Il più grande dei comandamenti
Benedettine di S. Maria di Rosano
“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima...e il prossimo tuo come te stesso" (Lc 10,27)
Gli evangelisti Matteo e Marco ci informano che un giorno un dottore della legge per mettere alla prova Gesù, la cui autorevolezza di maestro si sta diffondendo con sorprendente fascino sulle folle, gli chiede qual’è il primo e più grande dei comandamenti.
La precisa domanda, che può sorgere nel cuore di chiunque cerchi seriamente il volere del Signore, lascia un po' perplessi sulla bocca di una delle guide religiose di Israele, un esperto delle cose di Dio. Risulta pure sorprendente il fatto che Luca, riferendoci la stessa circostanza, dice che è proprio Gesù a riproporre la domanda e a indurre il suo interlocutore a dare la risposta esatta, dimostrando in tal modo che la dottrina gli è nota ed egli non ha nulla da aggiungere; anzi, quasi con un pizzico di umorismo, conclude: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai".
Forse capita anche a noi, e non poche volte, per giustificare a noi stessi le nostre infedeltà, o pigrizie, o superficialità, di domandarci cosa è l'essenziale nella vita, chi dobbiamo ascoltare o seguire, eludendo con interminabili e sterili ragionamenti quello che sappiamo chiaramente e che si riassume in due parole, molto semplici anche se estremamente impegnative: ama Dio e il prossimo.
Come leggiamo nelle prime pagine della Regola di san Basilio, l'anima porta, impressa da Dio fin dalla prima creazione, la virtù dell'amore, e di ciò non è necessaria una prova dall'esterno. "Ogni uomo desidera tutto ciò che è buono e siamo attratti da un certo affetto naturale verso ogni cosa che riteniamo buona, scrive il santo; e quale altra cosa tanto buona si può avere quanto Dio? Anzi, quale altro bene vi è se non Dio solo? Quale gloria, quale splendore, quale bellezza, che per natura siamo spinti ad amare, vi è in qualunque luogo e talmente alta come e in Dio?". Il grande vescovo aggiunge inoltre che il modo per accendere, custodire e alimentare in noi il desiderio dell'amore di Dio è il suo frequente ricordo, che illumina la mente e spinge alla pratica dei comandamenti; anzi, dalle opere stesse di carità viene conservato e aumentato l'amore di Dio in noi.
S. Agostino sviluppa questo pensiero, centrale per la vita spirituale, ritornandovi con particolare insistenza, quasi trascinato dall'intenso, bruciante e sempre nuovo fervore che gli arde in cuore dopo aver incontrato Cristo. Così si esprime, ad esempio, nel suo Commento alla Prima Lettera di San Giovanni: "Chi ama Dio, ama i suoi comandamenti. E Dio che comandamento ha dato? 'Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate l'un l'altro'. Nessuno vada cercando scuse per un'altra carità. La carità è quel che è, e poiché essa è strettamente una, tutti coloro che la seguono ne vengono stretti in unità e la carità, quasi come fuoco li avvolge; l'oro forma così una massa e si crea qualcosa di unico; ma se non c'è il fuoco del fervore della carità, non può, di molti, crearsi un'unità".
Nello stesso commento, certo ricordando la questione posta dai farisei sul più grande dei comandamenti, il santo, sorvolando ogni fredda questione legalista, approfondisce con la passione dell'innamorato l'unico precetto di Gesù: Amiamoci, perché egli per primo ci ha amati; ci ha amati empi per renderci santi, ingiusti per farci giusti, ammalati per guarirci. Amiamo dunque anche noi, perché per primo ci ha amati. Se uno dirà: io amo Dio e odia il fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il fratello che vede, come può amare Dio che non vede? Ama il fratello e sii sicuro. Necessariamente se ami il fratello, ami l'amore. Ora Dio è amore; è necessario dunque che ami Dio colui che ama il fratello".
Per assimilare e far diventare stile della nostra vita il primo e più grande dei comandamenti, attingiamo ancora ad un'altra pagina del grande Agostino, il convertito dall'amore. Nel Commento al Vangelo di Giovanni egli afferma: "Sempre, in ogni istante, dovete ricordarvi che si deve amare Dio e il prossimo, sempre dovete riflettere su questi precetti, sempre meditarli, sempre ricordarli, sempre metterli in pratica, sempre perfettamente compierli. L'amore per Dio è il primo nell'ordine del precetto, l'amore per il prossimo è il primo nell'ordine dell'esecuzione. Poiché tu non vedi ancora Dio, amando il prossimo ti rendi degno di vederlo, amando il prossimo purifichi il tuo occhio perché tu possa vedere Dio. Amando il prossimo compi il tuo cammino; e verso dove cammini, se non verso il Signore Dio, verso colui che dobbiamo amare con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente? Noi non siamo ancora giunti dal Signore, ma abbiamo con noi il prossimo. Porta, allora, colui con il quale tu cammini, e giungerai dal Signore con il quale devi restare.
(da Il sacro speco di S. Benedetto, n. 5, 2004)