Giovanni nel prologo al suo vangelo e nella sua prima lettera annuncia il nostro divenire figli di Dio per la fede in Cristo:
Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dìo, e lo siamo realmente! (...) Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è (1 Gv 3,1-3).
Celebrare l'eucaristia in questo periodo di natale, significa entrare in un nuovo stile di vita, vale a dire la vita dei figli di Dio:
- comportarsi come lui: «Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è comportato» (1,6);
- rompere con il peccato: «Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro» (3,3);
- praticare la giustizia: «Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello» (3,10);
- osservare i comandamenti, soprattutto quello dell'amore: «Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità. Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore qualunque cosa esso ci rimproveri (...). Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato» (3,18-20.23-24).
L'apparizione della «grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo» (Tt 2,11-13: seconda lettura della messa nella notte).
Per vivere il natale bisogna come Maria concepire e generare Cristo nel proprio cuore: «Che giova a me», dice Origene, «che il Verbo sia disceso in questo mondo se non nasce in me?».
Ogni giorno il Cristo nasce in chi lo accoglie con l'ascolto e l'obbedienza; perciò la liturgia prega così:
O Dio, che hai scelto il grembo purissimo di Maria per rivestire di carne mortale il Verbo della vita, concedi anche a noi di generarlo con l'ascolto della tua Parola, nell'obbedienza della fede.
In questo modo il natale non è più legato a un giorno, e l'intera storia dell'uomo diventa un tempo di gestazione che culmina con la nascita del Cristo totale.
Gianfranco Venturi
(tratto da [a cura di] G. Zevini e P. G. Cabra, Lectio divina per ogni giorno dell'anno, vol. 2, Brescia 1999, pp. 15-16)