La Chiesa nel mondo
a cura di Ugo Bozzoli
MC Gennaio 2007
VATICANO
NEWS ANCHEIN ARABO
Alla vigilia della visita di Benedetto XVI in Turchia, tenutasi alla fine del mese di novembre scarso, l’agenzia di informazioni Zenit ha lanciato l’edizione in arabo delle notizie trasmesse. L’iniziativa ha luogo in collaborazione con il programma arabo della «Radio Vaticana», la principale fonte di informazione cattolica in questa lingua, e con «Oasis», rivista del patriarcato di Venezia.
L’edizione in arabo di Zenit in parte finanziata da «Aiuto alla Chiesa che soffre» (Acs). Zenit lancia questo servizio in risposta alle richieste delle comunità cristiane dei paesi arabi che chiedono di leggere la parola del papa e di conoscere i grandi avvenimenti della vita della chiesa direttamente nella propria lingua. Attraverso un’informazione rigorosa, il progetto cerca di essere un ponte di dialogo tra culture e religioni. Si può ricevere il nuovo servizio, di carattere quotidiano o settimanale, con un’iscrizione gratuita inviando un messaggio a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
(Zenit)
INDONESIA
INCULTURAZIONE E VANGELO
Si è svolto a Bali, in Indonesia, dal 26 al 30 novembre2006, un incontro dei membri e consultori del «Pontificio consiglio per la cultura» e dei presidenti delle commissioni episcopali nazionali per la cultura. Il meeting è stato un vero mini-sinodo monografico sul tema dell’inculturazione del vangelo, che ha riunito i responsabili della cultura delle chiese dell’Asia. Ad essi, papa Benedetto XVI ha inviato un messaggio in cui afferma: «Sono convinto che ci sia un gran bisogno per tutta la chiesa di riscoprire la gioia dell’evangelizzazione, diventare una comunità ispirata con zelo missionario per far conoscere ed amare sempre più Gesù. Ovviamente - ha continuato - questa evangelizzazione deve essere accompagnata da un impegno verso un dialogo sincero ed autentico tra le culture e le religioni, contrassegnato dal rispetto, dalla reciprocità, dall’apertura e dalla carità». L’esortazione finale che Benedetto XVI ha rivolta ai partecipanti al summit sottolinea il fatto che l’evangelizzazione e l’inculturazione costituiscono due realtà inseparabili; entrambi gli elementi devono essere presenti se il vangelo di Cristo deve davvero essere incarnato nelle vite delle persone di ogni razza, nazione, tribù e lingua.
(Misna)
BRASILE
IN DIFESA: DEGLI INDIGENI
Il Consiglio indigenista missionario (Cimi) ha eletto presidente monsignor Erwin Krautler, vescovo della prelazia dello Xingu, con sede ad Altamira, dopo la scomparsa del suo predecessore, il compianto monsignor Gianfranco Masserdotti, vescovo di Balsas, deceduto il 17 settembre scorso in un incidente stradale. Monsignor Krautler, austriaco naturalizzato brasiliano, è un profondo conoscitore della realtà dell’Amazzonia e in particolare dello stato di Parà, che detiene la «maglia nera» per violazioni dei diritti umani, violenze legate al conflitto per il possesso della terra, minacce di cui sono bersaglio i difensori dell’ambiente e dei diritti fondamentali dei popoli nativi. Un contesto in cui, il 12 febbraio 2005, è stata ucciso a colpi di arma da fuoco lo missionaria statunitense Dorothy Stang, una vita speso al fianco dei poveri.
(Misna)
REGNO UNITO
APPELLO CONTRO BOMBE A GRAPPOLO
I vescovi della Gran Bretagna - insieme a esponenti di altre religioni, tra cui musulmani ed ebrei - hanno chiesto al governo di Londra di sostenere la creazione di un trattato internazionale per la messa al bando delle «bombe a grappolo» (cluster bombs), che provocano vittime soprattutto tra i civili. L’appello è stato rivolto dal vescovo di Birmingham, monsignor Wiliam Kennedy, in una lettera firmata da vescovi cattolici, esponenti delle Chiese metodista e battista e da rappresentanti delle comunità ebraica e musulmana. I rappresentanti religiosi hanno chiesto al governo britannico di mostrare «un chiaro impegno per la protezione dei civili durante i conflitti. Ogni azione sarà benvenuta come atto di pace dalle persone di ogni fede».
(Misna)
SPAGNA – ISOLE CANARIE
La «New Age» rappresenta un pericolo spesso sottovalutato per la vita dei cristiani. E’ quanto è emerso dalla «XXI Settimana di teologia» svoltasi dal 20 al 24 novembre presso la sede dell’«Istituto superiore di teologia» delle Isole Canarie, nella città di La Laguna. Secondo quanto ha spiegato Miguel Àngel Medina Escudero, coordinatore della settimana di studio, la «Nuova Era» pone un’autentica sfida alla chiesa, «perché ingloba già vari milioni di seguaci. La cosa particolarmente importante di questo movimento non è ciò che dice, ma ciò che non dice. E come una nebulosa che penetra tutto, alla quale è molto difficile opporre resistenza, visto che non si sa esattamente cosa sia».
«In essa confluiscono correnti e materiali presi dalle mitologie più diverse; dottrine di scienze occulte e delle scienze più moderne; credenze e tecniche ereditate dalla magia più primitiva e atteggiamenti religiosi raccolti dalle religioni più universali, dottrine gnostiche, principi di astrologia, pratiche spiritiste, conoscenze esoteriche, tecniche di meditazione...», ha continuato Escudero. Secondo il professore, la «Nuova Era» rappresenta molti pericoli per la fede cristiana: «Spersonalizza il Dio della rivelazione cristiana; sfigura la persona di Gesù Cristo, svalutando la sua missione, e ridicolizza il suo sacrificio redentore; nega l’evento irripetibile della sua Resurrezione con la dottrina della reincarnazione; svuota di contenuto i concetti cristiani della creazione e della salvezza; rifiuta l’autorità magisteriale della chiesa e la sua forma istituzionale; e relativizza il contenuto originale, unico e storicamente fondato del vangelo». Escudero ha quindi concluso rilevando, fra le altre cose, come «Tutti abbiamo il dovere di informarci ed educarci per comprendere questo fenomeno (che ha punti molto accettabili) ed essere preparati a rifiutare ciò che è incompatibile con la nostra fede».
(Zenit)
ARGENTINA
SOFTWARE LIBERO: VESCOVI A SCUOLA
Il complicato tema della «democratizzazione della tecnologia», in agenda della V Conferenza Generale dell’Episcopato latinoamericano (Celam), che si terrà ad Aparecida (Brasile) nel mese di maggio di quest’anno 2007, ha messo in crisi buona parte dei vescovi del continente sudamericano. Per illuminare i prelati sull’argomento, il Celam stesso ha organizzato, alla fine del mese di novembre, un laboratorio interdisciplinare che portasse alla pubblicazione di un breve documento che presentasse le esperienze in atto e i cammini di ricerca in cui si sta generando un processo di riflessione sul tema della democratizzazione delle tecnologie e, più in particolare, su un argomento specifico come quello del software libero. Il seminario dovrebbe anche presentare l’insieme di strategie oggi esistenti per permettere una maggior diffusione di questo tema nel continente latinoamericano. L’incontro si è tenuto a Buenos Aires, presso la sede argentina delle Pontificie opere missionarie.
(Aci Prensa)
DIOCESI DI MARSABIT (KENYA): CONTINUA LA TRADIZIONE
Il Santo Padre Benedetto XVI, in data 25 novembre 2006, ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Marsabit (Kenya), presentata da Mons. Ambrogio Ravasi, imc, per raggiunti limiti di età. Il Santo Padre ha nominato al suo posto Mons. Peter Kihara Kariuki, imc, finora vescovo di Muranga. A un vescovo missionario della Consolata succede dunque un confratello, continuando la tradizione iniziata in questa diocesi del Nord del Kenya da Mons. Cavallera. Il nuovo ordinario di Marsabit è il secondo vescovo missionario della Consolata ad essere spostato, quest’anno, da una diocesi all’altra del Kenya. Prima di lui era toccato a Mons. Anthony Mukobo, precedentemente vescovo ausiliare di Nairobi e successivamente nominato vicario apostolico di Isiolo, dopo l’uccisione di Mons. Luigi Locati, avvenuta il 1 4 luglio del 2005.
Nato 52 anni fa a Thunguri (Nyeri), Mons. Kihara ha fatto la sua professione religiosa nei missionari della Consolata nel 1979. Studente di teologia presso il St. Thomas Aquinas Seminary di Nairobi, è stato ordinato sacerdote nel 1983. Dal 1984 al 1988 ha prestato il suo servizio missionario in Colombia. Dopo un periodo di studio a Roma ha fatto ritorno in Kenya per lavorare nella formazione. Per vari anni è stato maestro dei novizi nel noviziato di Sagana. Il 3 giugno 1999 è stato nominato vescovo di Muranga da papa Giovanni Paolo Il. Il resto è storia di oggi. A Monsignor Ravasi, che lascia la guida della diocesi di Marsabit dopo ben 25 anni di servizio episcopale, va un grazie sincero per il lavoro svolto e la testimonianza offerta. A Monsignor Kihara che ne prende il posto, vanno i nostri migliori auguri.
(ismico.org)