Vita nello Spirito

Venerdì, 07 Luglio 2006 22:07

La prepotenza d'amore che rinnova tutta una vita (Giovanni Nicolini)

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Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio (…). Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. (Marco 2, 1.12).

 

La prepotenza d'amore che rinnova tutta una vita

di Giovanni Nicolini

Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio (…). Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. (Marco 2, 1.12).

Quattro amici calano un paralitico dal tetto.

I presenti non contestano.

E Gesù può vincere una malattia che non è solo fisica. Anche la carità praticata oggi deve prefiggersi di creare relazioni realmente sananti.

Senza quei quattro amici che scoperchiando il tetto della casa calano il suo lettuccio ai piedi del Signore, l’uomo paralitico non avrebbe potuto incontrarsi con lui. Mi pare molto bello poterci “specchiare” in queste quattro persone e nella loro operosità forte e coraggiosa. Il brano del vangelo non ci dice che qualcuno, che magari faceva la fila da molto tempo per arrivare a vedere e a parlare con Gesù, abbia protestato per questa “prepotenza d’amore”. E in ogni modo tutte le proteste si sarebbero fermate di fronte all’accoglienza immediata da parte del Figlio di Dio.

Possiamo trarre un grande insegnamento da questo gesto, che non limita il rapporto tra i quattro e l’uomo ammalato a un buon gesto di aiuto, che peraltro lo avrebbe lasciato nel suo lettuccio di immobilità, ma dice tutta la loro intelligente passione nel cercare una via che porti l’uomo verso la soluzione del suo dramma. Inventiva, coraggio, fatica, accordo tra i partecipanti, umile e silenziosa determinazione … quante volte tutto ciò è richiesto dal nostro operare nell’orizzonte dell’infermità umana e dell’operosità ecclesiale. Anche una certa capacità di operare “in squadra” – diciamolo apertamente, la necessità che coloro che operano per il bene … si vogliano bene – è assolutamente esigita, quanto più l’impresa è difficile.

Stupefatti spettatori

Ma il nostro testo evangelico ci riserva una sorpresa ben più grande, ed è il transito che la vicenda dell’uomo troverà nel suo incontro con il Signore della carità, cioè la prospettiva che la risoluzione di un male fisico sia porta e segno del rinnovamento radicale di tutta la sua vita. I nostri quattro amici sono ormai soltanto - ma non è poco! – gli spettatori e gli stupefatti testimoni di quanto il loro gesto d’amore, che essi collocano entro termini e limiti ben precisi, abbia questa imprevista e meravigliosa dilatazione su tutta l’esistenza del loro povero amico.

Quante volte, forse, questo è capitato anche a noi! Quante volte, superando la tentazione di un intervento anche positivo, ma che avrebbe lasciato le persone nella loro sostanziale difficoltà, abbiamo cercato di portarle a un livello di possibilità e di esperienza che consentisse loro di sperare in un cambiamento radicale di vita. Ciò vale in particolare nel pezzo di mondo in cui abitiamo, dove dietro a ogni povertà materiale sta quasi sempre una causa più profonda, molto spesso una qualche sventura psichica o, come nella vicenda del paralitico, spirituale.

L’auspicio più bello che viene da questa memoria evangelica è quello di concepire sempre più la carità come volontà di strappare le persone alla loro solitudine mortale e di portarle verso relazioni profonde e realmente sananti. Fino a sperare in un incontro diretto con la misericordia del Padre, nella parola e nell’opera del suo Figlio Gesù. Allora avremmo la gioia di poter sentire accanto a noi l’esclamazione lieta e ammirata: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.

(da Italia Caritas)

Letto 1170 volte Ultima modifica il Giovedì, 23 Settembre 2010 23:06
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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