unico e fa leggere come epistola: Fil 2,5-11 relativa all’imposizione del “nome” di Gesù di cui la solennità fa pure memoria.

 Epifania del Signore. La grande rilevanza di questa solennità che, storicamente pare precedere, a Milano, quella della Natività, è riconoscibile anche dal fatto di essere dotata, come appena detto, di una solenne liturgia vigiliare comprensiva di quattro letture veterotestamentarie (Nm 24,15-25a; Is 49,8-13; 2Re2l,1-12b; 2Re 6,1-7) intercalate da salmelli finora conservati, con le rispettive orazioni, nella celebrazione dei Primi vespri. Ad esse fanno seguito l’epistola: Tt 3,3-7 e il vangelo: Gv 1 ,29a.30-34 riguardante la testimonianza del Battista sul battesimo di Gesù e la sua investitura messianica. All’Epifania è perciò intimamente legata la festa del battesimo del Signore anticamente inglobata in essa e oggi celebrata nella domenica successiva al 6 gennaio. Il NLA prevede, ad anno unico, la lettura: Is 55,4-7; l’epistola: Ef 2,13-22, mentre il vangelo, a ciclo triennale, fa leggere: Mt 3,13-17 nell’anno A; Mc 1,7-11 nell’anno B e Lc 3,15-16.21-22 nell’anno C.

 

Il Lezionario feriale

Riguarda l’ordinamento delle letture per l’Ottava di Natale, per i giorni tra il 2 e 4 gennaio e per quelle dal 7 gennaio alla festa del battesimo di Gesù.

Nell’Ottava del Natale mantengono una speciale fisionomia il II, III e IV giorno, in realtà occupati dalle feste di santo Stefano, di san Giovanni apostolo ed evangelista e dei santi Innocenti che la tradizione ambrosiana, contravvenendo a una sua regola ferrea, fa celebrare anche in giorno di domenica perché ritenuti intessuti di tematiche natalizie. Per questo le tre letture per il 26, 27, 28 dicembre sono riportate anche nel volume festivo del tempo di Natale e non in quello per le feste dei Santi come avviene ora nel LR.

Nella festa di santo Stefano si legge, curiosamente, il brano evangelico di Mt 17,23-26 a motivo dell’interpretazione data da sant’Ambrogio: la moneta d’argento trovata da Pietro in bocca al pesce starebbe a significare la conversione di Paolo come frutto del martirio di Stefano.

Anche gli altri giorni dell’Ottava, vale a dire dal V al VII (29-31 dicembre), mantengono il carattere festivo con tre lezioni bibliche di cui la lettura è presa dal profeta Michea, abbinata a brani evangelici che fanno risaltare la figura e il ruolo di Maria nel mistero del Natale, mentre l’epistola riporta gli inizi delle lettere paoline in cui l’Apostolo annuncia che la pace e la benedizione di Dio risiedono in Cristo.

Pure i giorni dal 2 al 4 gennaio prevedono l’ordinamento festivo. Qui la lettura è presa dal libro del profeta Daniele che parla del regno eterno che il Figlio di Dio viene a portare nel mondo.

I giorni dopo l’Epifania fino alla domenica del battesimo di Gesù, ovvero le “ferie dopo l’Epifania”, hanno l’ordinamento feriale di due lezioni bibliche: lettura presa dal Cantico dei Cantici e vangelo con brani scelti per evidenziare il mistero dell’amore “sponsale” che lega Gesù alla Chiesa.

 

Osservazioni

Dal punto di vista quantitativo si registra un considerevole aumento di letture bibliche nel NLA rispetto al LR. Dal punto di vista qualitativo, va data una speciale attenzione alla ricercata unità tematica tra le tre letture «al fine di favorire una comprensione unitaria del mistero celebrato» (Premesse 79), così come alla scelta molto evidente di abbinare determinati libri biblici alle celebrazioni del tempo natalizio e alla riproposizione della struttura tipicamente “vigiliare” alle messe vespertine della vigilia di Natale e dell’Epifania.

Da tutto ciò si può risalire a quella specifica comprensione del “mistero” dell’Incarnazione e della Natività del Signore che la Chiesa ambrosiana, celebrandolo, rivive e propone.

 

Note

  1. La prima sezione riguarda l’Avvento e la terza, il tempo dopo l’Epifania, tra la domenica del battesimo di Gesù e la Quaresima, finora denominato tempo ordinario sulla scorta de! Lezionario romano.
  2. ‘Si vedano in particolare i nn. 71s; 108- 122 delle Premesse e i nn. 29-31 delle Norme Generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del Calendario pubblicate nel NLA e, come supplemento, al n. 3/08 della Rivista Diocesana Milanese.
  3. Nel calendario liturgico romano la domenica “fra l’Ottava di Natale” è dedicata alla festa della Santa Famiglia trasferita, in quello ambrosiano, all’ultima domenica di gennaio.
  4. Il salmello corrisponde al responsorio della liturgia romana delle Ore. Tale struttura vigiliare completa anche delle orazioni, era finora rintracciabile nella celebrazione dei Primi vespri di Natale (volume I della Liturgia ambrosiana delle Ore). Ora, in attesa della nuova edizione del Messale ambrosiano, è riportata nel “Messalino” (Centro ambrosiano, 2008) ad uso dei fedeli.
  5. La liturgia romana, che non conosce la messa nella vigilia dell’Epifania, prevede la celebrazione vigiliare con quattro letture, salmo responsoriale e orazioni, soltanto per la solennità di Pentecoste.

 

(da Vita Pastorale n.11, 2008)

Letto 7517 volte Ultima modifica il Venerdì, 24 Dicembre 2010 10:17
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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