Tra gli autori che possono essere un punto di riferimento per il tema dell'alfabetizzazione ecologica segnaliamo Leonardo Boff. La scelta può sorprendere, perchè Boff è più famoso per la Teologia della liberazione. In effetti, Boff ha dedicato buona parte della sua vita e della sua opera a battersi per la causa dei cristiani nel Terzo Mondo, i condannati della Terra che costituiscono la grande maggioranza dell’umanità. Come è noto, dalla fine degli anni ’60 tutta una generazione di cristiani e teologi si è cominciata a chiedere come annunciare l’amore e la misericordia di dio a milioni di esseri umani che soffrivano la fame ed erano condannati a essere non-persone? Come annunciare un dio che fosse anche liberatore, alleato dei poveri e degli esclusi, a uomini che lo aspettavano in quella veste? Allora ha favorito, come lui stesso disse, il matrimonio tra la chiesa e i poveri. A partire dalla Bibbia, studiata con l’aiuto delle scienze sociali, Leonardo Boff è stato tra i principali autori della Teologia della Liberazione, il cui messaggio si è concretizzato nella prassi liberatrice delle comunità ecclesiali di base, di innumerevoli centri di difesa dei diritti umani, delle pastorali sociali per la terra, la casa, la salute, l’educazione e la sicurezza.
Nel corso degli anni, Boff ha allargato la sua prospettiva, convinto che non sono solo i poveri e gli oppressi a gridare il bisogno di giustizia, ma anche le acque, gli animali, le foreste, la stessa terra come organismo vivo, come Gaia.
La terra è minacciata dall’incuria e dalla voracità dell’uomo, che non riconosce al pianete e alle specie viventi autonomia e valore intrinseco. Ogni giorno circa 10 specie di esseri viventi scompaiono a causa dell’aggressività crescente del processo industriale contemporaneo.
È la stessa logica che sfrutta gli uomini a depredare gli ecosistemi e sfiancare il Pianeta Terra. Così la terra, come i suoi figli e le sue figlie impoveriti, va liberata. Il modello di civiltà più diffuso spinge all’uso della forza per trasformare la natura, senza porsi il problema di rispettare la sacralità della terra. Perciò si è diffuso un meccanismo di deresponsabilizzazione che ha spinto gli uomini a non preoccuparsi dei danni inferti alla natura. Allora, per Boff, serve una teologia ecologica della liberazione, che smascheri l’ingiustizia sociale che spesso diventa anche ingiustizia ecologica perché anche la persona e la società sono parte della natura.
Data l’urgenza della questione, non basta un’ecologia ambientale se non è accompagnata da un’apertura mentale più ampia, che sia anzitutto mentale e spirituale, che rieduchi gli uomini a relazionarsi con la natura nell’ottica della convivenza e non in quella dello sfruttamento. Boff propone di considerare quattro tipi di ecologia: accanto all’ecologia ambientale, inserisce quella "sociale", che promuove lo sviluppo sostenibile in vista dei diritti delle generazioni che verranno, e quella "mentale", che contrappone la solidarietà di tutti – a livello cosmico – all’antropocentrismo predominante (non è possibile che qualcuno si senta re del mondo e non avverta la necessità degli altri !). e c’è infine l’ecologia "integrale", che propone una nuova visione della terra: quella degli astronauti che guardano il pianeta da fuori, immerso in quella totalità organica, dinamica e armonica che è l’universo, che per Boff è il luogo in cui lo spirito abitava ancora prima che nell’essere umano.
Salvare la biosfera e garantire un futuro felice per tutti richiede che ciascuno faccia la sua parte, rendendosi conto che la Terra è malata soprattutto perchè gli uomini sono malati nello spirito. Il progetto della tecno-scienza, che pure ha portato dei benefici, ha tuttavia permesso la comparsa del principio di autodistruzione. La macchina di morte può devastare tutta la biosfera e tutte l’umanità: l’unica risposta educativa può essere educare al principio di corresponsabilità e di cura per tutto ciò che è e per tutto ciò che vive.
Naturalmente, obiettivo polemico di Boff è anche la globalizzazione economica, che è fondata sul mercato e sulla competizione senza cooperazione, che può mettere a rischio tutto il sistema vita. Il nuovo rapporto che va costruito con gli uomini e con la natura deve essere costruito su solidarietà, compassione, cura, comunione e amorevolezza. Tali valori e forze interiori potranno fondare un nuovo paradigma di civiltà, la civiltà dell’umanità riunificata nella Casa Comune, che è il Pianeta Terra. Serve una nuova visione che consideri tutte le cose dell’universo non come giustapposte tra di loro, ma inter-retro connesse: in un certo senso, torna, su un piano ecologista, l’invito alla percezione globale della realtà di Morin.
L’anello che lega tutto, costituendo l’unità dell’universo, è Dio. Boff ha affermato che "noi esseri viventi siamo la stessa Terra che sente, pensa, ama e venera. Abbiamo una stessa origine e uno stesso destino. Siamo chiamati a essere non il Satana della Terra ma il suo Angelo buono. Siamo arrivati ad un bivio in cui dobbiamo decidere sul futuro che vogliamo. E vogliamo mantenere la famiglia umana unita alla grande famiglia biotica, inserite nelle forze direttive che reggono tutto l’universo".
(da Cem/mondialità, gennaio 2004)