Vita nello Spirito

Sabato, 02 Aprile 2005 21:31

Europa: unità ferita, unità promessa (Enzo Bianchi)

Vota questo articolo
(0 Voti)

Altri Paesi "entrano" in Europa, l'Europa si "allarga", come sentiamo ripetere in questi giorni. Oppure, realtà ancor più affascinante, ritrova una parte di se stessa per troppo tempo alienata? Dove si collocano oggi i confini dell'Europa?

Europa: unità ferita, unità promessa

di Enzo Bianchi

Altri Paesi "entrano" in Europa, l'Europa si "allarga", come sentiamo ripetere in questi giorni. Oppure, realtà ancor più affascinante, ritrova una parte di se stessa per troppo tempo alienata? Dove si collocano oggi i confini dell'Europa?

Una quindicina d'anni fa è crollato un muro e si è liquefatta una cortina; ora l'ingresso, tra gli altri, di Paesi come Malta e Cipro nell'Unione Europea ha riportato al largo, al cuore del Mediterraneo, il limite dello spazio percepito come nostro. L'insistente bussare della Turchia e significativi flussi migratori fanno percepire come neppure la religione possa costituire una frattura insuperabile o un confine certo. L'orizzonte europeo si dilata verso est, verso la millenaria frontiera più volte traumaticamente varcata in un senso o nell’altro, e verso sud, verso quel Mediterraneo in cui nascono i miti fondatori della nostra civiltà (si pensi al ratto di Europa, appunto, al peregrinare di Ulisse o al "limite estremo delle Colonne d'Ercole") e la Bibbia, codice nascosto del nostro universo di pensiero, anche laico.

Si tratta di avere il coraggio d'immaginare frontiere più ampie di quelle geopolitiche, di spingere lo sguardo verso un oltre che non è del tutto ignoto perché si nutre anche della memoria, del passato, di quanto ci ha preceduto e che possiamo ritrovare come un amico fedele, rimasto ad aspettarci al di là del muro del nostro oblio. Sì, un ritrovarsi di amici, di fratelli da troppo tempo resisi estranei gli uni agli altri; un riapprendere a "resplrare con i due polmoni" d'Oriente e d'Occidente, come da anni ci invita a fare con la parola e con l'esempio papa Giovanni Paolo II: anche come cristiani le prospettive che si dischiudono sono al contempo un'apertura sul nuovo, e una riscoperta sull’antico, perché alle radici, nel patrimonio genetico della nostra fede, non ci sono le divisioni che da secoli lacerano le Chiese, ma quel cuore e quell’anima sola che palpitavano nella comunità degli apostoli a Gerusalemme.

Il passato dei cristiani europei è una storia dì divisioni, ma la sua verità più antica è una vicenda di unità fondante: unità ferita, certo, contraddetta, minacciata, eppure un'unità promessa, ben più profonda e ampia di qualsiasi libero spazio doganale o amministrativo. Allora, non è tanto l'Europa che deve adeguarsi a un allargamento, ma è il nostro cuore che deve imparare a dilatarsi per pulsare al ritmo dello Spirito e per divenire capax Dei et fratrum in grado di contenere e di accogliere Dio e i fratelli.

Letto 1005 volte Ultima modifica il Martedì, 29 Giugno 2010 22:32
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search