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Mercoledì, 13 Ottobre 2004 00:59

I militi ignoti della fede

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Da 10 anni l’Agenzia Fides, a servizio della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, compila quel che, nato come elenco dei missionari martiri, è diventato il martirologio della Chiesa. In effetti, stando ai dati 2003, su 29 nomi sono ben 22 i seminaristi, preti, laici e laiche locali che hanno pagato col sangue la loro fedeltà al Vangelo. Nelle piaghe delle statistiche affiorano storie ignote ma significative. Insieme con don Saulo Careno, ucciso in Colombia il 3 novembre scorso, c’era – ad esempio – anche Marita Linares, impiegata dell’ospedale, così come a fianco di don William de Jesus Ortez, parroco in Salvador, assassinato a colpi d’arma da fuoco all’interno della chiesa il 5 ottobre, v’era il sacrestano Jaime Noel Quintanilla, di soli 23 anni. Ancora: l’imboscata con la quale i ribelli del Lord ‘s Resistance Army, il primo settembre 2003, hanno ucciso don Lawrence Oyuru, è costata alla vita ad altre 25 persone. Corpi senza volti, senza nome. Ricordiamo anche loro, quando il 24 marzo pregheremo i martiri del nostro tempo.  


22 anni. Ana Isabel Sanchez Torralba era una giovane del Volontariato missionario calasanziano, alla sua prima missione all’estero. È stata uccisa in Guinea Equatoriale il primo luglio, durante un controllo di polizia. Gli “under 40” nella lista 2003 di Fides sono diversi: don Martin Macharia Njoroge, morto l’11 aprile all’ospedale di Nairobi per le ferite riportate durante l’aggressione di banditi aveva 34 anni, 36 ne aveva il colombiano don Jario Garavito, ucciso il 15 maggio da delinquenti introdottisi nella sua abitazione a scopo di rapina, 38 don Gorge Ibrahim, eliminato nella sua parrocchia in Pakistan il 5 luglio.


6 vittime. È i pesante tributo pagato da Colombia e Uganda, i Paesi che guidano la tragica classifica dei Paesi dove di è registrato il maggior numero di martiri nel 2003. nel periodo 200-2003 complessivamente in Colombia sono state ben 22 le persone – tra vescovi, preti, seminaristi, laici – tolte di mezzo a motivo della loro testimonianza cristiana e della lotta in difesa della giustizia e dei diritti umani. Una Chiesa, quella colombiana, che paga a carissimo prezzo la sua fedeltà al Vangelo.


39 . Tanti sono i Paesi in cui si è registrato almeno un caso di morte violenta a danno di cristiani nel periodo 200-2003 (14 nel solo anno passato). Un dato che conferma quanto scrive il Papa nella Terbio millennio adveniente, a proposito della dimensione del martirio che connota oggi l’intera vita della Chiesa universale. Di questi 39 Paesi, ben 18 si trovano nel martoriato continente africano. 


23. Sono i missionari italiani uccisi nell’arco di tempo che va dal 1994 a fine 2003. le circostanze della loro morte riflettono la difficile condizione delle popolazioni in mezzo alle quali sono immersi (guerre, disordini interetnici, scontri fra governativi e ribelli, criminalità…). Con la gente, indifesa e vulnerabile, missionarie e missionari condividono, in molti casi, la precarietà dell’esistenza.   


di Gerolamo Fazzini

Letto 2568 volte Ultima modifica il Martedì, 30 Novembre 2004 00:53

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