Formazione Religiosa

Domenica, 09 Marzo 2014 22:49

Preghiamo con i Padri della Chiesa. Giovanni Damasceno

Vota questo articolo
(0 Voti)

Predicatore e scrittore molto prolifico, si è guadagnata la fama di "San Tommaso d'Oriente".

Discendente da nobile famiglia, Giovanni nacque a Damasco nel 675 circa, mentre la città si trovava sotto il dominio dei Califfi.

Successe al padre nell'ufficio di Logoteta o capo civile della popolazione cristiana, ma rinunziò presto a quest'importante carica per entrare, col fratello adottivo Cosma, nel monastero di san Saba presso Gerusalemme.

Ordinato sacerdote, si dedicò totalmente alla preghiera, allo studio, alla predicazione. Scrisse opere ascetiche, teologiche, esegetiche, storiche e compose preghiere e inni liturgici di notevole valore. Muore secondo la tradizione nel 749, all'età di 73 anni.

Giovanni è l'ultimo grande teologo dell'antica Chiesa greca. La sua eminente dottrina e santità di vita gli meritarono il titolo di «Dottore» della Chiesa universale, titolo conferitogli solennemente da Leone XIII nel 1890.


Prima della comunione

Signore Gesù Cristo, Dio nostro,
che solo hai il potere
di rimettere i peccati agli uomini,
che sei così buono
e amico degli uomini,
perdonami tutti i peccati che,
volontariamente o involontariamente,
ho commesso e rendimi degno,
senza che meriti condanna,
di partecipare ai tuoi divini,
gloriosi, purissimi e vivificanti Misteri.
Che essi non si trasformino in castigo
né in aggravamento dei peccati,
ma mi siano di purificazione, santità,
pegno della vita futura
e del regno celeste,
protezione e difesa
che allontani i miei nemici
e cancelli totalmente
i miei innumerevoli peccati.
Poiché tu sei il Dio di bontà,
di misericordia e di amore per gli uomini,
noi ti rendiamo gloria
insieme al Padre e allo Spirito Santo,
ora e sempre, per i secoli dei secoli. Amen.

Ieron Enkeiridion, Tipografia italo-orientale «San Nilo», Grottaferrata 1919, 69

Accoglimi, Signore

Mi trovo già alle porte del tuo tempio
e ancora non mi separo dai pensieri cattivi.
Ma tu, o Cristo Dio,
che hai giustificato il pubblicano,
hai avuto pietà della cananea
e hai aperto le porte del paradiso al ladrone,
dischiudi anche a me
le viscere del tuo amore misericordioso
e, nell'istante in cui mi accosto a te
e ti tocco, accoglimi come accogliesti
la meretrice e l'emorroissa.
Infatti questa,
appena toccò il lembo della tua veste,
ottenne con facilità la guarigione;
quella, nell'atto di afferrare
i tuoi piedi immacolati,
ricevette il perdono dei suoi peccati.
Fa' che io, miserabile,
che oso ricevere l'intero tuo corpo,
non rimanga incenerito!
Accoglimi come hai accolto quelle peccatrici,
illumina le facoltà della mia anima,
bruciando i crimini del peccato.
Te lo chiedo per la protezione di colei
che ti ha generato verginalmente
e per quella di tutte le Potenze celesti,
perché tu sei benedetto
per i secoli dei secoli. Amen.

Ieron Enkeiridion, Tipografia italo-orientale «San Nilo», Grottaferrata 1919, 71-72

(da Preghiamo con i Padri della Chiesa, 1992. Ed. Paoline. Biografia, pp. 207-08; Prima della comunione, p. 138; Accoglimi, Signore, pp. 143-144).

 

Letto 3096 volte
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search