Approfondimenti (1)
di Franco Gioannetti
Oggi, forse, la mistica si presenta come il territorio nel quale lo spazio speculativo del fatto religioso incontra la domanda sulla possibilità di vivere l’esperienza religiosa nella situazione di avanzato secolarismo caratteristico dell’attuale società occidentale.
Gli uomini e le donne della società secolarizzata, che vivono ancora sotto il segno di una razionalità formale, aggravata dalla omologazione e dall’anonimato, stanno sperimentando la rivincita dell’irrazionale e dell’individualismo, a riprova che neanche una cultura quasi due volte secolare, con la sua azione insistente e capillare, riesce a cancellare nell’uomo il senso magico delle cose e la funzione simbolica.
L’esperienza religiosa può essere combattuta ed esclusa dalla vita sociale, ma la religiosità latente nell’uomo riesce per sempre a trovare la maniera di esprimersi in molteplici credenze.
Teniamo quindi presente che, se la postmodernità assiste al ritorno del religioso e della domanda di senso, essa è anche il tempo che subisce il fascino di quelle realtà spirituali che esprimono il desiderio di creatività e di ritrovamento di sè al di là delle delusioni e dei fallimenti provocati dalla ragione.
Inoltre la postmodernità che ha conosciuto l’impressione dell’assenza di Dio, durante i vari eccidi del 1900, anela all’esperienza di un Dio non assente ma nascosto e dà credito alle forme di cui, ciascuna a suo modo, ricerca il contatto e la volontà misteriosa.
Sia alla chiusura del secolo scorso che all’inizio dell’attuale si è stati e si è consapevoli della presunzione di quanti hanno inteso proibire e cancellare l’esperienza religiosa, privando l’umanità della ricchezza più grande. Ed è così che è stato ricostruito lo spazio della fede dove è possibile l’opzione religiosa, che, sola, ci consente di sperare che il carnefice non abbia l’ultima parola sulla vittima innocente.
Occorre oggi distinguere tra un ateismo che nega la possibilità stessa che Dio esiste, mentalità non scomparsa ma non più dominante, ed un ateismo che nega il Dio della Rivelazione, del monoteismo, delle religioni positive. Nel nostro tempo si diffonde questa seconda figura di ateismo collegata ad una minore credibilità della Chiesa.
L’uomo contemporaneo si interroga su se stesso, intuisce se stesso come essere che ha bisogno dell’Essere Assoluto, avverte la sua finitezza oggettiva.
Ma c’è un’altra tendenza, in una parte dei nostri contemporanei, in base alla quale il soggetto si ritira nella sfera privata, sostiene l’autonomia soggettiva ed è fortemente critica verso le forme istituzionalizzate di religione.
Ma... le società contemporanee, caratterizzate da un’ampia e prevalente indifferenza religiosa, sono in ogni caso attraversate da correnti di inquietudine che danno luogo ad un proliferare di credenze periferiche. Per cui, forse, è più corretto parlare di socializzazione dell’istituzione religiosa che di secolarizzazione dell’uomo moderno.