Dopo Siria ed Ucraina, le ultime notizie dei mass-media e le prime pagine dei giornali internazionali parlano della situazione attuale dell’Iraq. Situazione tragica o complicata? Concordia tra le persone o guerra tra le confessioni? Gli iracheni vogliono la democrazia americana o quella confessionale? Chi governa l’Iraq: un governo o le confessioni? Iraq, fino a quando continuerai a soffrire e a dissanguare il tuo popolo?
La Mesopotamia (terra in mezzo ai fiumi), oggi si chiama Iraq, è la nazione araba per eccellenza, ma nello stesso momento è un miscuglio di confessioni tra sciiti, sunniti, caldei, siriaci, Assiri, Melchiti e Yazidi. La gente è ricca grazie alla presenza del petrolio, ma è anche povera a livello personale. L’Iraq è un paese di religione e di cultura ed è lì che nacque la civiltà Sumera (che è in realtà il nome dato agli antichi abitanti della Mesopotamia dai loro successori, il popolo semitico degli Accadi.
Dopo la caduta del governo dell'ex presidente Saddam Houssain, l’Iraq entrò in una nuova fase di vita. Al tempo di Saddam, le religioni potevano essere professate in libertà, nonostante la dittatura del governo. I cristiani celebravano le messe tranquillamente e facevano le processioni fuori dalle chiese, liberamente. I musulmani facevano il Ramadan e le loro cinque preghiere senza nessun conflitto. Ma, la situazione è cambiata totalmente all’inizio di questo terzo millennio a causa della guerra internazionale, civile e quella che sta succedendo in questi ultime settimane tra le confessioni.
L’America che entrò in Iraq con la motivazione di una possibile presenza di armamenti nucleari, portò la guerra in quella terra e finanziò i movimenti religiosi radicali musulmani appoggiandoli con armi e soldi. L’America che alimenta la guerra tra Jihadisti e Daiish, tra i sciiti e i sunniti, decide, questa settimana, di mandare di nuovo centomila soldati in Iraq al fine di bloccare le guerre a Baghdad tra i musulmani stessi e tra musulmani e cristiani, dopo aver visto questa carneficina e questi massacri contro i cristiani ed altri.
La democrazia occidentale non ha portato all’Iraq la pace e la vera democrazia ed oggi si vedono i risultati. Nessuno può decidere la pace e la democrazia in una nazione oltre agli abitanti della nazione stessa, perché con le armi e le guerre non arriveremo mai alla vera democrazia e alla vera pace all'interno di una nazione.
I cristiani che vanno quotidianamente nelle chiese situate in varie zone dell’Iraq non hanno la certezza di tornare a casa, a causa dei massacri nelle chiese e della persecuzione quotidiana da parte dei terroristi radicali musulmani. I musulmani stessi non hanno la sicurezza interna a causa della guerra per via dei conflitti tra i sciiti e i sunniti e il disaccordo tra l’Iran e l'Arabia Saudita. Alcuni dicono: vogliamo la divisione dell’Iraq in tre federazioni: una sciita, l’altra sunnita e una terza per i cristiani e i curdi. Invece altri rifiutano la divisione del paese e preferiscono l’unione della nazione.
Oggi l’Iraq sta vivendo una nuova emigrazione verso il Canada ed il Libano. Oggi, l’Iraq sta soffrendo di nuovo e sta ascoltando le voci degli imam e dei capi religiosi che annunciano la guerra contro i Kaffar cioè contro i cristiani. Oggi, l’Iraq vive un conflitto sciita/sunnita per il potere nel paese. Oggi, alcuni chiedono l’aiuto ed il soccorso dell’Iran sciita, altri l’appoggio degli Stati Uniti e dell'Arabia Saudita. Oggi, i patriarchi incoraggiano i cristiani ad accettare questa croce e di portarla per arrivare al giorno della Risurrezione cioè al giorno della gioia e della pace.
L’Iraq che sembra una piscina di sangue cristiano e musulmano, non sopporta la situazione attuale; il mondo intero è responsabile di quello che sta succedendo in quel territorio, in particolare i capi di stato e delle confessioni che appoggiano le guerre ed i conflitti e inviano armi, soldati e mercenari.
P. Fadi Sotgiu Rahi, C.Ss.R