UN ANNUNCIO CHE CHIEDE GIUSTIZIA
La globalizzazione è diventata una questione mondiale che vede le «anime», per usare la terminologia di Francesco Saverio o dello stesso Ignazio di Loyola, cadere nell’inferno della perdita di dignità umana. E un problema marginale per la ristretta élite il cui unico pensiero è di «guadagnare il mondo intero» e a cui non potrebbe importare meno della vita dei poveri. Francesco Saverio aveva dedicato la sua vita alla causa di «salvare le anime». Oggi chiede a coloro che vogliono camminare sulle sue orme di portare speranza e salvezza ai poveri che diventano sempre più poveri, alle popolazioni sempre più numerose delle baraccopoli, ai profughi che attraversano i confini dei Paesi stranieri, ai sempre più numerosi malati colpiti dalla piaga dell’Hiv/Aids, alle vittime di discriminazioni di razza e di casta. Sono queste le moderne regioni dell’inferno, che crescono a un ritmo sconvolgente e nelle quali non c’è posto per il «volto» umano. Queste sono le persone che dovrebbero rientrare nelle preoccupazioni dei giovani di oggi, persone che rivelerebbero loro il volto misericordioso del Padre. L’umanità sarà giudicata sulla base di «ciò che avrete fatto al più piccolo di questi fratelli». In un’epoca in cui la proclamazione diretta del Vangelo ad gentes ha sempre meno seguaci, dove ci conduce lo spirito missionario del santo?
La Chiesa ha ricevuto il dono del Vangelo ed è al servizio del Vangelo. Gli apostoli nel Cenacolo furono riempiti di Spirito Santo, che li spinse a uscire e annunciare la verità che Gesù Cristo è risorto e che Lui solo salva gli uomini. L’incremento dei discepoli della Chiesa «visibile» è certamente un dono dello Spirito. Ma non può bastare il battesimo se manca la conversione del cuore, quella scelta di vita che porta a perdonare i nemici, ad amare il prossimo e il diverso da me, a servire l’altro indipendentemente dalla razza e dalla religione. L’armonia comune, il dialogo tra le religioni, la giustizia per i poveri dovrebbero essere gli obiettivi dell’evangelizzazione della Chiesa di oggi. Solidarietà e fratellanza, rispetto per gli altri, attenzione verso il più piccolo dei fratelli, hanno il loro fondamento nella vita e nel messaggio di Gesù, che divenne uno di noi. Nello scegliere le regioni e le comunità che doveva visitare, san Francesco Saverio era guidato dallo spirito del discernimento, che gli faceva cogliere quale era il bisogno più urgente e in che modo poteva raggiungere il bene maggiore. Nel discernere, oggi, quale sia la causa di maggiore preoccupazione, la individuerei nella disparità crescente e sempre più evidente tra i ricchi e i poveri. Per tenere insieme le due metà di questo mondo sempre più polarizzato dobbiamo portare le persone a comprendere l’atteggiamento di Gesù che spogliò se stesso e assunse la natura di servo (Fil 2,7). Questa è una sfida per l’umanità intera. Nel mondo c’è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, ma non per soddisfare i capricci e l’avidità di tutti. Un’attenzione vera e fraterna per i più piccoli è il primo passo per incontrare i loro bisogni e permettere loro di vivere con dignità, come figli del nostro unico Padre che è nei cieli. In India, in particolare,
la Chiesa deve portare il messaggio salvifico del Vangelo nei conflitti interetnici e religiosi. Francesco Saverio predicava la salvezza che è l’amore di Dio rivelato nel suo Figlio Gesù Cristo.
Il messaggio e il messaggero cristiano di oggi continuino a proclamare la fratellanza, l’amore, la pace attraverso la compassione e il perdono. Questi sono il marchio dell’annuncio cristiano. Lo spirito di amore e di compassione portò Francesco Saverio verso le Indie. Questo stesso spirito permea oggi l’apostolato e i ministeri dei gesuiti e di tutti i missionari nelle terre che il santo raggiunse nella sua vita.
di Stanislaus Fernandes s. I.
Arcivescovo di Gandhinagar (India)
Popoli/Ottobre 2006