Formazione Religiosa

Domenica, 22 Luglio 2012 23:08

Il nascere. Dal naturale all’artificiale (Anna Rosaria Gioeni)

Vota questo articolo
(1 Vota)

Se da una parte non si può non tener conto del gran numero di coppie con problemi di infertilità, dall’altra non si può assistere al clima da far-west in merito agli eccessi nell’applicazione di tecniche sempre più avanzate. E’ tutto giusto il dominio dei processi di procreazione?

Basta osservare la realtà in cui viviamo per comprendere che il nascere non è più considerato solo un evento biologico naturale, ma spesso è in balia di un progetto antropotecnico che mira al dominio dei processi di procreazione. L’esaltazione della tecnica e l’errore di mettere al primo posto la soddisfazione di un’esigenza, di una richiesta, senza tener conto dell’eticità dei mezzi utilizzati, sta provocando fenomeni e conseguenze che meritano attenzione e una chiara valutazione.

Nel dipanarsi della storia tante sono state le questioni riguardanti la vita nascente: la sterilità come colpa imputata esclusivamente alla donna, il riconoscimento dei figli della colpa, l’infanticidio per coprire situazioni scabrose o non accettate dalla società del tempo, l’alta percentuale di mortalità infantile e di donne durante il parto. Le grandi scoperte della scienza hanno dato risposte valide a molti problemi e la sensibilità e l’attenzione della società, nei riguardi della difesa dei diritti dei più piccoli e delle donne, sono ormai una conquista non solo nella società occidentale.

Per quanto riguarda le tecniche scoperte e utilizzate per sconfiggere il dramma della sterilità, però, gli interrogativi si moltiplicano in modo esponenziale. E’ difficile stimare la percentuale di coppie infertili nel mondo. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il 10-20% delle coppie ha problemi di infertilità o sterilità. Una percentuale così alta non può passare inosservata e necessita urgentemente di soluzioni. La medicina ha compiuto enormi progressi nella conoscenza dei meccanismi della fertilità, delle caratteristiche e della formazione dell’embrione.

La scienza genetica, con l'identificazione del genoma umano, ha dato un contributo eccellente, dimostrando l'unicità e l'irripetibilità dell'essere umano; allo stesso tempo, l'applicazione di alcune tecniche ha determinato una cosificazione della vita umana, permettendo la coesistenza di un soggetto produttore e un oggetto prodotto.

«Uno dei più gravi rischi, ai quali è esposta questa nostra epoca, è infatti il divorzio tra scienza e morale, tra le possibilità offerte da una tecnologia proiettata verso traguardi sempre più stupefacenti e le norme etiche emergenti da una natura sempre più trascurata. E necessario che tutte le persone responsabili siano concordi nel riaffermare la priorità dell'etica sulla tecnica, il primato della persona sulle cose, la superiorità dello spirito sulla materia» (Giovanni Paolo II, Ai partecipanti al Convegno del "Movimento perla vita", 3 dicembre 1982).

Dalla coppia alla provetta

Fino all'inizio del secolo ventesimo, l'unione fra un uomo e una donna era la condicio sine qua non ritenuta necessaria per determinare l'avvio di una nuova vita. L'evoluzione delle prime tecniche rudimentali di inseminazione artificiale ha diffuso la speranza che la scienza potesse risolvere tutte le problematiche determinate dalle anomalie presenti nell'apparato riproduttore femminile o maschile (genetiche, anatomiche o ormonali). Per descrivere sinteticamente i procedimenti più utilizzati, è opportuno fare una distinzione tra l'inseminazione artificiale e la procreazione artificiale.

1 L'inseminazione artificiale prevede una minore manipolazione dei gameti e la fecondazione avviene all'interno del corpo della donna. Fra le tecniche di fecondazione intra-corporea ricordiamo la Gift e la Ltot. La Gift consiste nel posizionamento nelle tube di cellule uovo e spermatozoi attraverso un sottile catetere. La Ltot, invece, si effettua prelevando delle cellule uovo per via laparascopica, trasferendole successivamente nel fondo uterino per via trans-cervicale, lasciando infine che il completamento del procedimento avvenga tramite un normale rapporto sessuale.

2 Quando si parla di procreazione artificiale, ci spostiamo sulle tecniche di fecondazione extra-corporee. La tecnica più conosciuta è la Fivet. Essa prevede alcune tappe.

A) La prima è il prelevamento dei gameti. Viene controllato lo stato di maturazione degli ovociti, quindi vengono messi in coltura o in incubazione. Analogo procedimento viene effettuato per lo sperma, che viene analizzato, per recuperare gli spermatozoi più mobili e morfologicamente normali. B) Seconda tappa è l'incontro degli ovociti e degli spermatozoi nel liquido di coltura e, infine, il trasferimento degli embrioni nell'utero. C) La situazione si complica quando la coppia non dispone dei gameti idonei alla fecondazione e, in tal caso, si passa dalla fecondazione in vitro omologa a quella eterologa, in cui i gameti vengono prelevati da uno o più donatori.

Problemi etici

La tecnica, per raggiungere una piena e vera significanza, non può eludere le istanze dell'agire etico, quindi la ratio technica, dovrebbe essere accompagnata alla ratio ethica. Per proporre una valutazione morale delle tecniche descritte è necessario fare una distinzione tra l'inseminazione artificiale e la procreazione artificiale.

Per quanto riguarda la prima, se i gameti sono della coppia, si potrebbe considerare l'aiuto medico come facilitatore dell'atto naturale. Il magistero della Chiesa afferma che sono due gli elementi difficili da accettare in tali casi: la mancanza dell'aspetto unitivo e il prelevamento dello sperma attraverso la masturbazione. Già Pio XII aveva sottolineato che «l'atto coniugale, nella sua struttura naturale, è un'azione personale, una cooperazione simultanea e immediata dei coniugi» e non deve essere sostituito con nessun intervento esterno alla coppia (Pio XII, <>Discorso alle congressiste dell'Unione cattolica italiana ostetriche, 29 settembre 1949).

Diversi autori illustri hanno riflettuto, negli anni, su tali questioni arrivando a conclusioni diverse: c'è chi afferma che il prelevamento del seme debba essere effettuato alla fine di un normale rapporto sessuale; e dopo il prelevamento si possa procedere al trattamento necessario prima dell'inserimento degli spermatozoi nel corpo della donna (E. Sgreccia e C. Caffarra). C'è chi afferma, invece, che è lecita anche la masturbazione per il prelievo dello sperma, dato che in questo caso non è finalizzata a un piacere egoistico, ma a un desiderio di paternità e a una retta intenzione dei due sposi (E. Chiavacci).

La valutazione morale diventa ancora più complessa quando si tratta della procreazione artificiale. Nel caso della Fivet, oltre il problema del prelevamento dei gameti e la mancanza dell'unione dei due sposi, si aggiunge anche un altro particolare importante: il fatto che la fecondazione avviene all'esterno del corpo della donna. A ciò dobbiamo sommare altri aspetti non meno inquietanti, come lo spreco di numerosi embrioni umani (spesso crio-conservati o selezionati).

Pur non ignorando «le legittime aspirazioni degli sposi sterili e la loro buona intenzione», l'utilizzo di tali procedimenti non è lecito, in quanto implica «la distruzione di esseri umani [...] e affida la vita e l'identità dell'embrione al potere dei medici e dei biologi e instaura un dominio della tecnica sull'origine e sul destino della persona umana» (Congregazione per la dottrina della fede, Il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione, 22 febbraio 1987, 5). Negli stessi anni in cui si perfezionano le tecniche di procreazione artificiale, anche la riflessione sullo statuto dell'embrione s'intensifica, la scienza genetica conferma l'unicità dell'essere umano e la Chiesa ribadisce con forza l' indisponibilità della vita umana.

Ancora più problematica si presenta la Fivet eterologa che, oltre a violare l'unità della coppia, propone una decisa alterazione dell'identità del concepito e del rapporto biologico esistente in parte o nullo con i genitori ufficiali. Prevale l'idea del figlio ad ogni costo, anche al prezzo di combinazioni stravaganti: cellula uovo della madre-seme del donatore; cellula uovo della donatrice-seme del padre; cellula uovo della donatrice-seme del donatore-utero della madre; cellula uovo della madre-seme del donatore-utero in affitto, ecc. Non bisogna dimenticare, inoltre, le implicazioni di tipo eugenetico; infatti i donatori nei centri di fertilizzazione vengono scelti in base a precise caratteristiche, che si rifanno ai modelli di perfezione proposti dalla società.

Altra questione delicata è il pericolo di consanguineità, dato che la donazione delle cellule uovo e dello sperma è anonima, il donatore può recarsi periodicamente presso il centro di fertilizzazione, e ciò determina il rischio che, in una area territoriale anche limitata, ci possano essere più soggetti nati dallo stesso donatore.

In pubblica piazza

Gli eccessi nell'applicazione di queste tecniche hanno superato anche l'immaginabile, donne-mamme a più di 60 anni, nonne che suppliscono le figlie e portano in grembo il nipote, inseminazioni effettuate con il seme di un defunto, coppie di omosessuali che diventano genitori grazie all'aiuto di madri surrogate, coppie di lesbiche che raggiungono il loro progetto di maternità grazie a un donatore e, infine, single che bypassano la scelta di costruire una coppia e mettono al mondo un figlio già orfano. Queste situazioni vengono salutate come segno di evoluzione della società e conquista della scienza. Specialmente, poi, se coinvolgono personaggi famosi, vengono viste come dimostrazioni di potere ed esercizio massimo di libertà.

In Italia, la Legge 40 del febbraio 2004 ha cercato di mettere dei limiti: ha vietato la produzione di un numero di embrioni superiore a tre, proibito la procreazione assistita di tipo eterologo, limitato l'accesso a tali tecniche a coppie sposate o conviventi, escluso la sperimentazione e la soppressione degli embrioni e la loro crioconservazione.

Tale regolamentazione non può certo evitare che le coppie sterili decidano di recarsi in altre nazioni dove determinate pratiche sono utilizzate senza remore. Nei social network più famosi, infatti, non è raro visualizzare pubblicità che propongono donazione di gameti o tecniche di procreazione artificiale all'avanguardia. La complessità dei problemi, la delicatezza delle applicazioni e la rapidità con cui bisogna formulare le questioni e fornire le indicazioni dei riferimenti etici sono dunque chiare manifestazioni dell'emergenza di cui si fa voce la bioetica.

Anna Rosaria Gioeni

(docente di teologia morale e referente del Coordinamento teologhe italiane)

Bibliografia

Cascone M., Diakonìa della vita. Manuale di bioetica, Edusc 2008, Roma;

Russo G. (a cura di), Enciclopedia di bioetica e sessuologia, ElleDiCi 2004,

Sgreccia E., Manuale di bioetica, I, Vita e Pensiero 20033, Milano.

 

(da Vita Pastorale, anno 2011, n. 10, p. 79)

 

Letto 7349 volte Ultima modifica il Lunedì, 23 Luglio 2012 09:03
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search