Come è possibile insegnare che Dio è amore quando si è capaci di parlare soltanto di catastrofe e di morte? Si può amare Dio perché sperimentato come Dio e non per timore o per paura.
Non è il denaro e non sono gli averi a far girare il mondo. Il mondo danza nel compimento del dono. Il mondo ci si rivela come dono.
Proprio per la partecipazione da parte di Dio alla storia umana, fino all'assunzione della sofferenza e della morte, per il cristiano queste esperienze sono pur sempre avvolte nel mistero, ma cominciano ad acquistare un diverso significato.
Dopo tanto discorrere e discutere, sembrava prevalere il parere che l’uomo e la donna dovessero essere creati come animali amorfi...
Pregare. Imprecare. La radice dei due termini è la medesima. Semanticamente, nella nostra lingua, esiste una profonda correlazione tra questi due atti umani.
Incontrarsi per conoscersi e per conoscere Dio. Potrebbe essere questo uno slogan. Ma possiamo crescere soltanto nella conoscenza reciproca, attraverso l’incontro, la preghiera, lo scambio fraterno. L’incontro con Dio, se autentico, ci rimanda sempre ai nostri fratelli e alle nostre sorelle - qualunque essi siano.
Ciascuno di noi è al tempo stesso indigeno e straniero. Forse tra i problemi più grossi che oggi ci troviamo ad affrontare in occidente c'è proprio questo, il fatto che non riusciamo più a sentirci né indigeni né stranieri.
Tempo di attesa e di speranza. Speranza per il futuro che viene a noi, completamente nuovo e imprevedibile. Per noi che viviamo nel tempo di mezzo, nell'attesa del compimento del tempo...
L'uomo occidentale si realizza nel possedere le cose. Homo oeconomicus per eccellenza se ne impossessa e stabilisce quello che ritiene il giusto prezzo. Con l'unica valuta che conosce: il denaro.