Vita nello Spirito

Domenica, 19 Marzo 2006 19:23

La donna emorroìssa: la visione globale dell’uomo (Italo Mancini)

Vota questo articolo
(0 Voti)

Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». Gesù voltatosi, la vide e disse: «Coraggio figliola, la tua fede ti ha guarita». E in quell'istante la donna guarì.

La donna emorroìssa: la visione globale dell’uomo

di Italo Mancini

Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». Gesù voltatosi, la vide e disse: «Coraggio figliola, la tua fede ti ha guarita». E in quell'istante la donna guarì. (Mt. 9,20-22)

La donna emorroissa, affetta molto probabilmente da emorragia uterina al di fuori delle mestruazioni, forse una metrorragia, per la Torah era impura (1) e pertanto doveva vivere lontana dai luoghi abitualmente frequentati dai sani. La sua sofferenza durava da molto tempo, da ben dodici anni e nessun medico, come ricorda san Marco (cfr. 5,25-34) era riuscito ad alleviare il disturbo, nonostante vi avesse consumato tutti i suoi beni, diventando povera.

Oltre che fisico il dolore era anche morale, essendo esclusa dalla vita sociale e religiosa della comunità. L'ammalata, compie un gesto inconsueto, dettato dalla disperazione. Furtivamente, disperatamente, ma con una grande fede, lo aveva toccato e così fu sanata. Nessuno notò il gesto, solo Gesù si accorse e chiese: «Chi ha toccato le mie vesti?» (Mc 5,30). La reazione di gioia a stento soffocata, improvvisamente esplode quando ammette il suo ardire. Poi il silenzio! Gesù la chiama «figlia» ed aggiunge: «La tua fede ti ha salvata. Va' in pace e rimani risanata dalla tua infermità».

Il Maestro non solo guarisce il corpo, ma anche quel cuore chiuso, tremante, obbligato alla solitudine e al disprezzo, come pure la mente della donna, ridandole la sua dignità.

In questo miracolo notiamo gli aspetti caratteristici dei racconti di guarigione di Matteo: la forma letteraria con un rIdotto elemento narrativo; il tema cristologico su cui incentra tutta l'azione; l'importanza della fede. Matteo è un giudeo, e conosce la «dura cervice» dei farisei, che si contrappone all'ampia e generosa disponibilità dei Gentili ad accogliere l'annuncio. Nel suo Vangelo, i Gentili si presentano più aperti nell'atteggiamento di fiducia in Gesù, dai magi (cfr. Mt 2,1-12), al Centurione (cfr. Mt 8,5-13), al punto che Cristo afferma: «nessuno nella casa d'Israele aveva mostrato tanta fede come lui» (Mt 8,10).

Dunque, secondo Matteo, una delle condizioni fondamentali per i miracoli di guarigione è la fede; non una fede astratta ma un atteggiamento di fiducia e di autenticità nei confronti del Maestro.

L'atteggiamento di Gesù nei confronti dell’emoroissa mostra che Cristo medico ha posto grande attenzione a tutte le dimensioni della persona sofferente, evidenziando che le varie sfere dell'uomo (corpo, psiche, spirito) non sono giustapposte, ma inscindibilmente unite. Di conseguenza è indispensabile recuperare la visione di globalità della cura, essendo ogni ambito della persona coinvolto sia nella malattia sia nel processo di guarigione.

La medicina, negli ultimi cinquant'anni, a livello diagnostico-terapeutico è progredita maggiormente che nei precedenti venti secoli. Anche se rimangono irrisolte gravi patologie, il mondo occidentale possiede oggi le tecniche sanitarie migliori della sua storia, oltre ad una sanità estesa nelle prestazioni a tutta la popolazione. Ma, pur trovandoci in una situazione favorevole, spesso siamo insoddisfatti perché l'evolversi delle scienze mediche e delle conoscenze scientifiche non sono state accompagnate da un analogo sviluppo delle scienze antropologiche ed etiche. La medicina, e di conseguenza gli operatori sanitari, si sono sempre più allontanati dai bisogni dell'uomo, svuotando le professioni socio-sanitarie degli ideali filantropici vanto della medicina di Ippocrate. Molti ambiti curano unicamente la patologia, disinteressandosi o assegnando importanza irrilevante alla dimensione umana, psicologica e religiosa.

L'esempio e l'invito di Cristo medico è chiaro: non basta guarire la malattia, serve curare il malato. Cosa ben diversa, più ampia e maggiormente impegnativa.

Ma Cristo medico offre chiavi di senso anche al malato e all'anziano, concetto più ripreso da Giovanni Paolo II. Per il Papa, l'ammalato e l'anziano, non sono semplici destinatari di cure e di attenzioni ma collaboratori di Cristo all'opera di salvezza, accettando la sofferenza ed offrendola a Dio, ogni giorno, con una vita di preghiera cha ha un valore salvifico e un potenziale enorme sia sul piano umano che ecclesiale.

1) «La donna che ha un flusso di sangue per molti giorni, fuori del tempo delle regole, o che lo abbia più del normale sarà immonda per tutto il tempo del flusso, secondo le norme dell'immondezza mestruale. Ogni giaciglio sul quale si coricherà durante tutto il tempo del flusso sarà per lei come il giaciglio sul quale si corica quando ha le regole; ogni mobile sul quale siederà sarà immondo, come lo è quando essa ha le regole. Chiunque toccherà quelle cose sarà immondo; dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera. Quando essa sia guarita dal flusso, conterà sette giorni e poi sarà monda» (Levitico, 15, 25-28).

(da L'ancora)

Letto 1626 volte Ultima modifica il Giovedì, 23 Settembre 2010 22:50
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search