Si potrebbe ritenere che sia ben poca cosa l’abbattimento di qualche albero, di fronte allo scempio cui quotidianamente alcune potenti multinazionali sottopongono vaste zone delle foreste tropicali.
Di fronte alla croce, di fronte al silenzio, quante volte ci poniamo questa domanda: “Dov’è Dio?”. Di fronte all’ingiustizia, alla malattia, alla sofferenza, al dolore, alla morte, alle situazioni per noi assurde...
La sapienza del mondo – come la chiama l’apostolo Paolo – resta sotto lo scacco del fallimento. È una sapienza che non riesce a dire tutto sull’uomo. A dargli le risposte ultime sul senso della sua vita e della sua esistenza.
I grandi imperi sono come le torri, come le antiche mura di una città o di un limen che fu eretto per sbarrare l'avanzare di nemici. Che durino millenni o anche solo il volgere di pochi grappoli di anni...
Abramo, alle querce di Mamre ci insegna che attraverso l'ospitalità dello straniero possiamo fare la più sorprendente delle nostre esperienze: l'incontro con la presenza misteriosa, vitale e stupefacente di Dio.
C'è da chiedersi: quali persone possono significativamente abitare questa stagione del "ritorno del sacro"? La risposta pare scontata: i "pellegrini dell'Assoluto".
Come è possibile insegnare che Dio è amore quando si è capaci di parlare soltanto di catastrofe e di morte? Si può amare Dio perché sperimentato come Dio e non per timore o per paura.
Proprio per la partecipazione da parte di Dio alla storia umana, fino all'assunzione della sofferenza e della morte, per il cristiano queste esperienze sono pur sempre avvolte nel mistero, ma cominciano ad acquistare un diverso significato.
Pregare. Imprecare. La radice dei due termini è la medesima. Semanticamente, nella nostra lingua, esiste una profonda correlazione tra questi due atti umani.
Incontrarsi per conoscersi e per conoscere Dio. Potrebbe essere questo uno slogan. Ma possiamo crescere soltanto nella conoscenza reciproca, attraverso l’incontro, la preghiera, lo scambio fraterno. L’incontro con Dio, se autentico, ci rimanda sempre ai nostri fratelli e alle nostre sorelle - qualunque essi siano.
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