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Domenica, 12 Ottobre 2025 08:55

XXVIII Domenica del tempo ordinario - Anno C In evidenza

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XXVIII Domenica del tempo ordinario - Anno C

Omelia di Paolo Scquizzato

Prima Lettura 2Re 5,14-17

Dal secondo libro dei Re
 

In quei giorni, Naamàn [, il comandante dell’esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].
Tornò con tutto il seguito da [Elisèo,] l’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò.
Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore».


Salmo Responsoriale Sal 97 (98)

Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo, 
perché ha compiuto meraviglie. 
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. 

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, 
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. 
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto 
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra, 
gridate, esultate, cantate inni!

 
Seconda Lettura  2Tm 2,8-13
 
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
 
Figlio mio,
ricòrdati di Gesù Cristo,
risorto dai morti,
discendente di Davide,
come io annuncio nel mio vangelo,
per il quale soffro
fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.
 
 
Canto al Vangelo (1Ts 5,18)


Alleluia, Alleluia

In ogni cosa rendete grazie:
questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.

Alleluia, Alleluia

 

Vangelo Lc 17,11-19

Dal Vangelo secondo Luca
 

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

 

OMELIA
 
Per giungere a Gerusalemme – la città della pienezza, il luogo dell’incontro – Gesù ‘deve’ attraversare la Samaria e la Galilea: terre di confine, di lontananza, di inimicizia. Simboli di tutto ciò che è escluso, infedele, non appartenente.
L’amore divino non evita queste terre. Non salta la nostra ombra: la attraversa. È proprio la distanza da Lui il luogo dove può farsi vicino.
Sono le nostre perdite, le nostre zone smarrite, il punto preciso in cui può ritrovarci.
Gesù entra in un villaggio — la parte più oscura di me —
e «gli vennero incontro dieci lebbrosi» (Lc 17,12): le mie ferite, le mie parti malate, le zone dell’anima che vorrei non vedere. Quando Egli entra, il male gli si fa incontro: la miseria è attratta dalla misericordia, la notte sente il richiamo del giorno.
Ma accade qualcosa di sorprendente: Gesù non li guarisce. Dice soltanto: «Andate a presentarvi ai sacerdoti» (v. 14).
Secondo la Legge, i lebbrosi non potevano farlo: gli impuri non varcano la soglia del Tempio, il luogo dove Dio abita. Eppure, proprio qui, si rivela il cuore del Vangelo.
Gesù sembra dire: non temere. Non credere di essere così sporco da non poterti avvicinare. Cammina. Fidati. La via si aprirà mentre la percorri.
Così come sei — con la tua storia, la tua fragilità, le tue ombre e i tuoi errori — sei già immerso nella Vita. Non devi conquistare Dio: ne sei avvolto. Non devi migliorarti per meritare l’amore: devi solo accorgerti di essere amato.
«Mentre essi andavano furono purificati» (v. 14b). La guarigione non è un punto d’arrivo, ma un cammino. Accade lungo la strada, nel lento procedere dei giorni, nell’andare fedele anche quando non si vede nulla.
Non ci è chiesto di purificarci per poterci accostare a Dio, ma di imparare a restare in Dio anche nelle nostre ombre. Siamo già esseri divini, in cammino verso il compimento di ciò che da sempre siamo.
E di questo — del cammino stesso, della ferita che diventa via — non possiamo che dire: grazie.

 
Paolo Scquizzato
 
Letto 73 volte Ultima modifica il Domenica, 12 Ottobre 2025 09:00
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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