Il colloquio del cristiano con Dio
26. Il cristiano si incontra spiritualmente con Dio e si corrobora in lui, oltre che nei sacramenti, anche con la lettura o l’ascolto della parola di Dio, con la meditazione e la preghiera, con il lavoro e l’impegno a servizio degli altri.
27. La preghiera è la prima risposta dell’uomo, e in particolare del cristiano ai doni ricevuti da Dio, e lo accompagna spontaneamente in tutta la vita. Poiché l’uomo non può nulla nella vita spirituale senza il soccorso costante della grazia di Dio, è lo Spirito Santo che fa sorgere in lui l’aspirazione della preghiera. Lo Spirito viene incontro alla debolezza umana e le ispira le intenzioni da rivolgere al Padre. Così Dio è all’inizio e alla fine della preghiera, la quale introduce nell’intimità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
28. La preghiera del cristiano ha tre forme principali: preghiera di adorazione e di amore verso Dio creatore e padre; preghiera di domanda con la quale si presentano a Dio le proprie necessità e quelle degli altri; preghiera di gratitudine infine, con la quale si ringrazia Dio per i doni ricevuti, Il cristiano prega anche per le necessità temporali, ma con riserbo, sapendo che la preghiera non è fatta per sostituire lo sforzo, lo studio, o i mezzi naturali, come non è fatta per rimediare ai suoi errori, o mettere automaticamente al proprio servizio la potenza di Dio. E pure antica e sacra nel cristianesimo la preghiera per i defunti, perché Dio li purifichi dalle colpe e li accolga nella sua pace.
29. La preghiera più cara al cristiano, è il « Padre nostro », insegnata da Gesù ai suoi discepoli, con la quale egli si rivolge a Dio come un figlio al proprio padre. Dopo Dio, il cristiano prega anche i santi, cioè quelli che sono già presso Dio, con sensi di venerazione, confidando fraternamente nella loro intercessione. Tra tutti i santi evidentemente un posto privilegiato viene dato a Maria, (1) che il cristiano ama come un figlio perché madre di Gesù, del quale si sente fratello; a lei si rivolge frequentemente, con fiducia e tenerezza, nella preghiera dell’«Ave Maria».
30. Oltre alla preghiera individuale, ogni cristiano partecipa in diversa misura alla preghiera pubblica che la Chiesa come comunità locale e universale rivolge a Dio in unione con Cristo e con tutti i santi che già vivono nella luce di Dio. In questa preghiera, detta liturgia, il singolo assume il ruolo della lode e dell’impetrazione a nome di tutte le creature, in unione con tutta la grande famiglia cristiana. Preghiera liturgica per eccellenza sono la messa e l’ufficio delle ore affidati particolarmente ai sacerdoti e alle persone consacrate a Dio.
31. Leggendo o ascoltando la parola della Bibbia (2) il cristiano sa di trovare in essa la voce stessa di Dio che lo chiama e lo dirige. Pur riferendo avvenimenti passati, come le vicende del popolo ebraico, le parole e i fatti di Gesù Cristo e il messaggio degli Apostoli, la sacra Scrittura possiede un’attualità perenne per ogni cristiano, anzi per ogni uomo. Naturalmente, perché l’incontro sia fruttuoso, è necessario che lo Spirito Santo intervenga, il che avviene quando l’animo di colui che legge o ascolta si trova in disposizioni favorevoli di docilità e di preghiera: Dio allora illumina l’intelligenza e corrobora il cuore del cristiano.
32. La meditazione, o orazione mentale, viene raccomandata al cristiano, particolarmente a chi ha scelto uno stato di vita religioso, come esercizio di distacco dalle occupazioni terrene, sforzo di elevazione spirituale e riflessione sulle verità basilari della salvezza. La mente si trova allora assorta in un colloquio personale e impegnativo con Dio, in ordine alla finalizzazione ed elevazione di tutta la vita in lui. Chi è fedele alla pratica della meditazione può ricevere dallo Spirito di Dio il dono della contemplazione, che unisce spontaneamente e gioiosamente a Dio.
Pietro Rossano
Note
1) Sul rapporto del cristiano con la madre di Gesù vedasi il n. 29 del c. «La sapienza cristiana».
2) Su di essa vedasi il n. 3 del c. «La sapienza cristiana».
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