Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input
«I più, a quanto ci è dato vedere, sbagliano, perché si esercitano nell'arte del dire prima di essersi impratichiti in quella di ascoltare, e pensano che per pronunciare un discorso ci sia bisogno di studio, ma che dall'ascolto, invece possa trarre profitto anche chi vi si accosta in modo improvvisato» (Plutarco).
Con l’enciclica Laudato si', papa Francesco ci propone, scuotendo incancrenite concezioni ancora radicate nell’immaginario collettivo e in buona parte dello stesso mondo cattolico, una nuova visione del mondo.
Che cosa cambierebbe allora se il Magnificat non fosse di Maria ma di Elisabetta? Se dovessimo ammettere che la prima generazione cristiana l’aveva attribuito non alla madre del Cristo, ma alla madre del Battista? È intuibile che ammetterlo sarebbe un danno per i teologi e i devoti impegnati a esaltare l’eccezionalità della figura di Maria...
Tutte e cinque le immagini sono valide ed interessanti. Da un punto di vista spirituale, di solito, finiamo con lo sceglierne una. Inevitabilmente, nel nostro essere in rapporto con Dio ci collochiamo in un’immagine spaziale.
La teoria della soddisfazione di Anselmo d’Aosta è spesso considerata un po’ come la madre di tutti gli equivoci in materia di soteriologia cristiana, la causa principale, se non addirittura l’unica, di ogni errore e fraintendimento.
Anche noi siamo nutriti di dubbi e d’incertezze riguardo alla fede. Nel nostro cuore alberga una parte di non credente e ci riconosciamo nelle parole di Tommaso: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi…».
"Andate in tutto il mondo", dice Gesù, ma il mondo è cambiato enormemente e il suo cambiamento continua anche davanti ai nostri occhi. Viviamo in un mondo in cui il sapere umano è cresciuto così che può superare le capacità mentali dell’uomo stesso.
«Negli slogan dominanti, la fragilità è immagine della debolezza inconsistente... Invece in essa si nascondono valori di sensibilità, di gentilezza e dignità, che sono nella vita, e che consentono di immedesimarci con facilità negli stati d'animo e nei modi d'essere esistenziali degli altri da noi».
Chi sostiene la pace come scelta assoluta desidera che esista un valore incondizionato nel quale vede la propria identificazione. Ma un valore incondizionato tende inevitabilmente a superare quella che è la linea comune della identificazione di sé.
Queste cinque omelie, situabili cronologicamente nei primi anni dell’impero di Teodosio I, ci testimoniano la presenza in Cappadocia di una crisi economica, sociale e politica. Nel tempo stesso ci permettono di riscontrare il forte impegno ecclesiale e sociale di un vescovo il quale predica che il povero deve essere amato perché è uomo e come tale è degno di amore.