La conversione di Dio! Il libro di Giona è certamente molto ardito; Dio ha bisogno di convertirsi? Di pentirsi, persino? In realtà, chi ha già ascoltato il racconto del diluvio non si sorprende più di tanto...
L’esempio forse più significativo di questo disagio contemporaneo è rappresentato dal cristianesimo non sacrificale di René Girard. Secondo l’antropologo francese non v’è nulla, nei Vangeli, che possa far pensare alla morte di Gesù come a un sacrificio nel senso di un’espiazione o di una sostituzione.
Non rispettare l'integrità della creazione è offendere sì aria, acqua, terra, ma soprattutto è offendere le persone, ostentare disprezzo verso di esse, derubarle del bene più vero.
Se non c'è alcun accompagnamento al cimitero, la sepoltura o tumulazione rischia purtroppo di essere compiuta nel totale silenzio, rotto, forse, da qualche singhiozzo.
Unicamente nella logica dello Spirito è dato comprendere la funzione dei vescovi non come funzione di potere, ma come un vero e proprio servizio, a imitazione di Cristo stesso, il quale «non è venuto per essere servito ma per servire e dare la vita in riscatto per la moltitudine» (Mc 10,45).
La vena poetica di Teilhard de Chardin comincia a emergere molto presto, ma trova piena espressione durante la Grande Guerra, in una serie di potenti scritti lirici lasciati come “testamento”.
La teoria della soddisfazione di Anselmo d’Aosta è spesso considerata un po’ come la madre di tutti gli equivoci in materia di soteriologia cristiana, la causa principale, se non addirittura l’unica, di ogni errore e fraintendimento.
Quando il lettore proclama un brano della Scrittura, in un certo senso egli fa 'risuscitare' quella parola che nello scritto era come morta; con il suo ministero egli la rende viva e attuale.
La preghiera che Giona rivolge a Dio dal ventre del pesce è particolarmente interessante e merita di essere analizzata con calma. Osserviamo prima di tutto come secondo molti commentatori tale preghiera è stata in realtà aggiunta al libro di Giona in un secondo tempo.
Dio, insomma, è la condizione di possibilità per l’esistenza dell’universo, ma quest’ultimo ha una sua libertà e autonomia: siamo lontanissimi dall’idea del Padre Eterno “che non si muove foglia che lui non voglia”.