Con questa espressione ora si designa la raccolta dei libri sacri per gli ebrei - primo o Antico Testamento (=AT) - e per i cristiani, comprendente l'AT e il Nuovo Testamento (=NT). Per la chiesa cattolica i libri della Bibbia sono in tutto 73, così suddivisi: 46 libri dell'AT e 27 del NT. Gran parte di questi libri sono scritti in ebraico - alcuni testi dell'AT sono scritti in aramaico e in greco - e in greco (NT). La raccolta di questi libri forma il “canone” biblico. Essi sono considerati “sacri” dagli ebrei e dai cristiani, perché “ispirati”, cioè scritti da autori umani sotto l'azione dello Spirito di Dio. Dunque la Bibbia dunque è una specie di piccola “Biblioteca” del popolo di Dio dell'antica e nuova alleanza.
Il termine “testamento” traduce il termine ebraico berît, che significa “patto”. Nella storia biblica Dio si impegna a donare qualche cosa e l'uomo si impegna di osservare la legge di Dio. In tal modo Dio e l'uomo s'impegnano reciprocamente, cioè fanno alleanza. La parola berît è stata tradotta dagli ebrei di lingua greca anche con il termine “testamento” come libera disposizione di Dio a favore del suo popolo. Perciò si parla di antica e nuova “alleanza” e di antico e nuovo “testamento”.
La denominazione “nuova alleanza” è usata dal profeta Geremia che annuncia per il tempo futuro un'alleanza “nuova” con Israele, fondata sulla interiorità e sul perdono dei peccati (cf. Ger 31,31-34). Nella seconda Lettera ai Corinzi, l'apostolo Paolo riprende queste espressioni e parla di nuova e antica alleanza, riferendo la prima ai libri del popolo di Israele e la seconda alla rivelazione di Dio in Gesù Cristo (2Cor 3,4.14).
L'antica alleanza riguarda il rapporto di Dio con il popolo di Israele. La nuova invece è lo stesso rapporto esteso, per mezzo di Gesù Cristo, a tutti i popoli della terra. I cristiani accolgono i libri sacri degli ebrei (AT) come la promessa del Nuovo Testamento. In tal modo per i cristiani la Bibbia è il libro che contiene la parola di Dio per la salvezza di tutti gli esseri umani.