Spiritualità Marista
di Padre Franco Gioannetti
Trentasettesima parte
La povertà (2)
In una visione un po’ apocalittica – cara al P. Colin – la sorte della Società, del suo carisma e del spirito è legata, nell’ultimo numero delle Costituzioni, alle sorti della povertà. Con un minaccioso “Vae illi”, per chi causasse la decadenza su questo punto, il p. Fondatore fa intravedere quale potrebbe essere la più grande sciagura per la Società: senza un autentico spirito di povertà Gesù e Maria non potrebbero riconoscerla come loro propria.
Il concetto di povertà del P. Colin non sembra essere frutto di un pauperismo “di rottura”, né di un rigorismo riformista caratteristico di alcuni istituti religiosi nella seconda metà del sec. XIX. Il nesso stresso che il P. Colin stabilisce tra la povertà e lo spirito dell’Istituto fa pensare ad una intuizione originaria collegata con il carisma proprio della Società di Maria. Su questo il P. Fondatore non ha fatto altro che riproporre le beatitudini e lo spirito dei “poveri di Jahvè”, che hanno in Gesù e Maria i modelli più sublimi (Const., cap. XII, art. V, n. 443).