Formazione Religiosa

Venerdì, 18 Gennaio 2008 23:41

In principio (Roberto Vignolo)

In principiodi Roberto Vignolo «Principio» (archè), «indica sempre un primato di tempo, o di luogo, o di grado» (G. DELLING). Usato con massima pregnanza nominale diventata addirittura un titolo divino (Ap 3,14), magari in opposizione polare con télos: «Io sono il poncio e la fine» (Ap 21,6; 22,13). Può significare inizio o origine, ovvero quintessenza, prototipo. Magari questi due sensi sono simultanei, come in Gv 2,11, dove il vino di Cana è definito come archè ton deméion, cioè il primo ma anche il prototipo di tutti i segni poi operati da Gesù. Nella tradizione giovannea si distinguono formule simili costruite…
Venerdì, 18 Gennaio 2008 23:28

16. L'esilio (Rinaldo Fabris)

Nonostante il trauma dello sradicamento dalla propria terra e i disagi del trasferimento attraverso il deserto, la vita in terra di esilio non è di tipo schiavistico.
Lezione Sedicesima L’ESISTENZA CRISTIANA NEL MONDO   Introduzione 1. Mentre l.a figura umano-divina di Gesù si dileguava tra le nubi del cielo nell'ascensione, gli angeli ammoniscono gli apostoli a girare gli occhi verso la terra: «Perché state a guardare il cielo?». E indicano loro l'ultimo appuntamento della storia: la seconda venuta di Gesù: «Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto in cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo» (At. 1,11). La storia che va dalla Pentecoste alla seconda venuta dev'essere coperta dall’attività della Chiesa e del cristiano per fermentare con l'evangelo:…
La teologia e la pastorale riflettonodi Bruno Secondin Entriamo ora nella presentazione di alcune elaborazioni cristologiche più recenti, e in certo senso ancora aperte a sviluppi sia di necessaria maturazione, sia di perfezionamento e di consolidamento. Quelle che stiamo per presentare non esauriscono certo la gamma delle opzioni metodologiche riscontrabili, né le variazioni in atto in particolare nelle cristologie del terzo mondo. Notiamo soprattutto che la forma «narrativa» della cristologia, come di tutta la teologia, sta sviluppando una felice sintesi fra culto e «imitatio Christi», tra linguaggio primario della fede e risposta ad una presenza esperimentata e contestualizzata in maniera…
Domenica, 06 Gennaio 2008 00:51

Libertà e responsabilità (Guido Lazzarini)

Libertà e responsabilitàdi Guido Lazzarini Libertà e relazione sono elementi costitutivi della persona e si coniugano tra loro tramite l’assunzione di responsabilità sia nei confronti degli uomini tutti sia nei confronti della natura. Affermare l’esigenza di un equilibrio ecologico pone in discussione, da un lato, il rapporto di dominio dell’uomo sulla natura, conseguenza del delirio di onnipotenza dell’uomo, dall’altro, il rapporto uomo/uomo. Nasce l’esigenza di cercare una prospettiva in cui razionalità e senso dell’agire, individualità e collettività, benessere delle generazioni presenti e future non rappresentino istanze separate e contrapposte, ma esigenze unite dalla consapevolezza della relazione che lega ogni uomo…
Le grandi incertezze nella Chiesa attuale(seconda parte)di José Comblin5. Il Vangelo e l'istituzione Il compito principale della teologia consisterà nell’identificare che cosa appartiene al Vangelo, che cosa è stato proposto da Gesù e in che cosa consiste l’istituzione attuale, in funzione degli sviluppi storici. Gesù mai ha pensato a una Chiesa nella sua forma attuale. Questo non vuol dire che quello che esiste adesso non possa essere buono o cattivo. Ma molti elementi si devono all’influenza di movimenti culturali e di religioni non cristiane, perché le religioni non cristiane ebbero un’influenza profonda durante tutta la cristianità. Nello stesso senso ha…
Le grandi incertezze nella Chiesa attuale(prima parte)di José Comblin Sommario: La Chiesa ancora non ha preso conoscenza della grande rivoluzione degli anni ‘70. Non ha capito la grande aspirazione alla libertà e i passi fatti. Questa rivoluzione include la critica di tutte le istituzioni perché sono repressive e sono di ostacolo alla libertà. La critica delle istituzioni tocca anche la Chiesa e sta alla base delle crisi interne della Chiesa fin dagli anni ‘70. D’ora in avanti la distinzione tra Chiesa e l’istituzione è inevitabile. L’istituzione è tutto quello che è stato aggiunto al messaggio di Gesù. Essa varia e…
Sul celibato ecclesiasticodi Emmanuel Leroy Ladurie Nelle sue lettere a Tito e Timoteo, san Paolo scrive che « il vescovo deve avere una sola donna”. Certo il Cristo ammetteva quest’idea, pur privilegiando la semplice castità, cioè l’autocastrazione (puramente simbolica), come quelli dei suoi discepoli che volevano situarsi in modo assoluto in una prospettiva celeste. E tuttavia il vescovo o il prete doveva decidere da sé: userà o no dei diritti coniugali che gli spettano nei confronti della sposa che Dio gli ha dato?. Nessuna legge canonica, e in ogni caso civile o cristiana, proibiva questo “uso”. San Gregorio di Nazianzio…
Domenica, 30 Dicembre 2007 00:06

5. Sacerdozio ministeriale (Marino Qualizza)

6. Sacerdozio battesimalee ministerialedi Marino Qualizza5. Sacerdozio ministeriale Di solito quando si parla di sacerdozio ministeriale, si cercano indicazioni nella lettera agli Ebrei. A stretto rigore di termini, lì si parla solo del sommo sacerdote in riferimento a Cristo che ne ha portato a compimento il servizio in modo unico ed irripetibile, per tutte le motivazioni che vengono addotte nella lettera stessa. E si parla pure di un sacerdozio che ha esaurito la sua funzione, sostituito da Cristo, che ha inaugurato la nuova epoca, quella della grazia, oltre le cerimonie ed i sacrifici. Indirettamente si possono ricavare delle indicazioni sul…
«Il logos in principio» Il prologo giovanneo (Gv. 1,1-18)di Roberto Vignolo A che serve un prologo? Istituita non per la manipolazione del consenso, bensì per inventare parole benefiche, capaci d’incrementare la qualità dell’esistenza, la retorica antiva sosteneva che il prologo di un discorso serviva all’autore per un triplice scopo, e cioè rendere il proprio uditore/lettore benevolo, attento e docile all’esposizione successiva. Dove però si trattasse non di un discorso, bensì di un racconto storiografico, erano sufficienti sue sole funzioni: bastava consegnare al lettore solo quanto corrispondeva al suo interesse e alla sua istruzione, tralasciando la captatio benevolentiae. Se infatti lo…
Il logos e il logos giovanneodi Roberto Vignolo Logos in greco è termine assai plastico, che significa abitualmente «parola», intesa nelle sue forme più diverse («discorso», «racconto», «detto», «resa dei conti»…). Ma vuol dire anche «ragione», «senso», e la sua radice leg- richiama una raccolta, un nesso, un legame. Appartiene al linguaggio comune, ma da Eraclito nel VI sec. a.C., è stato introdotto in quello filosofico per indicare il principio universale e coesivo del mondo. Per capire l’uso di logos nel Nuovo Testamento, scritto in greco (dove compare 330x), in realtà si deve tener presente lo sfondo dell’Antico Testamento. Qui…
Il mistero del Natale nel canto degli umili di Benno Scharf La ricorrenza del Natale ha ispirato la musica religiosa fin dai primi secoli dell’era cristiana. Nel Medioevo, agli inni liturgici, in latino, si sono via via andate sovrapponendo melodie popolari e testi in lingua volgare. E’ interessante rilevare come la tradizione abbia subito sottolineato il ruolo centrale della Vergine nel mistero della Natività.

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