Se io, orientale, devo venerare Gesù di Nazareth non mi rimane che una via, cioè venerarlo come Dio e null’altro. (1)
… l’unica opera manifestata dall’intera sua vita fu di richiamarli a realizzare la loro vita spirituale … Voi siete tutti figli di Dio, spiriti immortali. ‘Sappiate – dichiarò - che il Regno di Dio è dentro di voi’. ‘Io e il Padre mio siamo una cosa sola’. (2)
Gesù aveva la nostra natura: divenne il Cristo; così possiamo e così dobbiamo noi. Cristo e Buddha furono il nome di una condizione da attingere: Gesù e Gautama furono le persone per la sua manifestazione …
Troviamo dunque Dio non solo in Gesù di Nazareth ma in tutti i grandi che lo hanno preceduto, in tutti coloro che vennero dopo di lui, e in tutti coloro che ancora verranno. La nostra venerazione e illimitata e libera. Essi sono tutti manifestazioni del medesimo Dio infinito. (3)
Non siamo qui per discutere quanto sia attendibile il Nuovo Testamento, non siamo qui per discutere quanto di quella vita sia storico (…) né importa molto persino quanto di quella vita sia attendibile. Ma c’è qualcosa che va oltre, qualcosa che vogliamo imitare. (4)
Swami Vivekananda
1) The Complete Works, IV, 1931, p. 143.
2) Ib. p. 141.
3) Ib., VII, p. 27; IV, p. 148.
4) Ib., Iv, p. 142.
(testi citati in Ermis Segatti, ‘Il dibattito cristologico nella teologia indiana. Preamboli neo-hindu e cristiani’, pubblicato in 'Archivio Teologico Torinese', 2004, n. 1)