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Domenica, 12 Ottobre 2025 08:48

XXVII Domenica del tempo ordinario - Anno C In evidenza

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XXVII Domenica del tempo ordinario - Anno C

Omelia di Paolo Scquizzato

Prima Lettura Ab 1,2-3;2,2-4

Dal libro del profeta Abacuc
 

Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».


Salmo Responsoriale Sal 94 (95)

Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza. 
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. 
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba, 
come nel giorno di Massa nel deserto, 
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

 
Seconda Lettura  2Tm 1,6-8.13-14
 
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
 
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.
 
 
Canto al Vangelo (1Pt 1,25)


Alleluia, Alleluia

La parola del Signore rimane in eterno:
e questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato.

Alleluia, Alleluia

 

Vangelo Lc 17, 5-10

Dal Vangelo secondo Luca
 

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

 

OMELIA
 
Dovremmo inserire nei catechismi una virtù in più: la ‘fede nell’umanità’. Prima di credere in un Dio, sarebbe necessario cominciare a credere nell’essere umano, e ciò che di meglio egli si porta dentro.
«La fede nella possibilità che l’uomo ha di liberarsi del suo male è una qualità straordinaria. La fede nell’uomo è la fede nell’impossibile, è la fede, per esempio per chi lotta perché il mondo sia fatto da uomini eguali fra loro e senza violenza» (Ernesto Balducci).
I cristiani da sempre si portano dentro la triste convinzione d’essere inesorabilmente segnati dal peccato, inadeguati in quanto facenti parte di quella ‘massa dannata’ inaugurata da una malaugurata progenie; costantemente bisognosi d’un tutore che hanno imparato a chiamare dio, pronto ad intervenire ad ogni piè sospinto con la sua ‘santa grazia’ per sostenerli nel corso della vita identificata con una ‘valle di lacrime’.
Il Vangelo di oggi però ci parla d’altro: «solo dopo che hai fatto tutto ciò che dovevi fare, che era in tuo potere fare, solo dopo aver vissuto da essere umano, fino all’estremo, potrai dire “sono un servo inutile”». Non prima. Non ti è dato disertare la storia sino a quando non sarai venuto alla luce di te stesso, giunto alla vita piena, perché occorre sapere che ‘alla fine’ risorgeranno i vivi non i morti.
La fede nella nostra divina-umanità occorrerebbe mettere in campo nel nostro vivere quotidiano. La mia umanità non è altro che ‘Dio all’opera’; per questo mi è chiesto di vivere con passione e attenzione ogni istante, ogni momento per portarmi a sbocciare, e quindi ad incarnare Dio nel mondo. In un certo senso siamo noi ad aiutare Dio ad essere presente nel mondo, ad incarnarlo. Non il contrario.
È questo, dunque, il tempo della fede come fiducia nella nostra insita capacità di bene, di giustizia, di bontà; fiducia nella retta coscienza che ci abita e nella profondissima capacità di amare che possediamo. Si sposterebbero così montagne di odio e di violenza, d’intolleranza e d’ignoranza.
Se oggi qualcuno crede ancora in Dio, chi crede ancora nella bontà dell’uomo?
«Abbiamo avuto uomini che hanno saputo morire per il futuro dell’umanità, hanno dato voce alla specie umana e sono morti per questo. Che importa se dicevano che in cielo non c’è nessuno? In cielo ci sono tanti idoli. Ce li abbiamo messi noi. Forse è una via necessaria anche quella di spopolarlo, visto che molta sostanza di umanità è stata proiettata e come alienata nel cielo delle immaginazioni. Quel che conta è la fede nel futuro dell’umanità. Dobbiamo essere intransigenti contro i rassegnati. I veri nemici del futuro non sono i cattivi, ma i rassegnati». (Balducci)

 
Paolo Scquizzato
 
Letto 3 volte Ultima modifica il Domenica, 12 Ottobre 2025 09:01
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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