Nella concretezza di ogni giorno
Tra la messa a fuoco tipologica e la ricerca dei significati quotidiani non c'è, in linea di massima, nessuna contrapposizione. Semplicemente, l'analisi cambia livello, anche se i due punti di vista restano complementari. (...) L'attesa si coniuga con il gusto di conoscere ciò che avverrà e con la volontà, più o meno netta, di non dimenticare il presente sotto pretesto di fare attenzione al futuro. Nondimeno, nella realtà quotidiana, intervengono altri elementi, poco pertinenti ai fini di un'elaborazione tipologica (...), ma non per questo meno strutturanti ed efficaci.
Tra queste caratteristiche, si può citare particolarmente una specie di oscillazione tra l'aspetto collettivo e la forma privata del futuro. La speranza collettiva è oggi ben nota, ancorché fragile. Ha una dimensione mondiale, ma anche nazionale e sociale. Deriva da progetti e da istituzioni, ma anche da desideri confusi. Inoltre, essa implica un'attenzione al cosmo, a causa del degrado ecologico e della minaccia nucleare. Quanto alla speranza privata, non è semplicemente individuale o asociale. È piuttosto microsociale, familiare o locale. Essa si riferisce a tutto ciò che forma la vita immediata: coppia, bambini, salute, bilancio, lavoro o disoccupazione, pensione, ecc. È quella degli auguri tra amici per il nuovo anno, desideri informulati... Uno dei problemi attuali potrebbe essere quello del legame concreto tra questi due volti della speranza.
Altro dato concreto: quello della situazione geografica e nazionale, del contesto economico e socioculturale. Un contadino del Nordest brasiliano non ha, a priori, lo stesso futuro di un industriale tedesco, o anche di un disoccupato italiano; senza che d'altronde ci si possa pronunciare, in via di principio, sul vigore delle relative speranze.
Giova anche rilevare l'importanza pratica dei fattori congiunturali, come l'età o il temperamento, sia per le persone che per i gruppi. Un partito o un movimento che sta invecchiando non ha più la concezione del futuro che aveva agli inizi. Il pessimismo o l'ottimismo informano, spesso in modo inconfessato, le sensibilità e i propositi.
Infine, un largo spazio va anche accordato alla delusione, oggi così frequente. La speranza non è soltanto identificabile nei momenti di vita tranquilla. È fortemente chiamata in causa, quando i sogni si spengono, quando i programmi dettagliati fanno acqua. Per questo l'interrogativo attuale posto dal futuro assume spesso una modalità inattesa: che cosa farsene di un'attesa andata delusa?
Henri Bourgeois
(tratto da Henri Bourgeois, La speranza ora e sempre, Brescia 1987, pp. 233-234).