Celebre scrittore mistico della Chiesa bizantina, Simeone nacque da genitori cristiani intorno al 949 a Galatai, nella Paflagonia, regione dell'Asia minore.
Compì i primi studi negli ambienti di corte; quindi, in risposta a Dio che lo chiamava a una vita più evangelica, si ritirò nell'antico cenobio di Costantinopoli detto «Studion», uno dei più importanti monasteri di allora per l'accurata formazione spirituale e culturale, e per il sapiente stile di vita.
Poi passò nel rigido convento di S. Mamas. Qui nel 980 venne ordinato sacerdote e poco dopo eletto superiore. Resse per venticinque anni quel monastero distinguendosi come promotore del culto, predicatore e scrittore. Compose anche inni e preghiere liturgiche.
Allo Spirito Santo
Vieni, luce vera. Vieni, vita eterna.
Vieni, mistero nascosto.
Vieni, tesoro senza nome.
Vieni, realtà ineffabile.
Vieni, persona che nessuna mente
può comprendere.
Vieni, felicità senza fine.
Vieni, luce senza tramonto.
Vieni, speranza vera
di coloro che saranno salvati.
Vieni, risveglio di chi dorme.
Vieni, risurrezione di chi è morto,
Vieni, o Potente, o tu che tutto fai, rifai
e trasformi col solo tuo volere.
Vieni, invisibile, del tutto intangibile...
Vieni, gioia eterna.
Vieni, consolatore perfetto
della povera anima mia.
Vieni, dolcezza, gloria, mio gaudio senza fine.
Ti ringrazio di esserti fatto per me
luce inestinguibile,
sole senza tramonto
perché non hai dove nasconderti,
tu che riempi l'universo della tua gloria...
Vieni, Signore, stabilisci oggi in me la tua tenda, poni lì la tua abitazione,
rimani per sempre, senza separarti,
fino alla fine in me, tuo servo,
tu che sei buono,
perché alla mia uscita
e dopo la mia uscita da questo mondo
io sia ritrovato in te
e regni con te, Dio al di sopra di tutto...
e fa' che, guardandoti senza interruzione,
io che sono morto, viva;
possedendoti, io povero, diventi ricco;
e sarò più ricco di tutti i re;
mangiando e bevendo te,
e rivestendomi a suo tempo di te,
io mi trovi tra gli ineffabili beni
e vi sarò godendo pienamente.
Perché tu sei tutto bene,
tutta gloria, tutto gaudio,
A te conviene la gloria,
o santa, consostanziale e vivificante Trinità,
venerata, confessata,
adorata e servita da tutti i fedeli,
ora e sempre, e per i secoli dei secoli.
Amen.
(Hymnes. I, 150-152; Sources Chrétiennes, Du Cerf, Parigi, p. 156)
Per la tua incarnazione
Ti ringrazio, o Signore,
ti ringrazio, o Dio unico,
re giusto e misericordioso,
che scruti i cuori.
Ti ringrazio, o Verbo eterno, onnipotente,
che sei disceso su questa terra,
hai preso carne
e ti sei fatto ciò che prima non eri,
uomo come me
senza mutazione, senza diminuzione
e senza qualsiasi peccato.
Tu che non potevi soffrire,
hai sofferto ingiustamente,
da uomini ingiusti,
per ottenere a me, povero condannato,
la grazia di non soffrire
nell'imitare le tue sofferenze, o mio Cristo.
Tu che senza colpa hai voluto soffrire,
ora chiedi a noi, autori di ogni peccato,
di sopportare le prove, le persecuzioni,
i flagelli, le sofferenze
e anche la morte da parte degli iniqui.
Tu hai avuto fama di indemoniato
e sei stato ritenuto, dagli empi,
ingannatore, nemico di Dio
e trasgressore della Legge.
Come un malfattore sei stato arrestato,
e, incatenato,
sei stato condotto via da solo,
poiché tutti i discepoli e gli amici
ti hanno abbandonato.
Tu, o Verbo, come un reo
sei stato posto davanti al giudice
e hai accettato la sentenza
pronunciata contro di te.
Per una parola che pronunciasti,
fosti schiaffeggiato da un servo
e il tuo silenzio ti procurò ben presto
la condanna...
Così, non sopportando di vedere
che tu eri il solo uomo giusto,
quegli iniqui ti condannarono
a una morte vergognosa:
quindi fosti colpito al capo, incoronato di spine,
rivestito di un mantello scarlatto...
Tu hai portato sulle spalle la croce, o Salvatore,
e, innalzato su di essa,
vi fosti inchiodato, o Dio mio...
Ti ringrazio, o Signore,
delle prove che soffro ingiustamente:
se invece sono giuste,
che mi siano di soddisfazione dei peccati
come purificazione dei miei troppi peccati,
o Cristo.
Non permettere, un giorno,
sofferenze che superino le mie forze,
sia in prove sia in tribolazioni,
ma concedimi la grazia di superarle, o Dio mio,
e la forza per poter accettare le amarezze.
Tu infatti dall'inizio dei tempi
sei il dispensatore dei beni
su coloro che si prostrano,
nel cuore, alla tua potenza, com'è giusto,
offrendo loro i doni della fede,
delle opere e delle buone speranze,
e tutti i doni del divino e adorabile Spirito tuo,
o Dio di misericordia,
ora e sempre e in ogni tempo,
per i secoli dei secoli. Amen.
(Hymnes, II, 450-456; Sources Chrétiennes, Du Cerf, Parigi, p. 174)
(da Preghiamo con i Padri della Chiesa, 1992, ed. Paoline. Biografia, p. 216; Allo Spirito Santo, pp. 17-18; Per la tua incarnazione, pp. 125-127)