Formazione Religiosa

Martedì, 01 Agosto 2006 02:50

Lezione Terza. Abramo, padre dei credenti

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Lezione Terza
Abramo, padre dei credenti





Introduzione

Il canone della messa romana, dopo la consacrazione del pane e del vino, invoca la benevolenza divina sull’offerta della Chiesa, come si manifestò nel sacrificio di Isacco: «sacrificium patriarchae nostri Abrahae».

Isacco è figura di Cristo (1) . Abramo è il padre: non solo delle generazioni successive, Isacco e Giacobbe; ancora secoli più tardi si dirà di lui in Israele «nostro padre Abramo». Non a caso gli si attribuisce il nome di padre. Le figure del periodo più antico sono legate agli avvenimenti decisivi e fondamentali della storia d’Israele: ad esse si dà il nome di padri, patriarchi. Ma Abramo emerge dal gruppo dei patriarchi come padre di Israele nel vero senso della parola.

 

Egli è padre in senso genealogico: colui dal quale tutto ha avuto inizio. È padre in senso lato: colui che diede ad Israele il modello di vita a cui attenersi davanti a Dio e con Dio (2)

La paternità di Abramo è universalmente riconosciuta anche dal Nuovo Israele, non tanto nella linea della creazione carnale (come per i figli d’Israele), quanto nella linea della fede. Paolo, di fronte all’espandersi della fede cristiana tra i non-circoncisi, proclama la paternità di Abramo come anteriore al segno della circoncisione:

«Egli (Abramo) ricevette il segno della circoncisione quale sigillo della giustizia derivante dalla fede che aveva già ottenuto quando non era ancora circonciso; questo perché fosse padre di tutti i non circoncisi che credono e perché anche a loro venisse accreditata la giustizia e fosse padre anche dei circoncisi» (Rom. 4,11-12).

L’importanza di Abramo si rileva anche dal fatto che il Nuovo Testamento si apre collegando la figura di Cristo al suo capostipite secondo la carne:

«Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco…(Mt. 1,1-2).

Luca riconosce negli eventi concernenti la nascita di Giovanni il Battista il compimento della promessa fatta da Dio ad Abramo:

«Egli si è ricordato della sua alleanza, del giuramento fatto ad Abramo nostro padre» (Lc. 1,72-73).

Tema già enunciato da Maria nel Magnificat:

«Ha sollevato Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre» (Lc. 1,54-55).

In questi due testi di Luca sono enunciati i motivi per cui la storia particolare di salvezza comincia con Abramo:

1. Egli è il capostipite d’Israele, popolo eletto, di Gesù.
2. A lui Dio ha giurato.
3. Egli è oggetto di promessa.

Abramo è dunque il punto di partenza della storia particolare della salvezza.

1. Ambientazione storica

Abramo è alle origini delle “tradizioni di fede” che entreranno a far parte della Bibbia. Con lui inizia la rivelazione biblica particolare: Dio (monoteismo); le esigenze radicali della fede; le promesse riferite al futuro; posterità e terra.

Abramo è un personaggio della storia: la sua esperienza storica è verificabile e raggiungibile attraverso la storiografia comparata (ricostruzione degli avvenimenti passati attraverso i documenti scritti e orali dei vari popoli).

«Se si dovesse cercare un nome che riassume la figura biblica di Abramo, diremmo che egli è il padre. La paternità di Abramo, l’importanza vitale della discendenza ritornano come il tema centrale di tutti gli episodi della sua vita, ma questa paternità risponde ad un motivo più profondo della lege della carne o della conservazione nazionale, essa è posta sotto il segno della benedizione. La berakhah, nella sua duplice accezione di forza e di estensione, riassume tutta l’opera di Abramo». (3)
«L’autore della lettera agli Ebrei, che assegna ad Abramo il posto più importante tra i testimoni della fede (Eb. 11,8-19) insiste più sulla fede che sulla elezione e definisce il triplice aspetto di questa fede con la sua partenza per un paese sconosciuto, con l’accettazione dell’annuncio di una posterità e con il sacrificio del figlio unico». (4)

Tra gli studiosi si propongono due cronologie:

- cronologia alta: verso il 1850 a.C. (improbabile)
- cronologia bassa: verso il 1700 a.C.

I dati storico-culturali del ciclo patriarcale fanno propendere per la seconda cronologia.

- ufficio dei patriarchi, migrazioni, nomi propri, costumi
- epoca amorrea (sec. XVIII) e elementi urriti.

Elementi semiti nord-occidentali (dominavano il medio Eufrate fino ad Arran (capitale Mari).

Nomi quali Ismaele, Isacco, Giacobbe, sono Amorrei.

Nei testi cuneiformi di Mari si parla di tribù nomadi di pastori che migrano.

Cfr. usanze patriarcali e tavolette di Uzi e Mari: Gen. 15,3.

Abramo prevede che la sua eredità vada al servo Eliezer.

Gen. 30,3-8: i figli di Bila vengono adottati come figli di Rachele.
Gen. 48: i figli di Giuseppe: posti tra le ginocchia del padre adottivo.
Gen. 31: furto dei terafin, idoli domestici di Labano ad opera di Rachele. (5)

Abramo appartiene al contesto geografico e sociologico dei nomadi che vivono nelle zone sub-desertiche, ai margini dei luoghi occupati dagli allevatori sedentari.
Gli itinerari dei patriarchi si collocano esattamente nella zona delle tribù allevatrici di ovini.

La storia medio-orientale aveva già conosciuto civiltà grandissime:
- Mesopotamia: Sumeri (3000-2000 a.C.) e Amorrei = scrittura
- Egitto : grandi dinastie faraoniche.
- Palestina : numerose città-stato: Gerico, Gezar…

Dio si rivela ad Abramo quando l’umanità aveva già percorso un lunghissimo tratto della sua storia. Gli Ebrei compaiono quando il Medio Oriente aveva già una grande civiltà.

La storia di Abramo è contenuta in Gen. 11,27-25,18. Questa serie di capitoli sono l’intreccio di varie tradizioni primitive, fuse allo stato attuale da un redattore posteriore all’epoca post-esilica (V sec. a.C.). Le fonti principali che si incontrano sono:

J = fonte Jahwista (elaborata al tempo di Salomone, nel regno di Giuda);
E = fonte Eloista (nel regno di Israele);
P = fonte sacerdotale o Priesterschrift (ambiente mesopotamico-palestinese, elaborato durante l’esilio).

È importante tenere presente le varie fonti che soggiacciono ai racconti, perché l’indagine genetica porta a scoprire più accuratamente le varie linee di pensiero che determinano la lettura degli eventi storici e la diversa riflessione teologica sulla storia.

Il prospetto accurato delle varie fonti riconosciute dagli studiosi nei nostri testi è accessibile in F. Festorazzi. (6)

Per la storia di Abramo le fonti puntualizzano aspetti particolari:

J = le benedizioni e la promessa divina; Abramo amico di Dio.
E = la fede provata di Abramo; Abramo uomo giusto.
P = l’alleanza e la circoncisione; Abramo solidale con il suo popolo (osservante della legge)

L’interpretazione teologica è seguita da B. Marconcini. (7)

 

2. Abramo centro della storia della salvezza

Abramo è al centro di un grande trittico:

avanti a sé ha la storia delle origini;
dietro di sé la storia d’Israele che inizia dall’Esodo:
fa da cerniera fra la storia universale e quella particolare.

Lo stesso Dio, che si è rivelato ad Abramo, è il creatore di tutte le cose, il Dio salvatore dell’Esodo e della storia del popolo d’Israele.

1. Schema maledizioni-benedizioni

In visione retrospettiva (sulla storia delle origini) la storia di Abramo è costruita sul contrasto maledizione-benedizione. Mentre nella storia delle origini si diffonde la maledizione, nella storia dei Patriarchi si diffonde la benedizione, di cui Abramo è l’archetipo e la primizia. (8) Questa interpretazione è caratteristica della fonte J.

Gen. 3,14: (al serpente) «sii tu maledetto tra tutto il bestiame e tra tutti gli animali selvatici».
Gen. 3,17: (all’uomo) «maledetta la terra per causa tua».
Gen. 4,11: (a Caino) «ora sii tu maledetto lungi dalla terra».
Gen. 5,29: come Gen. 3,17.
Gen. 8,21: «io non maledirò più la terra a causa dell’uomo».
Gen. 9,25: «Sia maledetto Canaan».

Benedizione

Gen. 12,2-3: (ad Abramo) «Ti benedirò, renderò grande il tuo nome che diventerà una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno, e maledirò coloro che ti malediranno. In te si diranno benedette tutte le tribù della terra».

Gen 18,18: cfr. 12,2-3.

Gen. 26,3: (ad Isacco) «Ti benedirò (e moltiplicherò la tua discendenza… e si diranno benedette nella tua discendenza tutte le genti della terra».

Gen. 28,14: (a Giacobbe) «la tua discendenza sarà come la polvere della terra. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le tribù della terra».

L’espressione: «in te (nella tua discendenza) si diranno benedette tutte le tribù della terra» è l’antidoto alla maledizione diffusa sull’umanità.

Abramo è la benedizione che trasforma la condizione di tutta l’umanità: a mano a mano che si svolge la storia della salvezza, l’umanità viene riscattata dalla sua condanna.

N.B. – Per i Semiti la maledizione-benedizione ha un valore quasi magico.
Abramo polarizza ogni benedizione. Il contenuto di essa allude costantemente alla promessa, cioè al dono della terra e della discendenza innumerevole.
Abramo è il punto di contatto e di trasformazione tra la storia dell’umanità e la storia particolare, tra il mondo ed il popolo di Dio. Se Israele, che nascerà da lui, sarà un popolo grande è perché porti la salvezza a tutte le genti della terra. (Gen. 18,18).

2. Vocazione

La stessa fonte J mette in luce come l’iniziativa di salvezza parta da Dio con la chiamata di Abramo:

- Gen. 12,1-9
- Gen. 15,1-20 «Jahwé disse ad Abramo: lascia il tuo paese, il tuo parentado e la casa di tuo padre e va nel paese che io ti indicherò».

Caratteristiche:

a. è una scelta di cui Dio ha tutta l’iniziativa (= elezione gratuita). Non si menzionano né meriti, né le qualità di Abramo. Dio ha scelto l’uomo che voleva;
b. Chiamata esigente: troncare con il proprio paese, la famiglia, e uscire (esodo) per l’ignoto;
c. La vocazione è ordinata alla realizzazione del disegno di Dio: la salvezza di tutti. Egli sarà il primo anello per la trasmissione della benedizione (= salvezza) a tutti.

3. Promessa

L’intervento di Dio è finalizzato alla salvezza universale. Il mezzo per raggiungere tale fine è annunciato da Dio stesso: una discendenza e una terra.

Gen. 12,1-2: (ad Abramo) «Io farò di te una grande nazione e ti benedirò».
Gen. 12,7: (ad Abramo) «alla tua discendenza darò questa terra».
Gen. 13,15-17: (ad Abramo) «Io darò a te e alla tua discendenza per sempre tutto il paese che vedi. Farò la tua discendenza come la polvere della terra».
Gen. 15,7.8: (ad Abramo) «Io sono Jahwé che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti questa terra in eredità. In quel giorno Jahwé sancì con Abramo un patto dicendo: “alla tua discendenza darò questa terra”».
Gen. 24,7: = 15,18.
Gen. 28,13.14: (a Giacobbe).
Gen. 32, 10.13: (a Giacobbe).

La promessa è il tessuto connettivo della storia dei patriarchi e crea un rapporto con la storia futura di Israele. Quindi la storia di Abramo (patriarchi) è totalmente proiettata nel futuro, la sua tensione è indotta dall’esterno.

Va ancora ricordata l’importanza dell’acquisto della grotta di Macpela ad Ebron (fonte P): «Il campo e la caverna che vi si trovava passarono dagli Ittiti ad Abramo in proprietà sepolcrale» (Gen. 23,20).

4. Alleanza

La promessa (duplice: discendenza + terra) è sancita dall’alleanza. Ne restano due narrazioni:

Gen. 15,7-21: antico rito – fonte J.

I contraenti passavano tra le carni sanguinanti del sacrificio ed invocavano di finire come le vittime (squartate) in caso di inadempienza. Qui passa Dio solo: è un patto unilaterale.

- Notare gli elementi teofanici cultuali: fuoco e fumo (vedi nell’Esodo il roveto ardente, la colonna di fuoco, il Sinai fumante).

Gen. 17: fonte P (sacerdotale): è una nuova interpretazione di Gen. 15.

- Cambiamento del nome (17,5): Abramo, padre di una moltitudine.
- Rito della circoncisione (17,10-11).

L’alleanza significa che Dio è immutabile nella sua volontà salvifica: la promessa si adempirà.

Abramo è l’uomo dell’alleanza e la primizia del rapporto con Dio, che essa instaura. D’ora in poi non sarà possibile alcun rimando all’alleanza senza richiamarsi per questo ad Abramo.

La storia della salvezza è una rete di promesse dell’alleanza, perciò Abramo è il punto di partenza di questa rete che collega le varie tappe salvifiche.

a) L’alleanza comporta una relazione o un incontro personale: Io-Tu. Negli eventi storici di Abramo Dio si rivela.
Inizia con un concetto di purificazione del concetto di Dio. Il Dio di Abramo è poi quello che salva Israele dall’Egitto: Jahwé, il Dio della rivelazione.
Ma i patriarchi venivano da un ambiente politeista (Gios. 24,2; Giud. 5,5-9). Abramo adorava El, dio dei nomadi, non legato ad un luogo né ad un oggetto: un dio personale.
Secondo P il nome del Dio dei patriarchi è El-Shaddai (= montagna, altura). Lo si poteva adorare presso tutti i santuari dei nomadi: un dio personale affiancato da altre forze divine, manifestazione della potenza universale e creatrice.
Nella rivelazione diventa importante il legame con l’esperienza divina: per cui, Dio sarà il «dio dei padri», di «Abramo, Isacco, Giacobbe», di «Israele», che ha fatto uscire dall’Egitto, ecc.
La storia della salvezza, manifesta e fissa l’idea del vero Dio.

b) Abramo vive la sua esperienza del Dio vivente non interessandosi di altri dei; in questo modo esce dal politeismo. Abramo comprende meglio Dio lasciandosi guidare e coinvolgere da Lui, che agisce in modo sconcertante = ogni passo è umanamente assurdo:
- parte verso l’ignoto (conosciuto solo da Dio);
- gli promette posterità quando è troppo vecchio e senza figli;
- il figlio della schiava Agar non è figlio della promessa;
- Isacco nasce da Sara sterile;
- gli chiede di sacrificare il suo unico figlio.

Dio guida Abramo per una via senza scampo: mantiene sempre una fede totale e incondizionata, un’obbedienza eroica in ciò che Dio gli chiede.

Gen. 12,4: «allora Abramo partì come gli aveva ordinato il Signore»;
Gen. 15,6: «egli credette al Signore che glielo accreditò come giustizia». Dio riconosce il merito di questo atto e glielo mette in conto;
Gen. 22,16: «giuro su me stesso, oracolo del Signore; poiché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico, io ti benedirò con ogni benedizione»,
Gen. 22,18: «saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

La storia di salvezza è anche storia di obbedienza nella fede: la collaborazione dell’uomo esprime l’accoglimento umano dell’azione divina. L’unico modo degno di Dio è l’obbedienza nella fede (cfr. Rom. 4,18ss.: «Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza, e così divenne Padre di molti popoli…».

L’esperienza di salvezza fatta da Abramo è talmente alta che raggiunge l’amicizia: Abramo diventa amico di Dio (Is. 41,8; Dan. 3,35; Giac. 2,23):

- può ospitare Dio (fonte J): Gen. 18,16ss.
- può intercedere con audacia per Sodoma (Gen. 18,16ss.).

Conclusione

Il cristiano che ha preso coscienza di appartenere spiritualmente alla posterità di Abramo e di essere spiritualmente inserito nel piano di salvezza che Dio metteva in esecuzione chiamando il patriarca, si sente solidale con lui e impegnato al suo seguito nel cammino della fede, dell’obbedienza e dell’appoggio in Dio solo.

Note

(1) Origene, Omelia 8 sulla Genesi, PG 12, 203-210.
(2) Rendtorff R., Protagonisti dell’Antico Testamento: patriarchi, re e profeti, Claudiana, Torino, p. 11.
(3) Jacob E., Abraham et sa signification pour la foi chrétienne, in «Revue d’histoire et de philosophie religeuse», 42 (1962), p. 150.
(4) Ibid., p. 149.
(5) Cfr. I patriarchi, in Negretti N., Gli inizi della nostra storia, Torino, pp. 108-111.
(6) La preparazione del popolo di Dio, cit., p. 46.
(7) Fede e promessa. I Patriarchi, in «Studi Biblici» (At. 4), Roma, pp. 8-16.
(8) Negretti N., La storia dell’umanità e la storia della salvezza, in Gli inizi della nostra storia, Torino, pp. 8-10.


Bibliografia

F. Festorazzi, La preparazione del popolo di Dio, in Introduzione alla storia della salvezza, cit., p. 43ss.

N. Negretti, La storia dell’umanità e la storia della salvezza, in Aa.Vv., Gli inizi della nostra storia, Torino, pp. 7-60.

P. De Surgy, Le grandi tappe del mistero della salvezza, Torino-Leumann, pp. 51-62.

J.S. Croatto, Storia della salvezza. Introduzione alla Bibbia, Brescia, pp. 23-38.

H. Gaubert, Abramo, l’amico di Dio, Torino.

S. Virgulin, La sequela di Abramo, in «Parola, spirito e vita», n. 2 (1980), pp. 7,24.

R. Kilian, Il sacrificio di Isacco. Storia della tradizione di Gen. 22, Brescia.

B. Marconcini, Fede e promessa. In Patriarchi, in «Studi biblici» (At. 4), Roma, pp. 8-16.



Letto 7801 volte Ultima modifica il Venerdì, 18 Novembre 2011 16:05
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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