E cos'è la consacrazione se non la Parola detta, la Parola resa voce e suono: voce rivolta alle offerte del pane e del vino, voce che fa risuonare il testo biblico
Insisto su questo carattere pastorale di «azione» della liturgia in quanto, per esperienza, ho potuto ascoltare e vedere come la liturgia sia presentata, predicata, favorita nella dimensione di preghiera e spiritualità della Chiesa...
Qui ci si occupa dapprima della teologia dell’edificio liturgico cristiano, un rapido sguardo retrospettivo sulla sua storia, presenta linee direttrici e criteri per l’attuale architettura liturgica, illustra i nomi e i tipi delle costruzioni liturgiche e si interessa dell’arredamento essenziale dello spazio del culto.
Risulta chiaro che questa "presentazione" è un'offerta vera e propria, come sottolineano le orazioni dette "sulle offerte", recitate appena prima della preghiera eucaristica.
Con la parola eucaristia (in greco originariamente: ringraziamento, rendimento di grazie) designiamo quel sacramento che nell'ambito cattolico per lo più viene detto messa o sacrificio della messa, e nelle chiese della Riforma, santa Cena e, nelle chiese orientali, Divina Liturgia.
Non può trattarsi qui di fare delle profezie ben circoscritte sul futuro; è questione piuttosto di alcune deduzioni a partire dalla fede cristiana e di desideri che si fondano sulle esperienze della recente riforma liturgica.
Contro l'illusione di catturare l'esperienza di Dio nelle reti del soggettivismo, occorre considerare i sensi non solo come il luogo della suprema occasione, ma pure come il luogo della quotidiana tentazione.
I periodi di tempo tra i due grandi cicli festivi vengono chiamati “tempo ordinario” o “tempo per annum”. Essi, insieme con i cicli festivi, formano il “Temporale” o “Proprio del tempo”. Si tratta di 33 o 34 settimane.
L'importanza dei sensi e dei riti smentisce tanto l'interiorismo degli uni quanto il presenzialismo degli altri, dato che si fonda su qualcosa di ben più profondo, ossia sulla fede.
La Chiesa peregrinante in terra è in comunione con la Chiesa trionfante in cielo, e nella liturgia terrena partecipa a quella celeste ricordando con venerazione i Santi (C.L. art. 8).