Nell’antichità la parola latina sacramentum era il termine usato per il giuramento di fedeltà con cui un soldato offriva i suoi servigi in cambio dell’arruolamento in una legione. Tertulliano, scrittore cristiano, all’inizio del terzo secolo ha definito il battesimo un sacramento e, introducendo questo termine, ha sottolineato l’importanza della rinuncia a satana e dell’adesione a Cristo di ogni persona quando riceve il battesimo. Questo antichissimo termine ci ricorda in continuità il nuovo stile di vita e la nuova fedeltà a cui si consacra chi riceve i sacramenti. S. Paolo ha sviluppato ampiamente questo punto parlando del battesimo (Rom. 6,3-11) e dell’eucaristia (1 Cor. 10,14-21; 11,17-34). Nella Bibbia la parola sacramentum traduce il termine greco mysterion (mistero), termine che S. Paolo ha usato per riferirci del piano misterioso di Dio che, nel suo disegno eterno, si è compiaciuto di salvare, rinnovare e riunire tutte le cose in Cristo (Ef. 1,9; 3,3.9). Così il sacramento di Dio, il suo piano, è ora rivelato nel Vangelo.
La rivelazione del misterioso piano di Dio o “sacramento” di salvezza conduce alla nostra incorporazione a Cristo risorto e glorificato. Ciò che divide e affligge la nostra umanità viene superato e ci viene offerta una nuova vita e un nuovo spirito.
I sacramenti nella Chiesa dei primi secoli
I primi maestri della Chiesa che scrivevano in greco, parlavano sovente di “misteri” cristiani riferendosi a molte delle preghiere, dei riti e delle pratiche religiose che si diffondevano nella Chiesa. Un posto privilegiato tra questi misteri cristiani fu occupato da una serie complessa di atti che costituiva l’iniziazione al cristianesimo: istruzioni quaresimali, esorcismi, unzioni, professioni di fede e il rito solenne del battesimo che ammetteva l’individuo alla prima e piena partecipazione dell’eucaristia nella domenica di Pasqua.
Nel mondo latino, Tertulliano ha espresso la consapevolezza che nei sacramenti l’effetto spirituale è collegato con un’azione materiale. «In verità, la carne è il perno della salvezza […]. Viene lavato il corpo perché venga purificata l’anima. Viene unto il corpo perché l’anima possa aderire alla santità…». Il più influente degli antichi maestri cristiani fu S. Agostino, il vescovo di Ippona, in Africa del Nord (m. nel 430 d. C.). Agostino formulò quattro principi importanti entrati come elementi essenziali nella coscienza cristiana per la comprensione dei sacramenti:
1. Il sacramento è un segno sacro (immagine, simbolo, espressione) attraverso il quale noi percepiamo e riceviamo una grazia invisibile.
2. Nel suo rito, il sacramento o segno consta di due parti essenziali, un elemento materiale e la parola parlata della consacrazione e del conferimento. Dice Agostino: «La parola è unita all’elemento materiale e il loro risultato è un sacramento che diventa, in un certo senso, una parola visibile».
3. Alcuni sacramenti, compreso il battesimo e l’ordinazione, non vengono mai ripetuti. Il loro effetto che dura tutta la vita è come il marchio militare o “carattere” con cui veniva contrassegnato un soldato per tutta la vita quando diventava effettivo in una legione romana.
4. Siccome è Cristo in ultima analisi che conferisce il sacramento, il dono della grazia e della santità non viene ostacolato o impedito da possibili colpe morali del sacerdote che amministra il sacramento.
I sacramenti nella Chiesa medievale
Le università e le scuole dell’Europa Occidentale tra il 1100 e il 1300 posero al centro delle loro discussioni i sacramenti. La dottrina sui sacramenti viene codificata dalla Chiesa secondo categorie ben precise e secondo una precisione accurata propria della teologia accademica.
Non ci fu discussione nella definizione del termine sacramento e si decise che – in senso stretto – si dovessero definire sacramenti unicamente i sette riti istituiti da Cristo, nei quali Dio ci offre la grazia e la vita attraverso il rito stesso. Le altre preghiere e funzioni sacre sono solo un’occasione per la nostra devozione e preghiera personale e frutto della grazia di Dio. Nella Chiesa ci sono sette sacramenti ufficialmente riconosciuti, e molti altri “sacramentali”.
Uno dei contributi maggiori dati da S. Tommaso d’Aquino (m. 1274) è stata la sua spiegazione della indelebilità del carattere sacramentale. Le persone battezzate, cresimate o ordinate vengono scelte per partecipare alla chiamata sacerdotale di Cristo. S. Tommaso parla dei sacramenti come strumenti usati da Dio per suscitare in noi la grazia della salvezza o per comunicarcela.
I sacramenti nel periodo della Riforma
I riformatori protestanti erano soprattutto preoccupati di semplificare i riti dei sacramenti in modo che il popolo nel riceverli potesse fare una profonda esperienza personale della grazia e del perdono di Dio. Martin Lutero (m. 1546) e Giovanni Calvino (m. 1564) sostennero che, in base ai testi della Scrittura, solamente due sacramenti, il battesimo e la cena del Signore, furono istituiti e ordinati da Cristo come autentici segni e mezzi di grazia.
Lutero, in risposta a Zwingli (m. 1532) che aveva incominciato ad insegnare che i sacramenti dovevano essere considerati come espressione nel “nostro” ricordo di Cristo, e della “nostra” devozione, rispose categoricamente che i sacramenti sono «il ponte, il sentiero, la via, la scale […] con cui lo Spirito può raggiungerci». Se ne deduce che per i principale riformatori la predicazione della Parola e i sacramenti fondati sulla Bibbia sono “mezzi di grazia” di istituzione divina.
Giovanni Calvino faceva intendere ai fedeli, con un’analogia, che il battesimo e la cena del Signore erano come il sigillo che veniva applicato o inciso su documenti per conferire loro un valore ufficiale. Egli insegnò che i sacramenti sono le azioni che confermano e rafforzano la Parola di Dio come unica base di sicurezza e non di cercare di influenzare Dio presentandogli delle buone opere per guadagnare la sua misericordia.
Il Concilio di Trento (1545-1562), in risposta ai riformatori volle imprimere nella coscienza dei fedeli cattolici la convinzione che vi sono sette sacramenti nella religione cristiana, anche se la testimonianza della Scrittura non offre la stessa chiave per ognuno di essi. Il Concilio ha ribadito, inoltre, che i sacramenti non sono semplicemente degli stimoli offerti alla debolezza della nostra fede, ma sono mezzi e strumenti attraverso i quali Dio conferisce il dono della sua grazia e della nuova vita a chi li riceve con devozione.
Il Concilio di Trento ha risposto a questioni particolari sollevate dai riformatori riguardo la natura dei sacramenti, come la presenza reale del corpo e del sangue di Cristo nell’eucaristia, l’efficacia del battesimo nel togliere il peccato originale, la necessità di confessare tutti i peccati gravi nel sacramento della penitenza. Ma la presa di posizione maggiore è stata la vigorosa affermazione del Concilio di Trento sull’importanza dei sacramenti non subordinati alla predicazione della Parola.
I sacramenti nella Chiesa di oggi
Il termine “sacramento” ha oggi un significato molto più ampio, non riconducibile ai sette principali atti di santificazione e di culto della Chiesa.
Cristo stesso e come Parola di Dio fatta carne e come uomo votato “agli altri” da dare per loro la propria vita, è considerato il “sacramento primordiale” del nostro incontro con Dio. Nella persona di Cristo la bontà e l’amore di Dio diventano visibili attraverso un grande segno, e la misericordia salvifica di Dio diventa efficace nel mondo e per gli uomini che hanno bisogno di salvezza.
Anche la Chiesa, come comunità dei credenti in Cristo, è vista come “sacramento fondamentale” con cui Dio rivela attraverso i segni e opera di fatto l’unità di tutto il genere umano.
L’uso più ampio del termine “sacramento” non è che un indizio del complesso movimento di “integrazione” secondo il quale i sacramenti della Chiesa non devono essere intesi come isolati eventi di grazia tra Dio e l’uomo, ma come momenti significativi nel piano universale di salvezza di Dio. Siccome la Scrittura rivela questo disegno di salvezza come una realtà varia e complessa, dobbiamo guardare ad essa da diversi punti di vista o prospettiva.
I ruoli dei sacramenti nella vita personale
Ognuno dei sette sacramenti risponde ad una profonda esigenza personale che noi sentiamo della presenza redentiva di Dio nei momenti critici che si susseguono nel corso della nostra vita individuale. Con i sacramenti Dio cerca di inserire le decisioni fondamentali della vita in un contesto significativo di amore e di servizio a lui e ai fratelli. Dio ci libera dal nostro errare senza meta e dall’incertezza delle nostre scelte isolate di fronte ai problemi esistenziali della vita. Noi non abbiamo bisogno di annaspare nel buio per trovare il significato della vita, della crescita, della colpa, della malattia, del sesso, della vocazione, della morte e della relazione con gli altri.
Il battesimo immerge la vita dell’uomo, fin dall’inizio, nella bontà e nell’amore di Dio, e lo rende oggetto del continuo interesse di Cristo e dell’assemblea del suo popolo. Man mano che una persona si avvicina alla maturità, la cresima rinnova il dono dello Spirito di Dio come sorgente di forza e di sostegno per una vita di dedizione e di servizio. Nel rito della penitenza della Chiesa noi possiamo curare il cancro del peccato e le ferite della colpa e dell’infedeltà accostandoci al Signore «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira […] che perdona la colpa la trasgressione e il peccato» (Es. 34,6s.). Quando una seria malattia minaccia di farci diventare vittime del nostro egoismo, l’unzione sacramentale ci porta la presenza di Dio e ci incorpora a Cristo che ha sofferto per tutti. L’ordine e il matrimonio sono impegni che i cristiani maturi assumono in forza del sacramento per realizzare durante tutta la vita una vocazione di servizio e di amore a cui Dio li chiama.
Il problema fondamentale che ci accompagna tutta la vita è il modo di impostare la nostra relazione con gli altri. Possiamo superare la meschinità del nostro egoismo e vivere in pace con gli altri? Possiamo raggiungere una piena disponibilità ad aiutare e servire il Cristo che ci sollecita attraverso la gente che si trova nell’indigenza? Così Dio desidera che noi ritorniamo continuamente alla cena eucaristica dove noi e coloro che siedono vicino a noi formiamo un solo corpo in Cristo, e dove noi veniamo inseriti nella donazione disinteressata che Cristo fa di se stesso a nome di ogni uomo.
Attraverso i sacramenti, però, il corso della nostra vita personale è continuamente contrassegnata dalla presenza amorosa di Dio proprio nei momenti in cui abbiamo più bisogno di lui.
I sacramenti segno dell’unico mistero dell’amore salvifico di Dio
Con questa espressione intendiamo esprimere la nostra profonda convinzione che veramente «Dio nostro salvatore […] vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1Tim. 2,3s.). In questa prospettiva Dio si accosta giustamente ad ogni persona per offrirle la propria intimità che trasforma in lui tramite la grazia.
In questo modo la vita di ogni individuo è di nuovo avvolta dallo Spirito di Dio le cui vie misteriose sono più numerose di quanto noi possiamo immaginare. Lo scopo dello Spirito è solamente quello di aprire i cuori e di ridurli ad una sottomissione amorosa al Padre. Di conseguenza noi non consideriamo la Chiesa e l’intero cristianesimo cime l’area esclusiva in cui l’amore di Dio si rivela nella vita degli uomini. I cristiani non sono coloro che sono stati scelti tra tutti gli uomini per vivere in comunione con Dio. I cristiani piuttosto formano il popolo eletto che rende testimonianza all’unico mistero di amore di Dio, e con il loro spirito di servizio cercano di facilitare l’opera universale di riconciliazione operato dallo Spirito di Dio.
Perciò la vita del popolo di Dio è modellata da quelle espressioni o articolazioni dell’unico mistero che ripetutamente viene proposto alla memoria e alla coscienza degli individui perché corrispondano all’amore di Dio, rivelando così le implicanze di questo mistero nella vita degli individui e della comunità.
Nella comunità del popolo di Dio i sacramenti evidenziano ed esaltano i molti aspetti della bontà e dell’amore con i quali Dio già circonda la vita di ogni individuo. Questo unico mistero di amore ci fa nascere ad una nuova vita (battesimo). Questo amore dà forza e sostegno (cresima), purifica e perdona (penitenza), ci guarisce ed è fedele fino alla morte (unzione degli infermi). L’amore di Dio ci rende conformi allo spirito di servizio disinteressato che Cristo dimostra per gli altri (ordine e matrimonio), e continuamente rompe le barriere dell’egoismo che ci dividono e ci allontanano gli unio dagli altri (eucaristia).
Nei sacramenti noi celebriamo il mistero multiforme dell’amore salvifico di Dio che opera continuamente nella vita di tutti gli uomini.
Il ruolo dei sacramenti nella storia della salvezza del popolo di Dio fondata sull’Alleanza
All’inizio della storia Dio ha parlato ed operato in modo da promettere più volte una presenza nuova e più piena del suo amore.
È una verità più che evidente che Dio non tratti con noi come individui isolati, prescindendo dalle nostre famiglie, dalla nostra situazione di lavoro e dalla nostra comunità di fede e di culto.
Ma c’è un altro tipo di contesto per attuare i nostri momenti di conversione, di crescita e di culto verso Dio. La Scrittura inserisce la vita degli individui e delle comunità nell’ampia prospettiva della “storia della salvezza”.
L’antico patto stipulato con Israele divenne pregnante di speranza e di attesa in un patto nuovo e più intimo (Ger. 31, 31-34). Con la morte e l’esaltazione di Cristo questa promessa ha raggiunto la pienezza di cui ora noi tutti partecipiamo, «perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rom. 5, 5). Ma l’ultima fase, quella conclusiva, non è ancora arrivata. Ancora siamo in ansiosa attesa della pienezza dei tempi in cui tutte le cose saranno ricapitolate in Cristo (Ef. 1, 10), e in cui la creazione non gemerà più invano (Rom. 8, 21s.).
I sacramenti cristiani sono gli eventi in cui i momenti culminanti della storia della salvezza entrano in rapporto con la nostra vita. Le varie fasi del piano di Dio diventano attuali e ritmano i vari momenti della vita degli individui e delle comunità. La liturgia del battesimo, nella celebrazione della veglia pasquale, coinvolge ognuno di noi nella creazione del mondo operata da Dio, nella liberazione della famiglia di Noé dal diluvio, e nel passaggio del popolo di Dio dall’Egitto alla terra promessa. Il nostro battesimo è il nostro inserimento nella morte e nella risurrezione di Cristo (Rom. 6, 3-11), un aspetto che viene messo in evidenza quando il sacramento è amministrato immergendo completamente l’individuo nell’acqua e tirandolo poi fuori, imitando così la resurrezione.
Nell’eucaristia Cristo è presente nel memoriale vivente della sua morte per noi, e noi siamo invitati a offrirci con lui al Padre in un sacrificio di lode. Nella cena eucaristica noi anticipiamo quell’unione finale che Dio vuole concederci, una comunione di intimità e di vicinanza che la Scrittura spesso presenta con l’immagine di un banchetto. La cresima, l’ordine e il matrimonio celebrano di nuovo l’invio dello Spirito Santo di Dio per consacrare e confermare il suo popolo, ognuno nella sua vocazione individuale.
Così, partecipando ai sacramenti noi veniamo inseriti sempre più pienamente nella storia della salvezza. Nella nostra memoria si fissa più profondamente il piano di Dio; noi veniamo conformati all’avvenimento centrale della morte obbediente di Cristo per la salvezza degli uomini, e veniamo incoraggiati dalla speranza poiché il nostro futuro viene inondato dalla luce e dalla gloria della venuta di Cristo che vincerà la nostra resistenza e la durezza dei nostri cuori.
Il ruolo dei sacramenti nella vita del popolo sacerdotale di Dio
I sacramenti sono avvenimenti di primaria importanza sia per esprimere come anche per approfondire ulteriormente la natura del popolo che Dio ha radunato ed ha costituito suo sacerdote. Questo popolo riconosce senz’altro che la presenza dello Spirito di Dio entra nella vita di ogni uomo. L’opera salvifica di Dio, sotto qualsiasi forma, investe tutto l’arco dell’esistenza umana. Tuttavia, noi che apparteniamo alla Chiesa, avvertiamo che Dio ci ha scelti e contrassegnati per un compito speciale.
Noi non siamo gli unici destinatari della sua grazia, ma costituiamo un popolo chiamato ad un servizio speciale nel piano di rivelazione dell’opera salvifica di Dio. Proprio come Cristo, la Chiesa è chiamata ad un servizio messianico e sacerdotale in mezzo al mondo. Come popolo sacerdotale, i membri della Chiesa sono sollecitati a testimoniare al mondo ciò che Dio va operando, a diventare un elemento di convergenza e di unità a servizio della causa della riconciliazione degli uomini. Inoltre siamo chiamati ad accostarci a Dio nella preghiera e nel culto che noi offriamo a nome e a vantaggio degli uomini.
Questo popolo sacerdotale attraverso i sacramenti si sforza di acquisire una conoscenza sempre più profonda di Gesù che è vissuto ed è morto a nome e a vantaggio di tutti. Il battesimo incorpora nuovi membri nella comunità sacerdotale. La penitenza riconcilia i peccatori pentiti con la comunità di culto. L’unzione degli infermi guarisce le ferite interiori che impediscono alla malattia di diventare un atto di testimonianza e di sofferenza redentiva. Il matrimonio e l’ordine consacrano lòe coppie e gli individui al loro compito speciale di servizio per la costituzione del popolo sacerdotale. Nell’eucaristia Cristo raduna il suo popolo attorno a sé, lo incorpora nella sua persona e presenta al Padre la sua preghiera e il suo culto.
Così, mediante i sacramenti, il popolo di Dio può realizzare il suo compito e la sua vocazione di popolo sacerdotale e messianico. Sempre cosciente della propria indegnità la Chiesa cerca di approfondire il significato della sua chiamata che ha per scopo di estendere al nostro mondo la missione di Cristo, servo di Dio e sommo sacerdote.
Allora che cos’è un sacramento?
La definizione di un sacramento varierà a seconda della specifica prospettiva che uno adotta. Se adottiamo come criterio di valutazione la realtà del Popolo sacerdotale di Dio, come l’abbiamo prospettata precedentemente, noi possiamo considerare i sacramenti come un aspetto della più vasta effusione dello Spirito nel mondo, che va oltre i confini della Chiesa, e nello stesso tempo possiamo mettere in evidenza la dimensione comunitaria dell’opera sacramentale di Cristo nel formare e nel preparare il suo popolo sacerdotale.
Di conseguenza i sacramenti sono riti di incorporazione con cui Cristo inserisce sempre più pienamente gli uomini nella sfera di influenza della sua grazia redentiva e della sua missione salvifica. I sacramenti sono eventi di grazia attraverso i quali ci viene donato lo Spirito di Dio che proviene dal Signore che sempre effonde il suo Spirito nel mondo. Nei sacramenti l’incorporazione e la grazia vengono comunicati attraverso atti salvifici o rituali che evidenziano la comunione e il culto dell’uomo nella Chiesa, come i riti dell’iniziazione, la riconciliazione, il banchetto festivo o gli impegno del matrimonio.
Nel ricevere un sacramento un individuo da una parte riceve l’intimità e l’amore di Dio, e dall’altra risponde con il culto. La ricettività della grazia o la “fede” sono componenti essenziali per una vita di amicizia con Dio. Nei sacramenti sia la comunità come gli individui esprimono la loro fede e approfondiscono questa fondamentale disponibilità dell’uomo nei riguardi della presenza e dell’influenza di Dio. Nei sacramenti, tuttavia, noi non siamo esclusivamente passivi o esclusivamente ricettivi. I sacramenti comportano atti di culto e in ogni sacramento noi rispondiamo a Dio con atti specifici, come la confessione op il ringraziamento, il dispiacere dei peccati e la consacrazione ad una vita nuova, con preghiere che partono dal cuore, con la lode disinteressata, con l’amore attesa dell’unione definitiva e dell’intimità con Dio. Il culto del popolo sacerdotale di Dio è pieno di questi sentimenti.
I sacramenti non vengono amministrati a vantaggio di un individuo o della Chiesa. Come nel Vangelo, così anche nella vita del suo popolo oggi, Cristo raduna i suoi discepoli per mandarli poi come ambasciatori e diffusori del progetto d’amore di Dio per il mondo. Dio ha creduto opportuno servirsi di noi per accostarsi agli uomini e, nei sacramenti, egli raduna, costituisce, rafforza il suo popolo e gli affida la missione di andare nel mondo dove egli diffonde il suo amore.
In questo modo i sacramenti sono atti simbolici o rituali di incorporazione nel regno della grazia e della missione di Cristo; nei sacramenti noi riceviamo lo Spirito e rispondiamo con generosità mediante il culto e il servizio di Dio, che raduna il suo popolo sacerdotale per mandarlo poi nel mondo.
a cura di Cesare Filippi