Formazione Religiosa

Venerdì, 13 Gennaio 2006 21:29

La tentazione diabolica (Frédéric Lenoir)

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La tentazione diabolica
di Frédéric Lenoir

 

Poco importa se il diavolo esiste o no: ma non si può negare che esso ritorna. In Francia e nel mondo. Non in maniera spettacolare e fragorosa, ma in maniera diffusa e multiforme. Possiamo individuare una quantità di indizi di questo sorprendente come back. La profanazione di cimiteri, più sovente a carattere satanico che razzista, si sono moltiplicate ovunque nel mondo durante l’ultimo decennio. In Francia sarebbero più di tremila le tombe di ebrei, di cristiani e di musulmani che sono state profanate negli ultimi cinque anni, cioè il doppio che nel corso del decennio precedente. Se soltanto il 18% dei Francesi crede nell’esistenza del diavolo, sono i meno di 24 anni a essere i più numerosi (il 27%) nel condividere tale credenza. E il 34% pensano che un individuo può essere posseduto dal demonio. La credenza nell’inferno è addirittura raddoppiata durante gli ultimi due decenni. La nostra inchiesta mostra che fasce non trascurabili della cultura degli adolescenti – gothismo, musica metallica – sono impregnate di riferimenti a Satana, figura ribelle per eccellenza che si è opposta al Padre.

Dobbiamo leggere in questo universo morboso e talora violento la semplice manifestazione di un normale bisogno di rivolta e di provocazione? Oppure accontentarci di spiegarlo con la proliferazione di films, di fumetti e di videogiochi che mettono in scena il diavolo e i suoi accoliti? Negli anni 60 e 70 gli adolescenti – e io ne facevo parte – cercavano piuttosto di esprimere la loro differenza e la loro rivolta con il rifiuto della società dei consumi. I guru indiani e la musica suadente dei Pink Floyd ci affascinavano di più che Belzebùl e gli heavy metal superviolenti. Non dobbiamo forse leggere in questo fascino per il male il riflesso delle violenze e delle paure del nostro tempo, che è segnato da uno slittamento dei punti di riferimento e dei legami sociali e da una profonda angoscia di fronte all’avvenire? Come ci ricorda Jean Delumeau, la storia mostra che proprio nei periodi di grandi paure il diavolo ritorna in scena. Non è questa anche la ragione del ritorno di Satana in politica? Reintrodotto dall’ayatollah Khomeyni quando fustigava il grande Satana americano, il riferimento al diavolo e la diabolizzazione dell’avversario è stata ripresa da Ronald Reagan, da Bin Laden e da Georges Bush. Quest’ultimo, del resto, non fa che ispirarsi alla considerevole crescita in popolarità di cui gode Satana fra gli Evangelici americani, che moltiplicano le pratiche di esorcismo e denunciano un mondo sottomesso alle potenze del Male. Dal tempo di Paolo VI che evocava i “fumi di Satana” per parlare della crescente secolarizzazione dei paesi occidentali, la Chiesa cattolica, che aveva pur preso da molto tempo le distanze dal diavolo, non resta indietro e, segno dei tempi, il Vaticano ha creato un seminario di esorcismo in seno alla prestigiosa università pontificia Regina Apostolorum.

Tutti questi indizi meritavano un vero dossier di inchiesta non solo sul ritorno del diavolo, ma anche sulla sua identità e sul suo ruolo. Chi è il diavolo? Come è apparso nelle religioni? Che cosa dicono di lui la Bibbia e il Corano? Perché i monoteismi hanno bisogno di questa figura che incarna il male assoluto più che le religioni sciamaniche, politeiste o asiatiche? E anche: in che cosa la psicanalisi può illuminarci su questo personaggio, sulla sua funzione psichica e permetterci una stimolante rilettura simbolica del diavolo biblico? Perché se, secondo la sua etimologia, il “simbolo” – symbolon – è “ciò che riunisce”, il diavolo – diabolon – è “ciò che divide”. Una cosa mi sembra sicura: soltanto identificando le nostre paure e le nostre “divisioni” sia individuali che collettive, portandole alla luce con un lavoro esigente di coscientizzazione e di simbolizzazione, integrando le nostra parte di ombra, si potrà venire a capo del diavolo e di questo bisogno ancestrale, vecchio quanto l'umanità, di proiettare sull'altro, sul diverso, sullo straniero, le nostre personali pulsioni non padroneggiate e le nostre angosce di divisione.

Note

1) Secondo un sondaggio Sofres Pélerin magasin del dicembre 2000.
2) Les valeurs des Européens, Futuribles, Juillet-Août 2002.

(in Le monde des religions, n°10, p.5. Traduzione a cura di Maria Grazia Hamerl)



Letto 2209 volte Ultima modifica il Martedì, 19 Febbraio 2013 10:24
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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