Vita nello Spirito

Giovedì, 30 Agosto 2007 00:49

La chiesa cattolica. All'orizzonte 2050 (François Thual)

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di François Thual *

La Chiesa cattolica ha evoluto negli ultimi cinquanta anni. Tentiamo una proiezione: che cosa diventerà fra cinquanta anni?

È vero, la Chiesa ha evoluto, ma non sono stati affrontati due punti essenziali e non lo saranno nel prossimo mezzo secolo. Da una parte, la mondializzazione del cattolicesimo, che è presente, in gradi diversi, fin dalla fine del XIX secolo, su tutti i continenti. Dall'altra parte, il sistema di funzionamento interno della Chiesa, la sua organizzazione come “monarchia centralizzata elettiva”, che neppure cambierà nella misura in cui dipende dalla sua ecclesiologia, cioè dalle sue concezioni teologiche dogmatiche costruite per due millenni in modo piramidale.

Questa centralizzazione rimarrà ancora adatta per delle società che evolvono, che aspirano a sempre maggiore democrazia, partecipazione, condivisione di potere?

La Chiesa cattolica non può diventare democratica per una semplice ragione: il papa è il vicario di Cristo. Tutta l'ecclesiologia latina deriva da tale concezione centrata sul primato della persona del papa. Ciò fa parte della rivelazione, o piuttosto della interpretazione della rivelazione, trascritta nei dogmi. La Chiesa non cerca neppure di divenire democratica, né di offrire una immagine di democrazia: essa c'è per distribuire i sacramenti e procurare delle messe, che interesse avrebbe per questo concetto? La centralizzazione intorno all'autorità papale, in materia dogmatica e organizzativa, ha beneficiato della recente evoluzione dei mezzi di comunicazione: ormai bastano pochi secondi per comunicare i pensieri del papa e le sue istruzioni, per richiamare all'ordine un qualche oscuro teologo, per rafforzare il controllo sull'insegnamento e la vita dei cattolici. Internet ha aiutato la centralizzazione del potere, dell'organizzazione e del pensiero. L'istituzione saprà utilizzare con la stessa rapidità le altre tecniche che nasceranno.

La conferenze episcopali nazionali non possono dunque contare per l'avvenire su un po' più di potere?

Esse assicurano la gestione, ma non è l'essenziale del messaggio della Chiesa. Esse sono, e resteranno, dei sistemi di deconcentrazione e non di decentralizzazione del potere. Delle cinghie di trasmissione verso la base dei messaggi che provengono dal vertice che esse spiegano, interpretano, adattano, e basta.

Lei non rimette in questione la mondializzazione del cattolicesimo, ma questo non è pertanto contestato nelle sue terre, specialmente in America latina?

Il cattolicesimo resterà presente in tutti i continenti. Sa lei che i vangeli, che nel 1900 erano tradotti in 537 lingue, esistono oggi in 1950 lingue diverse? Quello che dovrà cambiare è la configurazione demografica della Chiesa. L'esplosione delle Chiese neo-protestanti, molto visibile in America latina, tocca anche gli altri continenti e a breve scadenza la leadership quantitativa cattolica si troverà a mal partito per l'espansione protestante.

Nel breve spazio di cinquant'anni?

La Chiesa pentecostale è stata creata nel 1903 a Los Angeles. In un secolo è passata da zero a 300 milioni di fedeli - 500 milioni secondo stime più elevate. È stabilita in America, in Europa, in Africa, In Asia, e persino negli ex paesi comunisti. Il successo di questo movimento, chiamato oggi “evangelico”, accompagna, a mio parere, l'espansione della cultura americana, cioè l'influsso politico degli Stati Uniti sul mondo. Si assiste, nel contempo, al crollo demografico dell'ortodossia, a causa dell'implosione demografica del mondo slavo. Si può dire con sicurezza che fra cinquant'anni il volto del cristianesimo sarà mutato. E globalmente sarà regredito: nel 1900 il 35% dell’1,65 miliardo di uomini erano cristiani. Nel 2000 i cristiani non sono più che il 23% dei 6 miliardi di uomini.

Si parla anche di un terzomondializzazione della Chiesa cattolica, nel senso di uno sviluppo nei paesi del terzo mondo a detrimento dell'Europa…

La Chiesa è nata in Medio Oriente, da cui praticamente è scomparsa: gli ultimi cristiani arabi, in particolare i cattolici, si avviano verso la diaspora. La Chiesa cattolica si è poi spostata in Europa e di qui, grazie alle missioni e alla colonizzazione, ha raggiunto gli altri continenti. La grande massa cattolica si situa in America latina, nonostante le perdite di “parte del mercato”. Quanto all'Africa, l'espansione dell'islam vi è molto più forte, al punto che l'Etiopia, per esempio, è già un paese a maggioranza mussulmana. Per l'Asia poi il cattolicesimo vi resta largamente minoritario. Detto questo, attenzione alle proiezioni avventate. I più grandi paesi mussulmani sono l'Indonesia e il Pakistan, ma il cuore dell'islam restano i paesi arabici. Così il cuore del cattolicesimo rimarrà l'Europa, anche se la massa si sposta altrove: qui resterà il suo ancoraggio simbolico, intellettuale, culturale.

Si sono viste apparire, in questi ultimi anni, correnti teologiche non europee, in particolare in India…

Ma anche in America latina con la teologia della Liberazione, in Corea con la teologia di Min Jung. Questi teologi dicono i dogmi in altra maniera, ma non ne inventano di nuovi, La loro riflessione è il risultato dell'inculturazione, ma non sconvolge la teologia fondamentale che deriva dalla dogmatica definita dai concili.

Dobbiamo dedurne che il discorso cattolico non cambierà?

La stabilità dell'organizzazione sarà anche quella del discorso ufficiale, strutturato intorno all'interpretazione dei dati della rivelazione. Quel che cambierà profondamente è il discorso esterno, quello della comunicazione. Cinquant'anni or sono i catechismi e i libri di morale erano improntati a un universo penitenziale, repressivo e punitivo: tutto era peccato, l'uomo era un peccatore. Da una ventina d'anni è subentrato un discorso diverso: quello dell'amore. Dio ama tutti gli uomini, compresi i peccatori, e gli uomini devono amarsi fra loro. A livello delle masse, il cattolicesimo evolverà verso una religione non dogmatica e sentimentale. Non parlo dell'élite dei pensatori e dei teologi, né della gerarchia che dirige la Chiesa. Non parlo neppure dell'insegnamento, che è immutabile. Parlo del vissuto dei credenti. Molto pochi conoscono oggi le verità fondamentali del cattolicesimo, saranno ancora meno numerosi domani.

Lei ha una visione sconcertante dell'avvenire dei cattolici.

Provi ad andare all'uscita da una messa e mi dica quale è la percentuale fra le persone che hanno meno di quaranta o cinquanta anni che sanno che cosa è l'Immacolata Concezione. Quanto ai partecipanti alla grande festa del cattolicesimo che sono le Giornate Mondiali della Gioventù (GMG), la maggior parte di essi non ha la minima conoscenza delle verità che si insegnavano nella preparazione alla prima comunione negli anni 1950. Non hanno più paura di andare all'inferno: Dio è buono, e aggiungerei con una punta di ironia, tutti sono buoni, tutti sono belli. Questa tendenza si amplierà, sotto pena di una generale disaffezione. Il cattolicesimo si adatterà così al mondo moderno assumendo l'andamento della sentimentalità collettiva, privilegiando il “sentimento oceanico” decritto da Freud, che è una sorta di stato fusionale collettivo. I teologi continueranno a produrre teologia sotto la supervisione del papa. La masse avranno la loro religione sentimentale, fornita dai media.

* François Thual è geopolitico. Recentemente ha pubblicato Géopolitique des réligions, le Dieu fragmenté (Ellipses, 2004) e Géopolitique d'Israël (con Frédéric Encel, Seuil, 2004). Non cattolico, si esprime qui dal punto di vista delle scienze umane.

(da Le monde des religions, 11, p. 22-23)

Letto 1920 volte Ultima modifica il Sabato, 23 Ottobre 2010 23:05
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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