Nacque a Nisibi in Mesopotamia verso il 306. Suo padre, pagano e sacerdote di idoli, avendo notato in lui una spiccata inclinazione e benevolenza verso i cristiani, lo scacciò di casa. Il vescovo lo accolse allora in casa sua, lo educò e lo istruì lui stesso nella fede cristiana. Terminata la preparazione, gli amministrò il battesimo e lo ordinò diacono.
Sant'Efrem coltivò molto lo studio, tenne una scuola di tipo catechetico e fu di valido aiuto al suo vescovo. Quando, dopo ripetuti assedi da parte dei persiani, Nisibi cadde definitivamente in loro potere, egli dovette emigrare con altri cristiani a Edessa, in territorio romano. Qui, con l'aiuto di altri emigrati, formò la celebre scuola di Edessa, vi scrisse la maggior parte delle sue opere e insegnò fino alla morte che lo colse nell'anno 373.
Benché fortemente portato alla vita monastica, Efrem seppe conciliare le esigenze della vita pastorale e dell'insegnamento con lo spirito dell'asceta amante della solitudine del deserto.
Beata te, o Maria
«Pace! » udì la benedetta dall'angelo,
e concepì nell'utero:
egualmente con «pace! » furono allietati
i discepoli nel cenacolo;
la pace tua sia un muro di quiete
ai re ed ai sacerdoti nelle loro cittadelle,
e i figli della Chiesa
conserva tu in virtù della tua croce,
affinchè cantino al nome tuo osannando!
Beata te, o Maria, perché in te abitò
lo Spirito Santo di cui cantò David.
Beata te che fosti degna di ricevere
«pace! » dal Padre per mezzo di Gabriele.
Beata te che fosti come un cocchio,
e lui sostennero le tue ginocchia,
lui portarono le tue braccia,
e quali fonti furono per lui,
per il Figlio [di Dio], i tuoi seni:
e abbracciasti colui ch'è vestito di fiamma!
Beata te, o Maria,
che fosti figura del rovero veduto da Mosè.
Beata te, o Maria,
che fosti come un velame
e occultasti lo splender di lui.
Beata te, o Maria, perché spuntò da te
un sol raggio che occultò il sole;
da principio su Mosè
esso brillò in cima al monte,
ma oggi tutti i confini [della terra]
son pieni di esso.
Beata te, o Maria, poiché te dipinsero
tutti i profeti nei loro libri.
Beata te, o Maria, poiché te annunzio
anche Isaia nella sua profezia:
«Ecco, la vergine concepirà, partorirà
un figlio il cui nome è Emmanuele».
Ecco che tutte le genti esclamano:
«Con noi è quello che
col suo volere governa tutto».
(Inni alla Vergine, 75-76)
Chi potrà lodarti?
O Vergine piena di meraviglia,
che ci hai partorito il Figlio di Dio,
è incapace a tuo riguardo
la mia indegna bocca
di parlare della tua purità!
Un tesoro pieno d'ogni bene
emanante vita a quei che lo posseggono
ci hai tu trasmesso,
pur rimanendo vergine:
chi potrà [degnamente] lodarti?
Da te spuntò umilmente l'Eccelso, che s'impiccolì
per esaltare [gli uomini]:
ed io onoro, esalto la tua memoria
qui e al di sopra nei cieli.
Ecco, si rallegrano ed esultano oggi
i cieli e la terra
e tutto ciò ch'è in essi,
e fervorosamente innalzano l'inno,
e fanno echeggiare le loro laudi.
I cherubini dal quadruplice viso
non sono santi quanto sei tu:
i serafini dalla sestupla ala
non son decorosi più della tua bellezza.
Non sono pure più della tua purezza
le legioni degli angeli eccelsi,
i quali sorreggono e trasportano
il bimbo bello che dal tuo seno [uscì]!
(Inni alla Vergine, 65-66)
Gloria a Te
M'inginocchio davanti a te, Signore,
per adorarti.
Ti rendo grazie, Dio di bontà;
ti supplico, Dio di santità.
Davanti a te piego le ginocchia.
Tu ami gli uomini e io ti glorifico,
o Cristo, Figlio unico
e Signore di tutte le cose.
Tu che solo sei senza peccato,
per me peccatore indegno,
ti sei offerto alla morte
e alla morte di croce.
Così hai liberato le anime
dalle insidie del male.
Che cosa ti renderò, o Signore,
per tanta bontà?
Gloria a te, o amico degli uomini!
Gloria a te, o Dio di misericordia!
Gloria a te, o paziente!
Gloria a te, che perdoni i peccati!
Gloria a te, che sei venuto
per salvare le nostre anime!
Gloria a te, che ti sei fatto uomo
nel seno della vergine!
Gloria a te, che fosti legato!
Gloria a te, che fosti flagellato!
Gloria a te, che fosti schernito!
Gloria a te, che fosti inchiodato in croce!
Gloria a te, che fosti sepolto e che risuscitasti!
Gloria a te, che fosti annunciato agli uomini:
essi hanno creduto in Te!
Gloria a te, che sei asceso al cielo!
Gloria a te, che siedi alla destra del Padre
e tornerai con potenza e gloria,
insieme ai santi angeli
per giudicare,
in quella spaventosa e tremenda ora,
tutte le anime che hanno disprezzato
la tua santa passione...
In quell'ora la tua mano
mi metta al riparo delle tue ali
perché la mia anima sia salva
dal fuoco terribile,
dallo stridor di denti, dalle tenebre esteriori
e dalle lacrime eterne:
che io possa glorificarti cantando:
Gloria a colui
che nella sua misericordiosa bontà
si è degnato di salvare il peccatore.
(Hamman A., Guida pratica dei Padri della Chiesa, Ancora, Milano 1968, pp. 202-203)
Fa che io veda le mie colpe
Quest'antica preghiera è recitata molto spesso in Oriente, specialmente durante la Quaresima, ed esprime bene lo spirito di compunzione della pietà bizantina
Signore e Sovrano della mia vita,
non mi lasciare in balìa
dello spirito dell'ozio, della leggerezza,
della superbia e della loquacità.
Concedi invece al tuo servo
spirito di prudenza, di umiltà,
di pazienza e di carità.
Sì, Sovrano e Signore,
fa' che io veda le mie colpe
e non condanni il mio fratello,
poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli,
Amen.
(Preghiere dell'Oriente bizantino, a cura di suor Maria del Monastero russo Uspenskij di Roma, Morcelliana, 1975, pp. 23-24)
(da Preghiamo con i Padri della Chiesa, 1992. Ed. Paoline. Biografia, pp. 205-206; Beata Te, o Maria, pp. 77-78; Chi potrà lodarti, p. 79; Gloria a Te, pp. 92-93: Fa che io veda le mie colpe, p. 102).